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Re: suguito di Chi pianifica le politiche di ´crescita zero`



>è pattume solo se l'informazione è falsa

Il mio anonimo interlocutore pone un problema giusto.

Pensavo di aver indicato con chiarezza a una lettrice o a un lettore
sufficientemente informato e colto i punti più deliranti del "messaggio"
integralista che è stato fatto girare, ma evidentemente mi sono sbagliato.

Allora mi spiego meglio, senza dare nulla per scontato, e ribadisco: tre
dei cardini decisivi del "ragionamento" avanzato da questi fondamentalisti
cattolici sono

a) l'aborto come forma di contraccezione;

b) la crescita della popolazione come stimolo a un uso più razionale delle
risorse;

c) la crescita della popolazione come minaccia politica alla lobby
demo-pluto-ebraico-massonica (inpersonata, evidentemente, dall'ebreo
Rockfeller).

A una lettrice o un lettore non digiuno di storia del Novecento questi tre
argomenti richiamano molte cose, molti eventi. E rimandano a forme di
cultura e di politica ben precise. Ma di lettrici e lettori colti e
informati, dice l'Istat, ce ne sono sempre di meno in Italia. E di questo,
drammaticamente, non avevo tenuto conto. Allora cerco di spiegarmi.

L'antiabortismo, anzitutto e ovviamente. Si può dire tutto quel che si
vuole, in merito a una cosa così complessa. Per quel che mi riguarda penso
che l'aborto sia sempre un dramma psicologico e non viene mai affrontato a
cuor leggero da nessuna donna. Ma proprio per questo a nessuna donna deve
essere impedito di scegliere autonomamente e serenamente attorno a questa
decisione così sofferta. E proprio per questo nessuna delle politiche di
controllo e di limitazione della "bomba demografica" pensate e avviate sin
dagli anni '60 e '70 dagli organismi nazionali e sovranazionali è stata
incentrata sull'aborto. Ciononostante, tutte queste politiche, anche le più
soffici sono state violentemente avversate dallo stato vaticano.

Questa strenua e costante difesa del biblico "crescete e moltiplicatevi",
cieca di fronte a tutti gli avvertimenti di catastrofe ecologica
incombente, arriva sino a sostenere proposizioni palesemente deliranti come
la seconda:  "la crescita della popolazione è stimolo a un uso più
razionale delle risorse". Qualunque studentessa o studente che abbia preso
in mano un manualetto di demografia storica o di storia economica sa (non
glielo spiega solo il vecchio Malthus ma anche tutti i demografi storici
degli ultimi quaranta anni) che una crescita incontrollata ed esponenziale
di popolazione ha sempre significato in passato pressione insostenibile
sulle risorse, una pressione che diventa oggi sempre più insopportabile e
irreversibile con l'aumento del potenziale tecnico umano. Solo il crescente
aumento della produttività ha fino ad oggi allontanato lo spettro delle
crisi demografiche che si verificavano prima della rivoluzione industriale,
ma a costo di una dilapidazione di risorse che non manca già oggi di far
pagare un prezzo alto e ne farà pagare di ancora più alti col passare del
tempo (qualcuno ha sentito parlare di mutamento climatico?). In proposito
restano drammaticamente valide le riflessioni generali alla base del
classico "I limiti dello sviluppo" del 1972. E ai meno informati suggerirei
di fare lo sforzo di cercare e di andarsi a rileggere il bellissimo libro
di Laura Conti "Questo pianeta", del 1983.

Il tono generale dei due articoli fatti girare è inequivoco riguardo al
"nemico". Io ho usato provocatoriamente un'espressione che non era presente
nei testi cioè  "lobby demo-pluto-ebraico-massonica", ma l'ho fatto in modo
del tutto consapevole. Sotto il fascismo questa cosa non si chiamava lobby
(anglismo di recente importazione) bensì congiura, ma stava ad indicare i
quattro mali occidentali per eccellenza, strettamente intrecciati tra loro
anzi fusi in un corpo solo: la democrazia parlamentare, il capitalismo, la
massoneria, l'ebraismo o meglio le elite degli affari di religione ebraica.
Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti erano l'incarnazione di questo male
radicale dell'Occidente, di cui fascismo e nazionalsocialismo sarebbero
stati i liberatori in nome dei valori contrapposti della gerarchia, del
"socialismo nazionale" (o fanfaluche del genere), dello stato etico e della
razza ariana. Un guazzabuglio di teorie razziste e scioviniste che ha
portato, come è bene non dimenticare mai, alla guerra e ai campi di
sterminio. Ora, che il capitalismo delle multinazionali non sia una cosa né
simpatica né meritevole di consenso possiamo essere d'accordo (mettiamola
così). Che la massoneria sia almeno da un secolo e mezzo una bruttissima
bestia, negazione proprio della democrazia, siamo senz'altro d'accordo. Che
il paese più potente (gentile eufemismo) del mondo sia governato da decenni
in larga parte in ossequio ai desideri di una potente lobby (come ce ne
sono altre, del resto) non solo di religione ebraica ma anche fortemente
sionista e che il risultato di tutto ciò sia anche la perenne e tragica
crisi che sconvolge da cinquant'anni in Medio Oriente è difficilmente
negabile. Ma tra l'osservare tutto questo e additare (come neanche troppo
velatamente fanno gli "articolisti") la cricca di ebrei ricchi americani
come potere occulto che domina oscuramente il mondo è una pratica retorica
che rimanda irresistibilmente e non so quanto inconsapevolmente alle
argomentazioni e agli slogan nazi-fascisti.

Coi tempi che corrono io non sono tanto sicuro che pezzi di fondamentalismo
cattolico e persino pezzi delle gerarchie vaticane ed episcopali non siano
attirati di nuovo da queste parole d'ordine, che all'epoca piacquero anche
a tanta Chiesa. Che anche per questo evitò di opporsi apertamente e
decisamente all'Olocausto, anche quando praticato a poche centinaia di
metri dalle mura vaticane.

E' per questo che mi spavento, al di là delle scempiaggini (o delle
mistificazioni, decidete voi) sui dati di fatto.

E' per questo che ho citato i "protocolli dei savi di sion". Dopo aver
mandato la replica ci ho pensato su e mi sono detto che non era sicuro che
i lettori e le lettrici avrebbero capito di cosa si trattava. Forse non mi
sbagliavo. E allora lo spiego, proprio per tornare al problema della
falsità/verità delle informazioni. I "protocolli" sono un libro, falso,
attribuito a una oscura potenza ebraica che progetta il dominio del mondo.
Furono costruiti ad arte all'inizio del Novecento e questo falso fu alla
base di gran parte delle politiche antisemite realizzate in giro per
l'Europa nella prima metà del secolo e culminate con lo sterminio
"scientifico" nazi-fascista.

Anche questa era una provocazione, consapevolmente voluta. Mi chiedevo cioè
quanto ancora manca, a partire da "argomentazioni" e falsificazioni come
quelle lette nei due articoli fatti girare, per rispolverare i
"Protocolli".

Sarò troppo pessimista, come sempre, ma mi pare che la distanza sia ormai
minima.

E al mio anonimo e telegrafico interlocutore vorrei dire anche che si fa
benissimo del pattume con informazione vera: a contare, infatti, non è solo
l'informazione ma è anche e soprattutto l'argomentazione, la retorica
usata. E qui, spero di aver mostrato, non c'è solo dell'informazione falsa,
ma c'è anche argomentazione mistificante e pericolosa. Almeno per chi non
vuole essere governato né dal Papa-Re né da Cristo-Re (ho bisogno di
spiegare anche cosa intendo quando scrivo di papa-re e di cristo-re?) ...

E concludo ribadendo: è possibile che solo io abbia da ridire in proposito,
all'interno di una lista di discussione promossa da Peacelink?

Luigi Piccioni