rassegna stampa: IL BRASILE ADOTTA L'ETICHETTATURA SUGLI OGM.



a cura di AltrAgricoltura Nord Est
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tratto da "Green planet" -
IL BRASILE ADOTTA L'ETICHETTATURA SUGLI OGM.
Non più "può contenere OGM", ma "contiene OGM", l'ha vinta la ministra
dell'ambiente. Notevole riflesso sul mercato internazionale.
Paese ospite, da lunedì, della terza riunione dei sottoscrittori del
protocollo di Cartagena sulla biosicurezza, il Brasile ha risolto, in
extremis, il vicolo cieco nel quale si era infilato, allo stesso tempo, ha
rinfrescato la sua immagine di "potenza ambientale".
Entrato in vigore nel 2003 e ratificato finora da 132 paesi, il trattato
regolamenta gli scambi internazionali di organismi geneticamente modificati,
in modo da prevenire eventuali rischi per l'ambiente e la salute.

Garantisce ai paesi importatori il diritto di essere informati della
presenza o no di OGM nei carichi loro destinati consentendo di decidere o
meno di accettarli.
Uno dei principali punti all'ordine del giorno della riunione è precisamente
il grado d'informazione che l'esportatore deve fornire all'importatore, in
altre parole l'etichettatura.
Il protocollo sancisce, in via provvisoria, che questi carichi debbano
portare la semplice etichetta "può contenere" OGM, il che lascia nel dubbio.
I sottoscrittori del protocollo devono ora decidere l'adozione della
menzione più precisa "contiene OGM" che obbligherà i produttori a realizzare
analisi sugli OGM e segregare i grani transgenici da quelli
convenzionali.<!--boite meme sujet--><!--fin boite meme sujet-->
Insieme depositario della maggior parte della biodiversità mondiale e grande
esportatore agroalimentare, il Brasile è diviso sulla questione, fino al
cuore del governo, dove si affrontano il ministero dell'agricoltura e quello
dell'ambiente.
Nel corso della riunione dell'anno scorso, il Brasile era stato l'unico
firmatario del protocollo, con la Nuova Zelanda, a difendere il mantenimento
della formula "può contenere",  cedendo, allora, alle richieste del settore
agricolo.
Ma, il presidente Lula ha dato ragione al ministro dell'ambiente, Marina
Silva, sostenuto dagli ecologisti, decidendo che il Brasile difenderà la
formula "contiene  OGM" pur dando quattro anni ai suoi produttori per
adattarsi.
Una "vittoria per la biosicurezza del pianeta", ha detto Greenpeace, che
contesta tuttavia questo termine.
Per Marina Silva, la terminologia "contiene", se è adottata, metterebbe la
produzione brasiliana al riparo da eventuali barriere non tariffarie da
parte di paesi che esigono l'etichettatura degli OGM.
Gli esportatori agricoli, da parte loro, sostengono che la selezione e
l'etichettatura dei prodotti aumenterà i loro costi di produzione e che
saranno così in posizione sfavorevole riguardo ai loro concorrenti.
Il Brasile è infatti il solo grande esportatore ad avere aderito al
protocollo di Cartagena: gli altri (Stati Uniti, Canada, Australia ed
Argentina) si sono guardati da farlo. I sottoscrittori del protocollo
affronteranno anche un'altra polemica: la definizione di un meccanismo di
ripartizione delle responsabilità tra il paese importatore e quello
esportatore in caso di danni risultanti dai flussi internazionali di OGM.
(Libération, 15 marzo: Le Brésil adopte l'étiquette «contient des OGM» -
Traduzione di Bianca Crivello)
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LAZIO: ATTENTI AGLI OGM.
Previsti arresto o ammenda per i trasgressori al divieto di semina.
Lo ribadisce la legge regionale che vieta la coltivazione e l’allevamento a
qualsiasi titolo di organismi geneticamente modificati (27 febbraio 2004,
n.2, art. 79), punendo l’impiego di questi sementi con l’arresto da uno a
due anni o con l’ammenda da 5000 a 50mila euro.

La Regione ricorda a tutti gli agricoltori del Lazio di applicare le norme
vigenti in materia, stando attenti soprattutto alla provenienza del mais.
Potrebbero, infatti, trovarsi in commercio varietà di mais geneticamente
modificato Mon810, iscritte al catalogo comune europeo, per cui viene
consigliato, all’atto dell’acquisto delle sementi, di verificare
attentamente l’etichettatura.

Le partite di sementi transgeniche, infatti, devono essere munite di
etichetta che indichi chiaramente che la varietà è geneticamente modificata.
Inoltre, le sementi di mais e di soia possono accidentalmente essere
contaminate da mais e soia Ogm, per questo si consiglia di conservare il
cartellino ufficiale di certificazione obbligatorio per tutte le sementi, la
fattura di acquisto e la
dichiarazione della ditta cementiera circa l’assenza di Ogm, al fine di
poter dimostrare la provenienza del materiale comprato e di tutelarsi da
eventuali contestazioni per la violazione delle norme sopra indicate.
(Tusciaweb.it, 17 marzo 2006)
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