" rassegna stampa: Ogm, quel mais Monsanto è tossico."



a cura di AltrAgricoltura Nord Est
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tratto da "Il Manifesto", 14 marzo 2007
Ogm, quel mais Monsanto è tossico.

Il mais Mon863, già approvato dalla Ue per il consumo umano, è nocivo per i
topi da laboratorio. Greenpeace ne chiede il ritiro dal mercato.
(di Luca Fazio)
Il professor Veronesi, che è in tournée per sponsorizzare il suo libro-spot
sugli organismi geneticamente modificati, ha detto che «gli Ogm dovrebbero
cambiare nome: non più modificati, ma organismi geneticamente migliorati».
Si vede che non tutte le ciambelle riescono con il buco, se è vero che per
la seconda volta il mais MON863 di Monsanto, messo sul mercato nel 2005 sia
per il consumo umano che per uso mangimistico, grazie al solito
lasciapassare della Commisione europea, ha mostrato segni di tossicità per
gli organi interni (fegato e reni). Il nuovo studio, pubblicato ieri dalla
rivista Archives of Environmental Contamination and Toxicology, è stato
condotto dal professor Gilles Eric Séralini, presidente del Comitato di
ricerca e di informazione indipendente sulla genetica (Criigen).

«Le analisi di Monsanto - spiega Séralini - non superano un controllo
minuzioso. I loro protocolli statistici sono altamente discutibili. Peggio,
l’azienda non ha effettuato una sufficiente analisi delle differenze nel
peso degli animali studiati. Dati cruciali dei test delle urine sono stati
cancellati dal dossier dall’azienda stessa». Secondo lo studio, il consumo
di mais MON863 provoca l’alterazione di diversi parametri biologici (peso di
reni e fegato, tasso di globuli rossi e trigliceridi) e la modificazione
dell’urina.

Effetti che variano a seconda del sesso. «Nelle femmine - spiega - si
osserva un aumento dei grassi e del zucchero nel sangue e un aumento del
peso del corpo e del fegato, il tutto associato a una grande sensibilità
epatica; nei maschi, è il contrario, con una perdita di peso nel corpo e
nelle reni». Greenpeace, che insieme a Carrefour ha finanziato lo studio (è
complicato ottenere finanziamenti pubblici per fare ricerca indipendente
sugli ogm), chiede il ritiro immediato dal mercato del mais Monsanto. «L’
attuale sistema autorizzativo per gli Ogm non ha più alcuna credibilità dopo
che è stato approvato un prodotto ad alto rischio nonostante chiare evidenze
dei possibili pericoli», dice Federica Ferrario di Greenpeace. I dati in
questione, infatti, sono stati oggetto di un feroce dibattito fin dal 2003,
quando sono state riscontrare alterazioni nel sangue degli animali.

E’ la prima volta che un Ogm autorizzato per il consumo umano dà segni di
tossicità nei topi da laboratorio, eppure è impossibile sapere se i
cittadini se lo sono già mangiato (con una concentrazione inferiore allo
0,9% non c’è obbligo di etichetta). Di sicuro, invece, gli ogm vengono
ingurgitati da tutti gli animali che forniscono carne e latte. O quasi. Il
Consorzio produttori della Fontina, per esempio, ha fatto sapere che darà
solo mangime «pulito» alle vacche da latte. Ma non tutta l’industria
casearia ha il coraggio di dire no agli ogm per garantire prodotti sempre
più qualificati, compresi quei formaggi che sono il nostro fiore all’
occhiello del «made in Italy» nel mondo.
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Informazioni parlamentari su agricoltura, alimentazione, pesca
newsletter a cura del gruppo parlamentare dei Verdi del Senato

        IL mais geneticamente modificato messo in commercio dalla soc.
Monsanto con la denominazione MON863 può provocare alterazioni nella
funzionalità del fegato e dei reni nei ratti, utilizzati nella
sperimentazione in laboratorio, che hanno consumato il prodotto per 90
giorni. Un potenziale rischio per la salute umana ed animale visto che il
prodotto già circola in Italia nei prodotti trasformati destinati al consumo
alimentare e nei mangimi zootecnici. Su questo tema vi inviamo
l'interrogazione parlamentare presentata oggi dalla senatrice dei Verdi
Loredana De Petris

INTERROGAZIONE

        Al Ministro della salute, al Ministro delle politiche agricole,
alimentari e forestali, al Ministro dell’ambiente, della tutela del
territorio e del mare
Premesso che
 - risulta attualmente autorizzato nell’Unione europea, per uso alimentare
umano e nei mangimi zootecnici, il mais geneticamente modificato denominato
MON863, brevetto registrato dalla soc. Monsanto;
 - il mais suddetto produce una tossina artificiale (Cry3Bb1) che dovrebbe
conferire resistenza all’azione di alcuni parassiti (Diabrotica spp.);
 - nel corso della procedura che ha condotto all’autorizzazione comunitaria
esperti della Commissione francese sull’ingegneria genetica (CGB) avevano
già sollevato dubbi e critiche in merito al contenuto dello studio, allegato
alla documentazione fornita per l’istruttoria, condotto dalla soc. Monsanto
sui topi di laboratorio alimentati per 90 giorni con il prodotto in
questione, con particolare riferimento al rischio di tossicità;
 - la rivista scientifica “Archives of Environmental Contamination and
Toxicology” ha pubblicato nei giorni scorsi una nuova valutazione
indipendente, condotto da esperti del CRIIGEN (Comitato per l’informazione e
la ricerca indipendente sull’ingegneria genetica), dei dati forniti dalla
soc. Monsanto nel citato studio sull’alimentazione delle cavie di
laboratorio con il MON863 dalla quale si evincono nuovi elementi di
preoccupazione in ordine agli effetti sul metabolismo;
 - in particolare la nuova valutazione ha evidenziato:
 - segni evidenti di anomalia nelle funzioni di fegato e reni degli animali
esaminati, desumibili dalle analisi del sangue e delle urine;
 - anomalie nella crescita e nel peso, con variazioni significative nei due
sessi, tali da far supporre differenze ormonali indotte nel metabolismo;
 - il mais MON863 circola attualmente sul territorio nazionale, sia nell’
ambito di prodotti alimentari trasformati destinati al consumo umano (anche
se non indicato in etichetta in relazione alla soglia di tolleranza ammessa
allo 0,9%) che nell’ambito di mangimi destinati all’alimentazione
zootecnica;
  - l’art.25 del decreto legislativo 8 luglio 2003, n.224 prevede che i
Ministri competenti, qualora sussistano fondati motivi di ritenere che un
OGM possa costituire un rischio per la salute umana, animale o per l’
ambiente, possano applicare la cosiddetta ‘clausola di salvaguardia’
prevista dalla normativa comunitaria per vietare temporaneamente l’
immissione sul mercato, l’uso e la vendita sul territorio nazionale del
prodotto in questione;
 - desta preoccupazione che prodotti geneticamente modificati possano essere
stati autorizzati sul territorio europeo sulla base di valutazioni
analitiche insufficienti, al termine di procedure istruttorie non in grado
di garantire adeguatamente l’innocuità per la salute pubblica;

CHIEDE
 - se non ritengano opportuno ed urgente, alla luce delle risultanze di
ricerca pubblicate dalla rivista “Archives of Environmental Contamination
and Toxicology” sul rischio di tossicità del mais MON863, disporre la
sospensione dell’immissione sul mercato nazionale di tale prodotto,
applicando la clausola di salvaguardia di cui all’art.25 del decreto
legislativo 8 luglio 2003, n.224;
 - se non ritengano necessario intraprendere le necessarie iniziative in
tutte le sedi comunitarie affinché si provveda ad una approfondita revisione
dei processi autorizzativi dei prodotti geneticamente modificati, tale da
assicurare l’intervento di valutazioni scientifiche indipendenti e di una
approfondita valutazione dei rischi tossicologici ed allergenici, oltre che
delle conseguenze dal punto di vista ambientale.

                                                                Sen.
Loredana De Petris

Roma, 15 marzo 2007
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