Re: quali princìpi?



per favore cancellatemi
grazie

----- Original Message -----
Sent: Thursday, February 03, 2005 10:54 AM
Subject: Re: quali princìpi?

Rispondo solo alla prima parte visto che riguarda una mia frase che non pensavo destasse molti problemi.
Come prima cosa non credo che nessuno degli iscritti possa permettersi di giudicare la mia etica o la mia concezione di essa, visto che nessuno mi conosce. In secondo luogo quando ho scritto quel messaggio relativo solamente ad un appunto di Gianluca (che tra l'altro ha avuto la sensibilità di condividere almeno in parte) l'ho scritto semplicemente per evidenziare la mia completa ignoranza e inappropriatezza di eventuali miei messaggi in termini di vegetarianesimo a confronto dell'alto livello della discussione maturata in questi giorni.
Io andavo a toccare solo un argomento del quale ero pienamente a conoscenza e del quale andavo ad esprimere la mia idea: la disparità che esiste tra chi mangia (vegetariani e non) e chi no. E semplicemente non è diventando vegetariani che si risolve il problema.
Il mio non discutere sull'eticità è per il semplice motivo che la mi a decisione in fatto di quello che mangio l'ho presa e non è nè nel mio pensiero, nè nelle mie conoscenze andare a dimostrare o convincere cosa è giusto o meno in merito a questa materia

Quello su cui possiamo e dobbiamo riflettere sono invece i principi etici, senza i quali non c'è discussione che abbia senso. Se non fosse per i nostri principi etici, la fame nel mondo, tanto per citare uno dei tanti problemi che affliggono l'umanità, sarebbe già stata da tempo risolta in maniera facile, economica e radicale: "sopprimendo" un'adeguata percentuale di persone!

Antonella, non è certo per eticità che non si ammazzano persone per risolvere il problema della fame. Quando eravamo la metà delle persone nel mondo il problema era lo stesso, quando eravamo la metà della metà il problema non mancava. Semplicemente, quel 20% di persone hanno bisogno di papparsi i 3/4 della torta per potersi permettersi i piccoli lussi del nostro mondo. Senza c ontare quanti siamo o cosa mangiamo.
Prova a pensare, se quel 20% di mondo decidesse a un certo punto di non lasciare povero uno stato africano, le conseguenze quali sarebbero? Si dovrebbe dividere equamente anche con lui tutti gli introiti mondiali e bisognerebbe pagarlo come si paga ogni altro stato europeo. ecc........ dovremmo dividere il nostro benessere. Siamo così immaturi che facciamo fatica a farlo con stati che non certo del terzo mondo (guardiamo le vicende europee di questi ultimi anni) figuriamoci uno stato del terzo mondo. Questo sia se siamo vegetariani o meno.

Per tutto il resto leggo interessato gli spunti di riflessione, e un piccolo appunto a Gianluca che fino ad ora ha sempre suscitato il mio entusiasmo e ammirazione nelle sue disquisizioni: è facile e bello parlare delle proprie idee con persone che le condividono, è molto più difficile e costruttivo di discussione farlo con persone che non la pensano in maniera diversa. Per qu esto ti invito a rimanere e a continuare la discussione.

Ciao
Luca


--------- Original Message --------
Da: consumocritico at peacelink.it
To: "consumocritico at peacelink.it" <consumocritico at peacelink.it>
Oggetto: quali princìpi?
Data: 02/02/05 22:04



Non mi permetto di discutere sull'eticità o meno di essere o non vegetariani, e nemmeno sulle conseguenze sanitarie ed economiche.

Anch'io preferisco non addentrarmi nei meandri tecnici...del resto ci sono esperti di grande fama, e da una parte e dall'altra, in grado di produrre prove a dimostrazione di questo e di quello...

Quello su cui possiamo e dobbiamo riflettere sono invece i principi etici, senza i quali non c'è discussione che abbia senso. Se non fosse per i nostri principi etici, la fame nel mondo, tanto per citare uno dei tanti problemi che affliggono l'umanità, sarebbe già stata da tempo risolta in maniera facile, economica e radicale: "sopprimendo" un'adeguata percentuale di persone!
In fatto di etica, poi, non occorre essere dei professori universitari. Ognuno risponde alla propria coscienza.

Il problema reale è: è giusto approfittare della propria posizione di forza per USARE la vita e la morte di altri esseri viventi anche quando questo non è indispensabile per la nostra sopravvivenza? Se pensate di sì....... donne, bambini, anziani, infermi e poveri del mondo... meditate!

E poi, se uccidere gli animali per mangiarli fa parte della nostra natura umana, perchè l'idea di tirare il collo ad una gallina o di scannare il collo di un agnello ci fa rabbrividire al solo pensiero? E perchè, malgrado il karma della lattuga che è stato immancabilmente citato, nessuno prova disagio a raccogliere un cespo di lattuga?

Infine, due brevi appunti al volo a Giorgio, facoltà di veterinaria!!!, che dice:
       sono d'accordo sul fatto che vegetali e animali siano risorse...

      Per allevatori, macellai, pellicciai, vivisettori e, ahimè, certi veterinari... è sicuramente così. Prima di
      tutto, però,  sono degli esseri viventi e senzienti, capaci, come noi, di soffrire o di godere
      dell'esistenza.

      Non trovo quindi spregevole uccidere un animale per cibarmi di esso, fosse anche perchè trovo gustosa
      la sua carne.

     
Rispetto la tua scelta ma la motivazione mi sembra un pò... inconsistente!!! E le donne che non ci
     stanno, le violenti?

     ciao, antonella


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