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rassegna stampa: IL POLLO METTE LE ALI, MA ATTENZIONE AL POLLO A MANDORLA
- Subject: rassegna stampa: IL POLLO METTE LE ALI, MA ATTENZIONE AL POLLO A MANDORLA
- From: "Altragricoltura" <altragrico at italytrading.com>
- Date: Mon, 29 Nov 2004 15:03:39 +0100
a cura di AltrAgricoltura Nord Est
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tratto da asterisco.net - 24/11/04
IL POLLO METTE LE ALI, MA ATTENZIONE AL POLLO A MANDORLA
Verona capofila del settore, dal Brasile ed USA le sfide maggiori, ma
attenti alla Cina. Veneto Agricoltura delinea gli scenari di un settore dove
il Veneto è leader.
La produzione mondiale di carni avicole è più che triplicata negli ultimi
vent'anni, passando dalle circa 25.000 ton. alle attuali 78.000 di cui circa
65.000 di solo pollo. Il mercato vede come leaders quattro paesi: USA (22%),
Cina (19%), UE a 25 (17%) e Brasile (8%). Questi grandi paesi, o unioni di
paesi come l'Europa, sono anche i maggiori consumatori mondiali, anche se
nel conto del consumo pro capite gli americani sono di gran lunga in testa
con 51,8 kg, seguiti da Brasile (34,2) e un gruppo (Messico, UE, Africa del
Sud) che viaggia sui 24 Kg. circa. La star però del settore è proprio il
Brasile che negli ultimi 5 anni è passata da una quota di esportazione del
12% a quella del 31%, a scapito soprattutto dell'UE. Comunque USA, UE e
Brasile, da sole, dominano i mercati esteri con l'82%. Ma, ed è quello che è
emerso all'incontro di oggi organizzato da Veneto Agricoltura a Legnaro (PD)
sul tema "Analisi e prospettive del settore avicolo veneto" introdotto dall'
Amministratore Unico Giorgio Carollo, durante la relazione di Edi De
Francesco e Luca Rossetto dell'Università di Padova, le produzioni avicole
sono quasi sempre orientate al mercato interno, e la vocazione all'
esportazione non è precisamente una caratteristica del settore. Esportazione
che come detto penalizza in particolare l'UE dove i costi sono nettamente
superiori a USA e Brasile: quest'ultimo, ad esempio, riesce produrre il
pollo intero a circa la metà degli europei. Per il mercato italiano non ci
sono a breve allarmi particolari. Il nostro consumatore richiede carni di
qualità, che gli allevamenti, situati soprattutto tra Veneto, Lombardia ed
Emilia Romagna, riescono pienamente a soddisfare. Il Veneto è leader con una
produzione che raggiunge il 30 % di quella dei polli ed il 50% dei tacchini.
Ed è la provincia di Verona che la fa da padrona con il 43% del totale,
seguita da Padova (25%) e Vicenza (18%).
La capacità produttiva italiana di carne avicola si aggira sui 1,1 milioni
di ton. in leggero calo negli ultimi 3 anni, comunque sufficiente ad
assicurare il totale autoapprovvigionamento. Di rilievo anche la produzione
di uova, circa il 18% del totale Italia. In Veneto l'allevamento avicolo
interessa ogni anno circa 400 milioni di capi tra le varie specie,
realizzando una produzione lorda vendibile dell'ordine dei 550 milioni di
euro. La filiera produttiva è totalmente integrata e condizionata dalle
industrie di trasformazione. Il Veneto si caratterizza per allevamenti
medio-grandi che operano con contratti di soccida.
Le maggiori problematiche che la filiera dovrà affrontare nel prossimo
futuro, emerse dagli interventi del Prof. Corrado Giacomini dell'Università
di Parma e del V.Presidente dell'UNA (Unione Nazionale Avicoltori) Bruno
Veronesi e Giovanni Vincenti (Servizio veterinario regionale), sono:
1) Influenza aviaria ancora in corso e concentrazione produttiva (contagio
malattie); 2) Redditività degli allevamenti, in calo; 3) Concorrenza
internazionale (es. Brasile); 4) Scarsa politica di marchio e
differenziazione del prodotto nazionale; 5) Forte potere contrattuale della
Distribuzione Moderna (GDO); 6) Benessere animale che condiziona gli
investimenti sulle strutture produttive; 7) Tracciabilità, che modificherà l
'organizzazione gestionale di filiera.
Da questo punto di vista, come ha sottolineato Luigino Disegna Direttore
della Sezione Innovazione di Veneto Agricoltura, la Regione ed il suo Ente
Strumentale, stanno dotando il settore degli strumenti operativi
indispensabili, come questo studio di settore, per affrontare adeguatamente
le sfide future: due tra tutte, l'allargamento UE a 25, e la competizione
forte da parte dei paesi terzi, in particolare Brasile e Sudest asiatico.
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