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Riflessioni di Francuccio su Porto Alegre
Tra tutti i comunicati giunti dalla rete su Porto Allegre, mi sembra che la
riflessione di Francuccio Gesualdi esprima in maniera sintetica e
estremamente calda, quello che è avvenuto, ignorato totalmente dai nostri
mass-media.
Giovanni
XXXXXXXXXXXXRIFLESSIONI DI FRANCUCCIO GESUALDI SU PORTO ALEGREXXXXXXXXXXXXXX
Cari tutti,
eccomi di ritorno da Porto Alegre. Un'esperienza affascinante,
indescrivibile. Un evento perfino difficile da definire, tante erano le
caratteristiche che aveva. Volendo provare a elencare le varie funzioni che
racchiudeva direi che è stato prima di tutto un incontro. Un incontro di
tutti coloro che si oppongono a questo sistema capitalista,
mercantilista, liberista. Un incontro di chi sta subendo le sue violenze.
Un incontro di chi sta sperimentando esperienze alternative. E' stato un
momento di organizzazione senza centralismi. Non a caso il forum si è
concluso senza documento finale. Ma le migliaia di persone e di gruppi
presenti si sono cercate e hanno costituito delle aggregazioni particolari
in base alla comunanza di esperienza, di provenienza, di ruoli, di
impegno. Spontaneamente sono sorti dei tavoli di confronto all'interno dei
quali si sono confrontate posizioni e agende di lavoro. Alla fine ne sono
scaturiti accordi e patti di lavoro, con tanto di documento finale.
Questo è stato il percorso seguito dai movimenti e dalle associazioni che
nei vari paesi del mondo sono impegnati nella lotta contro la
globalizzazione liberista e in particolare contro OMC, FMI e BM. Anche
Lilliput figura fra i movimenti che hanno firmato il documento intitolato
"Appello di Porto Alegre per le prossime mobilitazioni". Ovviamente anche
Genova vi figura come uno degli appuntamenti su cui concentrare le forze.
Mi dicono che sul sito di Carta si trova già in italiano.
Porto Alegre èstato anche un momento di studio e di approfondimento.
Notevoli le conferenze organizzate per il mattino su quattro filoni
tematici. Ma sono stati molto interessanti anche i gruppi di lavoro
autogestiti organizzati nel pomeriggio da varie associazioni nazionali ed
estere. I temi andavano da come leggere il giornale a come organizzare
l'opposizione all'OMC a come organizzare un gruppo di scambio basato su
moneta autogestita.
Per me è stato anche scuola di partecipazione e di riflessione
sull'alternativa. Scuola di partecipazione perchè ho constatato un
coinvolgimento, un protagonismo, una varietà di espressioni e una
accettazione per le diverse espressioni che da noi non esiste. Non so se
sia dovuto alla diversità di cultura o se è qualcosa che prima avevamo
anche noi e che abbiamo perso da quando siamo stati colonizzati
dall'individualismo monetario. Ma è certo che solo se recupereremo una
creatività di massa potremo andare da qualche parte. Come Lilliput forse
dobbiamo riflettere su come stimolarla almeno nel nostro circuito.
E' stato momento di riflessione sulle economie alternative, perchè ho
constatato quanto sia importante spingere per la sperimentazione di
iniziative alternative senza dimenticare la necessità di costruire un altro
orizzonte di riferimento almeno per quanto riguarda i principi fondanti di
una nuova economia. Ascoltando alcune esperienze, a Porto Alegre si sono
rafforzate in me due convinzioni che sono estranee all'ideologia di questo
sistema: la centralità della piccola comunità e il diritto di ogni
individuo a poter esercitare le proprie capacità. Nella nostra società i
disoccupati esistono perchè tutto è stato congegnato per canalizzare il
lavoro nelle imprese alle quali è stato attribuito il potere di creare o
distruggere lavoro. Un modo, seppur parziale per recuperare il diritto al
lavoro e quindi al proprio sostentamento, è di creare dei meccanismi che
consentano ad ognuno di scambiare direttamente il proprio lavoro con quello
degli altri e di canalizzare una parte del nostro tempo nelle strutture di
servizio comunitario. Naturalmente si tratta solo di pensieri rozzi e
sommari, probabilmente non comprensibili, ma ho voluto provare ad esprimere
alcune idee che mi frullano per la testa.
Francuccio Gesualdi
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