[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
Rassegna stampa - RICERCA ITALIANA: GLI OGM CAMBIANO LE CAVIE.
- Subject: Rassegna stampa - RICERCA ITALIANA: GLI OGM CAMBIANO LE CAVIE.
- From: "Altragricoltura" <altragrico at italytrading.com>
- Date: Mon, 6 Mar 2006 17:14:00 +0100
a cura di AltrAgricoltura Nord Est ----------------------- tratto da Gree Planet - 06/03/06 RICERCA ITALIANA: GLI OGM CAMBIANO LE CAVIE. Il maxi progetto di ricerca coordinato dall'Inran e finanziato dal Ministero per le politiche agricole evidenzia modifiche nel sistema immunitario delle cavie e mette in dubbio i tranquillizzanti pareri dell’Efsa. Mangiare cibi geneticamente modificati non è come mangiare cibi tradizionali. E coltivare questo tipo di piante, ha un impatto diverso sull’ambiente, rispetto alle piante normali. Sono queste le principali conclusioni a cui sono giunti alcuni ricercatori italiani che hanno partecipato ad un maxi progetto di ricerca sugli ogm finanziato dal Ministero per le politiche agricole e forestali e coordinato dall’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (Inran). I risultati di questa mega ricerca a cui hanno collaborato diversi ricercatori appartenenti a università (Napoli II, La Sapienza, Firenze) ed istituti di ricerca (Ense, Mipaf), saranno resi noti martedì prossimo nel corso di un convegno ufficiale a Roma, ma alcune conclusioni sono state già rese note. E si tratta di conclusioni destinate a far discutere non solo in ambito scientifico. I ricercatori dell’Inran hanno infatti scoperto che le cavie che erano state nutrite con farina di mais transgenico, in particolare il MON 810 (Bt11), hanno evidenziato «una diversa reazione immunitaria sia a livello intestinale, che periferico». «Sulla base delle informazioni ottenute - ha spiegato il coordinatore del progetto di ricerca “Ogm in agricoltura”, Giovanni Monastra, direttore generale dell’Inran - non sappiamo quale tipo di implicazioni per la salute hanno queste diverse reazioni. Se per esempio possono indurre ad una reazione allergica o si tratta di semplici differenze fisiologiche, del tutto insignificanti. Quello che è certo è che non possiamo negare che esistano». Al momento infatti l’analisi dei ricercatori italiani si ferma qui. Studiare quali sono gli effetti sulla salute e sull’ambiente di queste diverse reazioni tra mais modificato geneticamente e mais naturale, è l’obiettivo delle prossime ricerche. Fino ad oggi però nessuno era riuscito a dimostrare con certezza che gli organismi geneticamente modificati avessero degli impatti diversi sulla salute e sull’ambiente rispetto a quelli naturali. Per questo l’Autorità europea per la sicurezza alimentare nel maggio scorso aveva concluso che al momento «non esistono prove del fatto che l’immissione sul mercato di prodotti contenenti il nuovo ogm possa avere conseguenze nocive sull’uomo, sugli animali e sull’ambiente». Ed è stato proprio partendo da queste conclusioni che la Commissione Europea ha dato il via libera ieri alla commercializzazione di un altro prodotto ogm in Europa scatenando le proteste di consumatori e di ambientalisti. Sebbene non abbia indicato che ci sono pericoli, la ricerca comunque mette in dubbio le conclusioni dell’Efsa. Inoltre lo studio dell’Inran ha contribuito anche a chiarire un altro controverso aspetto della lunga querelle contro gli ogm, quella che riguarda la contaminazione ambientale. «Non sono state rilevate differenze significative per nessuno dei diversi parametri utilizzati tra i campioni prelevati dal suolo coltivato con mais BT e quelli prelevati dal suolo coltivato con mais convenzionale. Tuttavia, piccole differenze evidenziatesi sono attualmente oggetto di approfondimento» si legge infatti nelle conclusioni della ricerca. «Si tratta di piccole differenze a livello di composizione della microflora del suolo - ha spiegato Monastra - che però devono essere valutate approfonditamente, perché se amplificate su larga scala potrebbero dare problemi particolari». I ricercatori hanno anche analizzato le diverse perfomance in termini di produzione e di capacità nutrizionali del mais transgenico e di quello tradizionale. Per quanto concerne questo ultimo aspetto, nel rapporto si legge che «non sono stati evidenziati cambiamenti quantitativi e/o qualitativi tra i chicchi del mais transgenico e di quello convenzionale isogenico», mentre per quanto riguarda il trinciato integrale del mais Bt (usato per l’ alimentazione animale), questo «è risultato molto più ricco di lignina rispetto al trinciato del mais convenzionale (19,2 contro il 5.3 %). Il maggior contenuto di lignina rende il mangime meno appetibile per gli animali». «I TOPI NON HANNO DIGERITO IL MANGIME TRASFORMATO» «Noi non diciamo che gli Ogm sono pericolosi, ma solo che tra le cavie che hanno mangiato farina di mais transgenico e quelle che invece hanno mangiato farina di mais normale ci sono state delle reazioni differenti». Per Elena Mengheri, la ricercatrice dell’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione che ha realizzato proprio lo studio relativo alla sicurezza di questi particolari prodotti, «per capire se sono pericolosi bisognerà fare in ogni caso ulteriori analisi». Qual è la novità della vostra ricerca? «Per la prima volta siamo stati in grado di valutare la digeribilità della proteina inserita ne gene del mais in un organismo vivente. Fino ad oggi infatti questi test allergenici erano stato realizzati sempre in vitro. E la proteina che veniva studiata era sempre analizzata da sola e non all’interno di un alimento complesso. Noi invece abbiamo deciso di vedere la reazione di questa proteina che viene assunta da un organismo che mangia anche altri alimenti». Come avete realizzato il vostro studio? «Siamo andati a vedere alcuni indicatori specifici della risposta immunitaria su quattro distinti gruppi di topolini. In tutto sono stati studiati una sessantina di cavie divise in due gruppi principali per età e per tipo di alimentazione. Abbiamo studiato sia topolini in fase di svezzamento che topolini più anziani. Questo per avere un quadro più esteso delle reazioni immunitarie». Cosa avete scoperto esattamente? «Abbiamo notato delle differenze di risposta immunitaria tra i due gruppi di cavie posti sotto osservazione. In particolare abbiamo notato che alcuni parametri sono minori nei topolini nutriti con farina di mais ogm. Ora però la prossima tappa è capire cosa comportano queste differenze di espressione». LEGAMBIENTE: OGM, ALLARMANTE IL NUOVO STUDIO ITALIANO “I produttori del biotech e anche un’ampia parte del mondo politico europeo ci hanno sempre proposto gli ogm come un prodotto assolutamente innocuo sia per l’ambiente che per l’uomo, facendo tabula rasa del principio di precauzione”. A dirlo è Francesco Ferrante, direttore generale di Legambiente, dopo aver appreso le conclusioni dello studio finanziato dal Ministero delle politiche agricole e forestali e coordinato dall’Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione che ha rivelato modifiche nel sistema immunitario delle cavie. “Lo studio italiano ci dice intanto una cosa: non si può giocare con la genetica. L’ottimismo sbandierato con troppa facilità negli studi delle multinazionali deve far riflettere, così come devono essere incoraggiate maggiormente le ricerche pubbliche. Ci troviamo di fronte ad un allarme pesante che non va assolutamente sottovalutato e che arriva, peraltro, in concomitanza con l’ennesima autorizzazione per un mais gm”. ------------------------- RICADUTE PRATICHE DEL PROGETTO “OGM IN AGRICOLTURA” Indicazioni in campo normativo · Al fine di garantire una maggiore sicurezza d’uso, si è evidenziata la necessità di verificare la stabilità del genoma degli OGM, non solo al momento di presentare la documentazione per la richiesta delle autorizzazioni per coltivazione e/o commercializzazione (come prevede la normativa attuale), ma a ogni singola generazione della pianta. Indicazioni in campo socioeconomico · E’ stato evidenziato un potenziale impatto negativo sul sistema agroalimentare italiano. Infatti: 1. Gli agricoltori interessati a coltivare gli OGM attualmente in commercio sono una minoranza (18%). Questi ultimi lavorano nelle aziende di dimensioni più grandi, che operano prevalentemente nelle regioni nord-occidentali, attive nel campo cerealicolo e in quello della zootecnia del latte. 2. La percezione del consumatore italiano è tendenzialmente sfavorevole verso l’impiego dell’ingegneria genetica nel settore agroalimentare. Solo il 25% circa del campione si è dichiarato apertamente favorevole all’ introduzione di OGM nel sistema agroalimentare italiano. In linea di massima, gli intervistati tendono a rifiutare tali prodotti sia perché non ne vedono particolari vantaggi sia perché ritengono che non esistano sufficienti evidenze riguardo la sicurezza per il consumatore e per l’ ambiente. 3. La maggioranza dei turisti stranieri in Italia non acquisterebbe un prodotto italiano con OGM, o alcuni di essi addirittura non acquisterebbero più nessun prodotto italiano, qualora fossero introdotti OGM nella nostra agricoltura. Indicazioni in campo agronomico · La produttività del mais Bt (MON810) è simile a quella del convenzionale isogenico per quanto riguarda la resa di trinciato integrale (usato per l’ alimentazione animale). · La resa in granella del mais Bt rispetto al convenzionale isogenico è risultata significativamente superiore (141 q/ha vs 110 q/ha per il mais a maturazione medio-precoce e 159 q/ha vs 111 q/ha per il mais medio-tardivo). La prova di comparazione è stata fatta confrontando il mais transgenico con quello convenzionale, non trattato contro gli attacchi della piralide. · Il trinciato integrale del mais Bt (usato per l’alimentazione animale) è risultato molto più ricco di lignina rispetto al trinciato del mais convenzionale (19,2 Vs 5.3 %). Il maggior contenuto di lignina rende il mangime meno appetibile per gli animali. Indicazioni nel campo della sicurezza d’uso · I risultati preliminari delle sperimentazioni su topi sia molto giovani sia in età avanzata (alimentati con farina di mais gm o di convenzionale isogenico) hanno messo in evidenza alcune modificazioni della risposta immunitaria sia intestinale che periferica. Ciò induce a ritenere opportune indagini più approfondite sulla risposta immunitaria per definire la reale sicurezza d’uso del mais Bt. Indicazioni in campo nutrizionale · Non sono stati evidenziati cambiamenti quantitativi e/o qualitativi tra le cariossidi (ossia i chicchi) del mais transgenico e di quello convenzionale isogenico, relativamente alle molecole analizzate, ovvero: macronutrienti, micronutrienti, molecole nutrizionalmente bioattive (per esempio antiossidanti) e la presenza di eventuali antinutrienti. Indicazioni sulle metodiche di rilevamento degli OGM · Sono state definite e perfezionate metodiche analitiche per la rilevazione ed identificazione di OGM negli alimenti, nei mangimi, nelle sementi. Indicazioni circa l’impatto sul suolo · Non sono state rilevate differenze significative per nessuno dei diversi parametri utilizzati tra i campioni prelevati dal suolo coltivato con mais BT e quelli prelevati dal suolo coltivato con mais convenzionale. Tuttavia, piccole differenze evidenziatesi sono attualmente oggetto di approfondimento. (Consiglio dei Diritti genetici) Il mattino, 4 marzo 2006 Legambiente, 3 marzo 2006 ----------------------------------------------- N.B. se volete essere cancellati da questa lista scrivete a altragricoltura at italytrading.com Altre notizie sul sito: www.altragricolturanordest.it -- No virus found in this outgoing message. Checked by AVG Free Edition. Version: 7.1.375 / Virus Database: 268.2.0/275 - Release Date: 06/03/2006
- Prev by Date: rassegna stampa: I produttori: stop alla fontina ogm.
- Next by Date: rassegna stampa - AVIARIA: LA RADICE DEL PROBLEMA È L'AL LEVAMENTO INDUSTRIALE
- Previous by thread: rassegna stampa: I produttori: stop alla fontina ogm.
- Next by thread: rassegna stampa - AVIARIA: LA RADICE DEL PROBLEMA È L'AL LEVAMENTO INDUSTRIALE
- Indice: