Re: Un sacrilegio più grande delle vignette danesi



Ecco come creare fondamentalismo e odi e violenza tra le culture...e 
articoli come quelli di Magdi Allam sono la conferma, perchè poi la 
gente li prende come verità e vota Lega Nord per paura. Poi perdiamo il 
lavoro e non abbiamo i soldi per curarci ma tanto siamo contenti perchè 
hanno messo i blocchi alle frontiere per fronteggiare i barbari 
musulmani invasori...
Vabbè ho già detto troppo...
Buonanotte

On 24 Feb 2006 at 18:20, associazione Amici di Lazzaro wrote:

> 
> Un sacrilegio più grande delle vignette danesi 
> Magdi Allam -
> 
> 
> 
> 
> L'esplosione della guerra delle moschee in Iraq è la prova
> inequivocabile che il male vero dell'islam si annida al suo interno.
> Ed è l'ideologia dell'odio e della morte da parte di coloro che si
> sono auto- proclamati detentori della Verità, dell'unico «Vero Islam»,
> finendo per disconoscere il diritto alla vita di tutti coloro che non
> si sottomettono al loro arbitrio. Così come attesta, facendo il
> raffronto con la reazione alla pubblicazione delle vignette su
> Maometto, che il terrorismo è sempre aggressivo, mai reattivo. Se non
> ci fossero i burattinai del terrore che strumentalizzano la religione
> e fanno leva sulle frustrazioni delle masse, non ci sarebbe il
> terrorismo. L'attentato a opera di terroristi islamici contro la
> moschea di Al Askariya di Samarra, uno dei luoghi di culto più sacri
> dello sciismo, è un atto indubbiamente sacrilego. Così come sacrilega
> è la reazione degli sciiti che hanno incendiato decine di moschee
> sunnite e massacrato oltre un centinaio di persone. Questa guerra
> delle moschee è certamente ben più grave delle vignette danesi sulla
> cui blasfemia si può legittimamente obiettare. In ogni caso non ho
> alcun dubbio che è più blasfemo un terrorista suicida islamico che si
> fa esplodere all'interno di una moschea facendo strage di fedeli
> immaginando di farlo nel nome di Dio e certo di conquistare il
> Paradiso, che una caricatura discutibilissima di un vignettista danese
> che opera conformemente al diritto costituzionale alla libertà di
> espressione. Eppure mentre ovunque le masse musulmane si sono
> mobilitate per protestare contro le vignette e gruppi terroristici
> hanno distrutto chiese e ambasciate, determinando la morte di
> cristiani e musulmani, la reazione nel mondo islamico alla distruzione
> e profanazione delle moschee nonché alla strage di musulmani è stata
> in proporzione quasi insignificante. Sul perché è doveroso riflettere
> approfonditamente. Mi sembra evidente che non si voglia tanto
> difendere l'islam quanto aggredire tutti coloro che vengono
> considerati dei nemici da parte dei mestatori d'odio e dei burattinai
> del terrore. Che sanno benissimo di poter sfruttare e strumentalizzare
> l'odio annoso e alimentato ad arte contro gli occidentali, i cristiani
> e gli ebrei. Con l'obiettivo di costringere tutti i musulmani a
> compattarsi in un blocco monolitico all'insegna della guerra di
> religione e di civiltà. Finendo inesorabilmente, perché non c'è un
> limite alla violenza cieca, nel baratro della guerra tra gli stessi
> musulmani che, a dispetto della litania ideologica sull'unicità
> dell'islam, di fatto credono in una religione che da sempre è
> fisiologicamente plurale. Una pluralità che, proprio perché non viene
> ammessa e rispettata, degenera nella violenza tra gli autoproclamati
> custodi dell'ortodossia e gli eretici di turno. La storia dell'islam è
> piena di violenze sacrileghe di fronte a cui le vignette su Maometto
> fanno sorridere. Si pensi solo alla distruzione nel 1806 da parte dei
> wahhabiti della Kaaba, il santuario della Mecca, il luogo più sacro
> dell'islam verso cui si rivolgono in preghiera i fedeli cinque volte
> al giorno. Mi auguro che riflettano anche i nostri politici che, nel
> nome del rispetto dell'islam, si sono affannati a scusarsi per le
> vignette su Maometto e per l'attacco al consolato italiano a Bengasi,
> fino a tendere lamano al nazi- islamico iraniano Ahmadinejad e a fare
> l'occhiolino ai terroristi di Hamas. Quantomeno che siano consapevoli
> che la posta in gioco non è l'offesa all'islam, dove gli stessi
> musulmani eccellono, ma la paura degli estremisti e dei terroristi
> islamici.
> 
> Magdi Allam
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> 24 febbraio 2006
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