cari compagni e care compagne,
ieri Gino - Luigi Veronelli, compagno di molte battaglie, ci ha
lasciato.
gli daremo l'ultimo saluto il pomeriggio di mercoledì 1 dicembre,
presso il cimitero monumentale di bergamo, assieme alla banda degli
ottoni a scoppio e alle bandiere di uguaglianza e libertà che ha sempre
amato.
i compagni di tl/cw
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brevi cenni biografici
Nato a Milano nel 1926, Luigi Veronelli è stato un maestro della
cultura enograstronomica, ma non solo, ha speso oltre cinquant¹anni
della sua
vita in battaglie, intuizioni, stimoli, idee a favore della
dell¹agricoltura e di una cognizione del gusto che tenesse assieme la
sensibilità
sociale.
In gioventù fu assistente del filosofo Giovanni Emanuele Bariè (con cui
pubblica la rivista Il Pensiero) e collaboratore di Lelio Basso (edita
I problemi del socialismo). È stato ami! co di Luigi Carnacina (con cui
ha redatto testi importanti come La grande cucina, Mangiare e bere
all¹italiana, La cucina rustica regionale), di Gianni Brera (con cui è
autore di La Pacciada), di Giangiacomo Feltrinelli (a cui fa
pubblicare,
imperdibili, Mangiare da Re di Nino Bergese e il suo Alla ricerca dei
cibi
perduti, ripubblicato da DeriveApprodi nel 2004),
dell¹architetto-designer Silvio Coppola, di Mario Soldati. Condannato a
sei mesi di carcere
per istigazione alla rivolta dei vignaioli piemontesi (oppressi da
burocrazia e contrastati dai grandi monopoli) e a tre per la
pubblicazione
di De Sade (l¹edizione di Storielle, Racconti e Raccontini, 1957, fu
l¹ultimo rogo della censura italiana). Negli anni Sessanta e Settanta è
autore di trasmissioni televisive (ricordiamo, per esempio, A tavola
alle sette, con Ave Ninchi) sulla cultura dei vini e dei cibi, di
grande
efficacia ed eleganza.
Se oggi i vini, la cucina e i g! iacimenti gastronomici italiani stanno
avendo uno straordinario successo nel mondo, buona parte del merito è
di
quest¹uomo che, con perseveranza, determinazione, rigore e cultura ha
saputo individuare e indicare giuste linee di progresso e, con
pregnante
tensione etica, fare strada, trainare. La teoria dei cru, l¹elevazione
dei grandi vini, la limitazione delle rese per ettaro per favorire la
qualità e non la quantità, il recupero dei vitigni autoctoni, la
vinificazione in luogo, la classificazione dei vini con puntuali esami
organolettici, la teoria della distillazione secondo monovitigno, sono
solo
alcune delle intuizioni, delle lotte e delle vittorie condotte in
cinquant¹anni. E¹ stato l¹unico maestro dei migliori wine-writers,
italiani e
non. Ha inventato un linguaggio, un lessico, ormai entrati nell¹uso
corrente: "Bocca piena e calda", "Vino da meditazione", "Vino da
favola",
"Di zerga beva", "Rossi dialettici".
A settantano! ve anni aveva nel cassetto un romanzo giallo e una
miniera
di idee per continuare il divenire della qualità (vedi per esempio le
recenti battaglie a favore delle Denominazioni Comunali dei giacimenti
gastronomici, dell¹autocertificazione, del prezzo sorgente e dell¹olio
d¹oliva, condotte con la collaborazione di molti centri sociali
occupati
autogestiti e il progetto Terra e libertà/Critical wine.
Da parecchi anni scriveva su ³Corriere della Sera², ³Carta²,
³Libertaria² e su ³Veronelli EV², rivista da lui diretta. I suoi libri
più
recenti: Le parole della terra (assieme a Pablo Echaurren), Viaggio in
Italia
per le città del vino; Vietato Vietare; Breviario libertino; Il San
Domenico di Imola; la ristampa di La Pacciada e le Guide ai Vini e ai
Ristoranti. Per le edizioni DeriveApprodi aveva scritto le prefazioni a
tre
libri dallo spirito libertino di autore anonimo: La cucina impudica, La
cuoca di Buenaventura Durruti, La cuoca ros! sa, e assieme a noi -
redatto il volume Terra e libertà/Critical wine. Sensibilità planetarie
e
rivoluzione dei consumi.
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