Trasparenza prodotti Coop: un inequivocabile passo indietro.



Ho inviato Riccardo Bagni, Vicepresidente di CoopItalia, la lettera che segue.

Gentile Dottor Bagni,

sto seguendo con estrema attenzione il dibattito sull'eliminazione da
parte vostra di ogni riferimento ai produttori degli articoli a
marchio Coop.

Trovo anch'io, sia nella mia veste di consumatore critico che in
quella di antico socio Coop, che si tratta di un grave passo indietro
rispetto alle buone pratiche di trasparenza invalse sino a questo
momento in Coop.

Trovo pure, e in questo senso consento pienamente con Francesco
Gesualdi, che questo gesto, invece di migliorare la presa di
responsabilità della Coop stessa, priva consumatori e soci di un
importantissimo strumento di giudizio autonomo sulle pratiche
commerciali della Coop.

Utilizzando una terminologia che Lei conoscerà sicuramente bene direi
che "oscurando" i vostri fornitori diminuite drasticamente la vostra
accountability. E di conseguenza il vostro stesso senso di
responsabilità.

Riguardo alla certificazione SA8000 mi permetta di farle notare che
essa è per me e per molti altri misura del tutto insufficiente, per
due motivi.

Il primo motivo è che il fornitore di limita a sottoscrivere un
impegno, quindi ad autocertificarsi. La Coop infatti, stando a quanto
Lei scrive, non effettua alcun tipo di controllo. Lei sa benissimo
come la pratica dell'autocertificazione in campo etico è largamente
osteggiata da tutto l'associazionismo delmondo nel campo i diritti
civili, umani e del lavoro oltre che da quello ambientale e sa anche
che su questo c'è una lunga e tenace battaglia a livello di organismi
internazionali e di opinione pubblica. Un conto è firmare una
dichiarazione di buoni intenti, un conto è sottoporsi a controlli
stringenti.

Il secondo motivo, assai più importante, è che in questi anni il
consumo critico è venuto elaborando a livello internazionale dei
criteri di eticità e delle metodologie di controllo piuttosto severe.
Criteri e metodologie cui Coop ha sempre tributato grande attenzione,
come testimonia l'ampia collaborazione (che ricordo bene
personalmente) nella fase di raccolta dati e realizzazione della
"Guida al consumo critico" del Centro Nuovo Modello di Sviluppo.
Nessuno ha mai chiesto a Coop di togliere dagli scaffali i prodotti
delle imprese "incriminate" (anche se la cosa sarebbe sicuramente
auspicabile a livello di principio) ma la scelta di dare un buon
punteggio ai prodotti a marchio Coop derivava dalla certezza che essi
costituivano un'alternativa trasparente e pulita (nella grandissima
parte dei casi) ai prodotti di imprese (soprattutto multinazionali)
sicuramente protagoniste di atti e comportamenti non etici. Nel
momento in cui la Coop "oscura" la provenienza dei propri prodotti e
mette tra i propri fornitori imprese non-etiche cade qualsiasi
certezza di eticità del prodotto a marchio Coop. Di qui non si
scappa, e bene ha certamente fatto Francesco Gesualdi scrivendole a
ventilare la possibilità di iniziative concrete per denunciare
pubblicamente l'incipiente perdita di affidabilità etica dei prodotti
a marchio Coop.

Io personalmente sono un grande consumatore di prodotti a marchio
Coop, dai dentifrici alla carta igienica, dai biscotti alla frutta.
Non vorrei perdere anche questo punto di riferimento. Sarebbe un
danno grave, anche a livello materiale.

Mi preoccupa non poco, infine, la chiusura della Sua lettera:

"Nel  caso  in  oggetto  la  nostra  intenzione non era quella di nascondere
qualcosa;  bensì  di  chiarire  ancora  di  più che il prodotto è di Coop e
contiene tutti i valori fondanti la Cooperazione di Consumatori.
Rispetto  comunque  tutti  coloro che, come Lei, attivano azioni di critica
costruttiva   a   dimostrazione   della   vicinanza   ai  nostri  valori  e
contribuiscono a darci la forza di fare scelte coraggiose".

Un ribadito riconoscimento morale cui non fa tuttavia riscontro
alcuna presa di responsabilità diretta, nessun atto concreto salvo un
derisorio (mi permetta) invito a chiamare il Servizio Ascolto. Una
sorta di "comunque noi tiriamo avanti lo stesso" che sta diventando
uno slogan e una pratica fastidiosi e antidemocratici sempre più
diffusi in politica e che mi addolorerebbe vedere diffondersi anche
all'interno della Coop.

Da consumatore critico e da Socio Coop Le chiedo quindi di prendere
in seria e concreta considerazione le richieste del Centro Nuovo
Modello di Sviluppo e di dare tempestivamente informazione pubblica
dei provvedimenti presi. Credo che anche a livello commerciale Coop
abbia solo da guadagnare, e assolutamente nulla da perdere, al
ritorno alle vecchie pratiche di trasparenza.

Per quanto mi riguarda, e per dare più precisamente il senso della
coerenza e della determinazione con la quale le sto facendo questa
richiesta, mi sento in dovere di farLe sapere che sto rendendo
pubblica questa mia lettera e ho intenzione di farla ampiamente
circolare nei prossimi giorni.

Suo

Prof. Luigi Piccioni
Pisa
Socio Unicoop Firenze 571782