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Operazione Colomba - 18.11.02: D'un tratto
- To: Conflitti <conflitti@peacelink.it>
- Subject: Operazione Colomba - 18.11.02: D'un tratto
- From: Lorenzo Salvadorini <lorello@chiodofisso.org>
- Date: Thu, 21 Nov 2002 13:52:35 +0100 (CET)
- Organization: Centro di Calcolo - Dipartimento di Informatica di Pisa - Italy
From: Fabri Bellini <ibrizie@hotmail.com>
18.11.02
Tutto d'un tratto, una telefonata o un boato richiamano l'attenzione allora
tu esci tendi l'orecchio, guardi dal balcone. La tv ti da le notizie su
quello che sta succedendo a pochi chilometri di distanza; vedi i lampi,
senti gli spari e le esplosioni. Una sensazione di impotenza di invade il
corpo, non si può fare nulla se non ascoltare e poi, vinti dalla stanchezza,
andare a letto. Gli spari, il rumore dei cingolati sull'asfalto, le
esplosioni, gli elicotteri da guerra, tutto questo è reale. Tutti questi
rumori sono molto più atroci di qualsiasi imitazione cinematografica in
dolby suroound. Ogni rumore ti fa sobbalzare e anche la centrifuga della
lavatrice tutto d'un tratto ti fa paura. Le immagini che vedi alla tv sono
quelle mosse e sbiadite di una diretta. Gli spari che la tv ritrasmette sono
quelli reali a pochi chilometri da dove sei e allora rabbrividisci. Non è
paura, o meglio non lo è ancora, è qualche cosa che assomiglia all'angoscia.
Chiami e sei chiamato da amici che hanno un punto di vista più rumorosa e
vicino alla battaglia. Questa è Gaza e la zona attaccata in questa notte di
novembre è quella dove si trova una base della "sicurezza preventiva"
palestinese, quelli che solcano le strade sono 30 tank israeliani e nel
cielo ci sono elicotteri da guerra apaci. Gli spari provengono da queste
armi sofisticate e dalla flebile resistenza palestinese, tutto unito in un
assordante ronzio e crepitio che sa di morte. I botti sono il segnale che
delle esplosioni stanno abbattendo delle case. Se non riesci a dormire un
buon libro inganna l'attesa fra un botto e l'altro. I rumori più potenti ti
spingono ancora sul balcone, vedi il fumo e i segni rossi dei proiettili
traccianti che solcano il cielo. Penso a quante volte ho sentito questi
rumori sinistri e al fatto che molte volte il fingere indifferenza è una
buona arma contro la frustrazione da impotenza. Mandi giù il boccone amaro
poi ringrazi il cielo di non essere in mezzo a quell'inferno, ma una parte
di te vorrebbe quasi imitare il giovane cinese che con una borsa di nylon in
mano riuscì a fermare una colonna di carri armati diretti a piazza Thien
Ammen nella Cina del 1989. Fingi indifferenza, smorzi i rimorsi dell'anima,
saluti tutti e vai a dormire. Buona notte, domani un'altra giornata nella
Striscia.
Fabrizio