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Campagna Abiti Puliti

Gennaio 2006


CROLLO DELLA SPECTRUM: A RISCHIO IL RISARCIMENTO DEI LAVORATORI

Dopo otto mesi, la quasi totalità delle imprese committenti tenta di sottrarsi al fondo di garanzia per i risarcimenti dovuti


I lavoratori superstiti e le famiglie dei lavoratori deceduti l’11 aprile scorso nel crollo della Spectrum-Shariyar, maglificio di Savar in Bangladesh, sono ancora in attesa di ricevere le indennità spettanti e il corrispettivo per gli straordinari svolti. Alcuni lavoratori feriti necessitano di nuove cure mediche. La produzione è ripresa al terzo piano della Shariyar, ma con sistemi di sicurezza praticamente inesistenti. Una delegazione della Clean Clothes Campaign, che ha visitato la fabbrica la prima settimana di dicembre, non vi ha trovato estintori, solo alcuni secchi di sabbia, e nessuna uscita di sicurezza. La Spectrum-Shariyar dava lavoro a 4 mila persone prima del crollo, oggi ne occupa solo 400; molti dei superstiti hanno trovato impiego altrove, ma cento restano disoccupati e senza fonte di reddito. Una delle imprese committenti, la spagnola Inditex, ha proposto la creazione di un fondo di garanzia, approvato dalla Clean Clothes Campaign, destinato al risarcimento dei feriti e delle famiglie delle vittime, che prevede:
- Per le famiglie dei deceduti: salario completo dall’11 aprile 2005 fino alla data di corresponsione del risarcimento; una somma forfetaria calcolata in base al salario percepito dalla vittima e alla composizione del nucleo familiare; un vitalizio adeguato annualmente al tasso di inflazione.
- Per i feriti: salario completo dall’11 aprile 2005 fino alla data di corresponsione del risarcimento; una somma forfetaria calcolata in base all’età, alle ferite riportate e al salario percepito dalla vittima; una pensione,  adeguata annualmente al tasso di inflazione, commisurata al grado e alla durata dell’inabilità al lavoro, al salario percepito, e alla composizione del nucleo familiare.
La Clean Clothes Campaign ritiene che la proposta formulata dalla società di consulenza KPMG per conto della Inditex rappresenti il risarcimento minimo accettabile per una tragedia di queste proporzioni. Nella terza settimana di dicembre rappresentanti della Inditex e della Federazione internazionale dei lavoratori del tessile-abbigliamento (ITGLWF) si sono recati in Bangladesh per definire con la parti interessate le fasi per la costituzione del fondo di garanzia. All’Associazione dei produttori e degli esportatori del Bangladesh (BGMEA) e al governo del paese spetta sviluppare politiche di prevenzione e di miglioramento delle condizioni di lavoro per tutto il settore.

Altre imprese committenti della Spectrum-Shahriyar, Scapino e Cotton Group, a cui si sono accodate in seguito Steilmann e la catena di distribuzione KarstadtQuelle (KQ), hanno comunicato alla Clean Clothes Campaign l’intenzione di non partecipare al fondo di garanzia e di voler procedere separatamente alla costituzione di un fondo di soccorso per far fronte alle necessità più urgenti dei lavoratori. La Clean Clothes Campaign ritiene inammissibile che si possa pensare di sostituire con un sollievo momentaneo misure predisposte per rispondere alle esigenze di lungo periodo dei lavoratori e delle famiglie delle vittime. Le organizzazioni sindacali del Bangladesh riferiscono di non essere state consultate dalle imprese sui loro nuovi progetti e insistono per la loro adesione al fondo di garanzia.

La Clean Clothes Campaign chiede a tutte le imprese committenti di dare prova della serietà dell’impegno a risarcire adeguatamente tutte le persone che hanno subito le conseguenze della terribile tragedia che ha colpito la Spectrum-Shariyar sostenendo la proposta del fondo di garanzia e dotandolo dei  mezzi economici sufficienti a coprire lo stanziamento complessivo previsto.

Vi avevamo informato delle indagini in corso sulla presenza di aziende italiane fra i committenti della Spectrum-Shariyar. Abbiamo svolto un lavoro approfondito di concerto con il sindacato italiano e bengalese, incontrato i lavoratori della fabbrica. Ma le informazioni che abbiamo raccolto non si sono rivelate fino a questo momento sufficienti a provare con certezza il coinvolgimento delle aziende che ci sono state segnalate. Il nostro lavoro di indagine continua.


Inviate una mail alle imprese committenti della Spectrum-Sharyiar per chiedere loro di assumere un atteggiamento responsabile, collegandovi al sito:
http://www.cleanclothes.org/urgent/05-12-15.htm


(a cura di Deborah Lucchetti e Ersilia Monti)


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