Il premier: un uomo libero o un uomo solo e prigioniero di se stesso?



Il premier: un uomo libero o un uomo solo e prigioniero di se stesso?

 

Dopo questo mese in cui il premier ha occupato ogni spazio possibile alla televisione e alla radio dicendone di tutti i colori, per non parlare degli spot governativi su grandi opere virtuali ed elemosine ribattezzate bonus bebè, mi sto chiedendo fin dove vuole spingersi e soprattutto se a (stra)parlare è un uomo libero oppure un uomo legato mani e piedi a certi poteri anti-Stato e quindi illegali.

 

Di solito nelle normali democrazie accade che, alla fine del periodo di governo del Paese in vista delle elezioni politiche, un Esecutivo, e in primis chi ne è a capo, si sottopone al giudizio degli elettori parlando di ciò che ha fatto, di ciò che non ha fatto e soprattutto di ciò che ha intenzione di fare nel caso venga riconfermato alla guida del Paese, ed è su questo che si confronta con l’opposizione.

 

In Italia stiamo assistendo invece a un soliloquio del premier fatto di insulti, di insinuazioni, di accuse e di sospetti non suffragati da alcuna prova e dati oggettivi, intervallati ogni tanto da un elenco della spesa delle cose fatte infarcito di grafici e disegnini che nulla spiegano e che anche alcuni direttori di giornali vicini al governo affermano di non capire affatto e ritengono ridicoli.

 

Inoltre tutti i sondaggi concordano su un punto: il centrosinistra è in vantaggio di 5/6 punti percentuali e questo significa, come lo stesso Mannheimer afferma, che sono sondaggi seri e veritieri proprio perché tutti concordano sulle percentuali dei due schieramenti. Infatti sarebbe ben strano se ogni sondaggio dicesse cose diversissime da ciascun altro sullo stesso tema.

 

Ebbene, nonostante questo, il premier vaneggia di sindacati dei sondaggisti vicini alla sinistra che si sono messi d’accordo sui risultati, mentre lui sì che ha in mano i sondaggi veri e seri che danno il centrodestra alla pari e nei prossimi giorni vincente.

Anzi, il premier sottolinea da sempre che non prende neanche in considerazione l’eventualità della sconfitta il 9 Aprile, perché vincerà sicuramente. E i suoi sondaggi glielo dicono.

 

Ora mi chiedo: fino a che punto vuole arrivare? Nel caso le urne vedano vincente l’Unione, il premier riconoscerà la legittimità dei risultati o rivendicherà la non validità delle elezioni dichiarandole nulle o dichiarandosi vittorioso? E i suoi alleati come si comporterebbero eventualmente? Dandogli corda o isolandolo?

Spero che tutti abbiano ben presente cosa ciò possa significare e quali ripercussioni dalle conseguenze drammatiche per il Paese potrebbero derivarne.

 

Non voglio assolutamente fare dietrologie né tantomeno discorsi di fantapolitica, ma il fatto che un Presidente del Consiglio si stia comportando in questo modo -  sfidando i richiami del Presidente della Repubblica e dei suoi stessi alleati, vedendo del marcio ovunque, complotti contro di lui dappertutto, toghe rosse che lo perseguitano e che si candidano nel centrosinistra (dimenticandosi dei tanti magistrati eletti nel centrodestra, uno è anche Sottosegretario agli Interni ), infangando le cooperative e gli avversari politici senza uno straccio di prova, ma soprattutto insultando l’intelligenza e il buonsenso degli italiani - mi preoccupa “giusto un attimo” perché non sto vedendo all’orizzonte alcun limite a questo suo comportamento. E’ una continua escalation di toni e dichiarazioni.

 

Ed è per questo che mi chiedo se il premier sia veramente una persona libera di intendere e di volere oppure se stia recitando una parte con una pistola puntata dietro la schiena.

Spero vivamente nella sua totale libertà di agire e comportarsi a suo piacimento, altrimenti ci sarebbe veramente di che preoccuparsi.

 

Enrico Sabatino