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Berlino. Dice alle musulmane di togliersi il velo e si ritrova sotto scorta
- Subject: Berlino. Dice alle musulmane di togliersi il velo e si ritrova sotto scorta
- From: "Scienza per l'uomo" <scienzaperluomo at yahoo.it>
- Date: Thu, 2 Nov 2006 18:10:24 +0100
Berlino. Dice
alle musulmane di togliersi il velo e si ritrova sotto scorta
EKIN DELIGOZ, DEPUTATA VERDE D’ORIGINE TURCA Il dibattito sull’obbligo del velo è un dilemma anche per i rappresentanti dei musulmani tedeschi, soprattutto se finisce per scontrarsi con la libertà d’opinione. Almeno questo è quanto si evince dal vertice organizzato due giorni fa dai Verdi a Berlino con le cinque comunità islamiche più importanti del paese. L’incontro era stato indetto a seguito dei violenti attacchi nei confronti della deputata verde di origine turca Ekin Deligöz. La stessa in un’intervista di una decina di giorni fa alla Bild Zeitung aveva definito il velo “una forma di discriminazione dei sessi e di patriarcato” sollecitando poi le donne musulmane “a prendere atto che siamo nel XXI secolo e a togliersi il velo”. Se l’equiparazione tra il velo e la stella gialla imposta dai nazisti agli ebrei fatta quest’estate dalla femminista Alice Schwarzer è passata in sordina, Deligöz è stata sommersa da insulti e minacce di morte, tanto da spingere le forze dell’ordine ad assegnarle una scorta. Già durante l’incontro sull’islam, organizzato all’inizio di settembre dal ministro dell’Interno Wolfgang Schäuble, il velo aveva rappresentato un tema scottante, e così è stato martedì. I cinque rappresentanti hanno sì espresso la loro solidarietà alla deputata, difendendo il suo diritto, e in generale il diritto di tutti, a esprimere liberamente la propria opinione, ma soltanto il segretario generale degli aleviti (una corrente turca degli sciiti), Ali Toprak, ha precisato che “anche tra i musulmani la questione dell’obbligo del velo è dibattuta”. Kenan Kolat, dell’Associazione turca di Berlino, ha invece ribadito allo Spiegel online: “Senz’ombra di dubbio Ekin Deligöz deve poter parlare liberamente e le minacce di morte che ha ricevuto sono da condannare duramente. Deve però stare attenta a quello che dice”. Secondo Kolat, infatti, l’opinione pubblica non è in grado di distinguere tra fondamentalismo e velo islamico: “Con le sue dichiarazioni Deligöz mette dunque a repentaglio la pace sociale”. Per questo l’invito della deputata alle donne musulmane è a suo avviso “populista e insensato”. Sulla stessa lunghezza d’onda è Ali Kizilkaya del Consiglio centrale islamico: per lui portare il velo è un precetto del Corano e “integrazione non può voler dire andare contro questo comandamento”. Poi però aggiunge: “Libertà di opinione vuole anche dire poter criticare i musulmani”. Deligöz ha respinto le accuse di populismo sottolineando che proprio “le violenti reazioni alle mie parole mostrano che c’è un urgente bisogno di confronto”, di un dibattito da condurre però su un piano “prettamente oggettivo”. Sbagliato sarebbe, a suo avviso, contrapporre libertà d’opinione a libertà religiosa. Se il dibattito sul velo in Germania è stato riacceso dalle recenti dichiarazioni del premier britannico Tony Blair, nei fatti è un argomento che torna a occupare ciclicamente il dibattito pubblico. Nel 1998 un’insegnante di origine afghana si era rifiutata di togliere il velo in classe e il provveditorato agli studi di Stoccarda non l’assunse. La Corte costituzionale diede allora ragione all’insegnante, non essendovi disposizioni giuridiche in merito. Nel frattempo diversi Länder hanno varato norme che vietano agli insegnanti di portare il copricapo in classe, ma proprio il Baden- Württemberg che per primo, nel 2004, ha introdotto questo divieto si trova ora coinvolto in una nuova querelle sul velo. Una sua insegnante musulmana si è, infatti, rivolta al Tar denunciando la discriminazione tra lei e le insegnanti-suore di una scuola religiosa, le quali possono insegnare indossando la tonaca. Andrea Affaticati |
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