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Gruppi di Acquisto Solidale: un questionario del Critical Wine
- Subject: Gruppi di Acquisto Solidale: un questionario del Critical Wine
- From: "Altragricoltura" <altragrico at italytrading.com>
- Date: Sat, 2 Apr 2005 11:46:15 +0200
Per chi, come noi, sta facendo l'esperienza dei Gruppi di Acquisto Solidale, o il percorso personale del consumo critico, risulterà interessante il questionario, con il relativo commento, realizzato dagli amici di "Terra e Libertà/Critical Wine". Ad una prima lettura i risultati del questionario ci sembrano confermare la potenzialità, ancora non espressa, della proposta GAS e, nel contempo, quanto questa venga limitata dalla scarsa circolazione di informazioni sull'argomento e dalla ristrettezza dei GAS con un funzionamento di rete. Altra impressione che ricaviamo è che questo modello di esperienza di consumo critico sia ancora troppo determinata da aspetti, per così dire, ideologici a scapito di quelli determinati da situazioni e bisogni materiali delle persone. Un "modello", quindi, che vive molto del nostro immaginario e ancora con poca capacità di concretizzare un vivere quotidiano diverso e socializzato nella produzione/distribuzione, fruizione di alimenti e beni. Questo spunto di riflessione, per noi, è un invito ad attraversare l'esperienza dei Gruppi di Acquisto Solidali con un rinnovato impegno ed energia, nella consapevolezza che possono focalizzare una risposta efficace a contrastare la condizione di bisogno e di dipendenza a cui ci costringono le grandi imprese della distribuzione e del settore agroalimentare. A cura di AltrAgricoltura Nord Est --------------------------------- tratto dal sito "www.criticalwine.org" Durante la tre giorni di Critical wine a Milano (Leoncavallo, dicembre 03) abbiamo distribuito circa 500 questionari tra i consumatori che hanno visitato la manifestazione. Di seguito riportiamo alcune note di lettura sul sondaggio svolto. (il testo del questionario si trova subito dopo le note di lettura) Alla prima domanda sulla partecipazione ai gruppi d’acquisto, solo il 30,9% dichiara di avervi partecipato; il 39,4% non ha mai fatto quest’esperienza e il 29,7% non sa nemmeno cosa siano. In un altro luogo, la percentuale di persone che ha partecipato a gruppi d’acquisto potrebbe sembrare non irrilevante. Si potrebbe infatti considerare che vi è comunque una percentuale superiore al 30% di persone che tenta o intende difendersi dai prezzi alti e dalla scarsa qualità dei prodotti con sistemi di autorganizzazione. Se però consideriamo il luogo in cui è stata svolta l’ inchiesta, il C.S. Leoncavallo, è davvero sorprendente che 7 persone su dieci o non hanno mai tentato esperienza di autodifesa dal sistema commerciale capitalistico o addirittura non sappiano cosa questo possa significare e come possa avvenire. C’è d’altronde da considerare la possibilità che il pubblico della Fiera dei particolari fosse in parte o in maggior parte alieno dai canoni soliti di frequentazione dei centri sociali. Le risposte alla seconda domanda ( Ti interesserebbe attivare o potenziare i tuoi acquisti direttamente dai produttori?) sono state univoche: il 94% affermative, solo l’1,4% negative e per il 4,6% indecise. Ciò indica la possibilità ( e la responsabilità ) di continuare a lavorare con più tenacia per ridurre la distanza alimentare. Abbiamo aperto un grande spazio di iniziativa politica che sarebbe stupido abbandonare. Dall’inchiesta viene confermato che la riduzione della catena alimentare è un obiettivo politico della massima importanza perché consente tra l’altro di individuare e scardinare i meccanismi di produzione e di distribuzione della ricchezza; un obiettivo che ci consente inoltre di riporre al centro della nostra riflessione teorica e della nostra battaglia politica la questione dei rapporti di produzione che, è bene ricordarlo, costituiscono nient’altro che il sistema di relazioni sociali vigenti. La domanda numero 3 e 4 ( 3:Quando acquisti un vino, badi alle informazioni fornite dall’etichetta, dalla bottiglia e dal tappo?; 4: Se ci badi, ritieni che le informazioni inscritte nell’etichetta siano sufficienti indicatori di qualità?) segnala una grande attenzione dei consumatori, ma nel contempo permette di intuire la loro frustrazione; infatti, l’86,1% prima di acquistare tenta di carpire, attraverso ciò che c’è scritto nell’etichetta, informazioni che lo aiutino nella scelta, ma a fronte di quest’attenzione vi è la consapevolezza ( 85,5%) che ciò che si legge non permette di avere dei buoni indicatori di qualità. Anche in questa discrasia tra attenzione e frustrazione dobbiamo cogliere lo spazio di azione pratica. La nostra idea di protocollo di responsabilità autoprodotto interviene in questa zona oscura nella quale oramai l’etichetta è divenuto un luogo di chiacchiere per polli. Alla domanda numero 5 ( Il vino lo bevi prevalentemente: ) quasi la metà ( 48,6%) dichiara di berlo ovunque, il 37, 9% usa berlo in casa e il 13,5% al ristorante. Stupisce che nessuno abbia indicato come luogo privilegiato di consumo il bar. Dalle risposte alla domanda numero 6 ( Quando compri una bottiglia di vino, ti interessa sapere se è stata messa in commercio direttamente dal produttore?) risulta come ben il 34,9% è consapevole che in Italia non è possibile da ciò che viene scritto sull’etichetta sapere se il vino è stato messo in commercio dal produttore. Ciò ci induce a pensare che il campione presente al criticalwine del Leoncavallo sia ben informato. Sempre alla sesta domanda il 37,9% dichiara il proprio interesse a conoscere se è stato il produttore direttamente a commercializzare il vino, mentre solo il 7,2% è indifferente alla questione. Che tra le persone a cui è stato consegnato il questionario vi siano molti conoscitori della filiera di produzione e di distribuzione del vino risulta anche dalle risposte alla domanda numero 7 ( Rispetto al prezzo che paghi per una bottiglia di vino, hai idea di quanto denaro vada al produttore? ): il 32,9% risponde infatti affermativamente, il 67,1% negativamente. Più controverse del dovuto risultano invece le risposte alla domanda numero 8 ( Ritieni che la tracciabilità dei vini sia proporzionale alla loro qualità? ). Anche se poco meno dei due terzi ( 64,2%) ritiene che vi sia un legame forte tra informazioni e qualità del prodotto, vi è un’alta percentuale ( il 30%) che lo esclude, mentre il 5,8% non lo sa ( da segnalare che per obbligare a una risposta secca, la voce: non lo so, non era stata inserita, per cui ciascuno degli indecisi l’ha aggiunta da solo). Infine, alla domanda sul prezzo sorgente ( Vorresti che sull’etichetta venisse indicato il prezzo sorgente dei vini?), la risposta è stata pressocché unanime ( 87,4% di si, 2,8% di no e 9,8% non lo so). Ciò che sorprende non è tanto la risposta, ma la capacità di metabolizzare un messaggio ( quello del prezzo sorgente ) che tutti hanno avuto la possibilità di ascoltare per la prima volta al Leoncavallo. Ancora oggi per molti compagni che pure hanno organizzato l’iniziativa il discorso del prezzo sorgente non è chiaro. Essere riusciti, malgrado ciò, a chiarirlo a chi lo ascoltava per la prima volta è riflesso della forza del messaggio e nel contempo della capacità di farlo veicolare. Questionario anonimo CONSUMATORI 1. Hai mai partecipato a gruppi d’acquisto? 1.1 Sì 1.2 No 1.3 Non cosa siano. 2 Ti interesserebbe attivare o potenziare i tuoi acquisti direttamente dai produttori? 2.1 Sì 2.2 No 2.3 Non lo so. 3 Quando acquisti un vino, badi alle informazioni fornite dall’etichetta, dalla bottiglia o dal tappo? 3.1 Sì 3.2 No. 4 Se ci badi, ritieni che le informazioni inscritte nell’etichetta siano sufficienti indicatori di qualità 4.1 Sì 4.2 No 4.3 Non lo so. 5 Il vino lo bevi prevalentemente: 5.1 In casa 5.2 Al ristorante 5.3 Al bar 5.4 Ovunque. 6 Quando compri una bottiglia di vino, ti interessa sapere se è stata messa in commercio direttamente dal produttore? 6.1 Sì 6.2 No 6.3 Non lo posso sapere. 7 Rispetto al prezzo che paghi per una bottiglia di vino, hai idea di quanto denaro vada al produttore? 7.1 Sì 7.2 No 8 Ritieni che la tracciabilità dei vini (indicazione dei terreni, dei metodi di produzione, di conservazione ecc.) sia proporzionale alla loro qualità? 8.1 Sì 8.2 No 8.3 Non so 9 Vorresti che sull’etichetta venisse indicato il prezzo sorgente (cioè il prezzo pagato al produttore) dei vini? 10 Sì 11 No 12 Non so ------------------------------------------- N.B. se volete essere cancellati da questa lista scrivete a altragricoltura at italytrading.com
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