R: L'urlo e il furore



non credo di aver inteso bene:lei mi sta dicendo che appoggerei un
fantomatico scontro tra civiltà?la mia posizione è esattamente l'opposta:non
credo assolutamente sia necessario e soprattutto contesto chi lo vuole
instaurare. mi sembrava chiaro nel testo.

-----Messaggio originale-----
Da: conflitti-request at peacelink.it
[mailto:conflitti-request at peacelink.it]Per conto di
claude2009 at lillinet.org
Inviato: mercoledì 13 luglio 2005 15.55
A: conflitti at peacelink.it
Oggetto: Re: L'urlo e il furore


ti sei solo dimenticato degli 8000(hai capito bene: ottomila) musulmani
massacrati dai cristianissimi ortodossi europei serbi a srebrenica e ai 150
morti per fane nell'assedio di mostar da parte dei cristianissimi cattolici
europei croati...ben prima dell'11 settembre.
se vuoi a tutti i costi lo scontro tra civiltà sei già servito.
claudio





 L’urlo e il furore
>
> Sembrava la scena di uno di quei vecchi film; di quei bellissimi film
> in cui si esibivano star hollywodiane del calibro di Grant o Wayne.
> Già, il mitico west. Una di quelle pellicole viste e straviste milioni
> di volte  sugli schermi psichedelici di madre televisione. Questa volta
> però il tutto non è stato condito con salatini, patatine, bibite e
> quant’altro. Il passato di verdure del vecchio west è stato tranciato,
> mozzato, decapitato dallo scoppio di una bomba. Le persone purtroppo
> non hanno potuto più esclamare per l’ennesima volta la loro stima e
> garbo nei confronti di ancestrali divi. L’idolatria è stata spodestata
> dagli Urli di Londra, dal Furore dell’ integralismo islamico. Mentre in
> Scozia, tra una portata e l’altra si discuteva paradossalmente di
> povertà, il fanatismo ha agito ancora, dopo New York, Madrid, Iraq,
> Indonesia ecc…aggiungendo alla propria lista la neo-capitale mondiale
> dopo l’assegnazione dei giochi olimpici. L’entusiasmo, i festeggiamenti
> sono durati poco.
>
> Tony Blair. E’ stato il personaggio chiave di questi giorni e lo sarà
> per tutto il semestre di presidenza inglese. Ci tiene a ritagliarsi il
> ruolo di colui il quale riuscirà a riunire l’Europa politica e
> economica. Le difficoltà e gli ostacoli sono enormi. Il primo già
> incontrato è stata la costituzione europea. Il secondo può
> rappresentarlo l’Italia la quale rischia, con la sua crisi economica,
> di diventare il ‘sud’ d’Europa. Nel frattempo, il primo ministro
> inglese aveva portato a casa i giochi olimpici a discapito dei
> francesi, un grande punto in suo favore per rilanciare una forma di
> campagna elettorale europea. Ma le ombre su di lui rimangono. Primo fra
> tutti la sua posizione nel conflitto irakeno. L’appoggio agli Stati
> Uniti è costato caro ad una 50 e più di innocenti quel 7 luglio. A
> questo punto Blair oltre all’Europa deve essere in grado di trascinare
> fuori dal collasso anche un’Inghilterra che solo pochi minuti prima,
> sembra sul punto di instaurare un nuovo Eden.
> “Siamo più forti, vinceremo” queste sono state le grosse parole inviate
> dal primo ministro ai terroristi. Parole che rilanciano Blair e tutti i
> popoli civilizzati in una guerra in cui non si combatte a viso aperto.
> Eppure c’è gente che non lo ha ancora capito
>
> G8.La conferenza dei potenti della terra sarà un altro disastro?
> Un’altra formalità? Aspettare per credere. Certo, gli attentati non ci
> volevano. Ma se i Big avevano già deciso che non c’era niente da fare,
> poco cambia. Anzi, gli attentati sono stati un’ottima occasione per
> spostare l’attenzione dell’ opinione pubblica. I problemi rimangono
> comunque. Il clima, il quale sarà il nucleo delle discussioni il
> prossimo anno a casa Putin, è profondamente dilaniato da posizioni
> dilanianti. Bush con il suo accento texano, dovrebbe finirla di pensare
> ai suoi interessi e a quelli degli americani che lui così
> inconsciamente e sbagliatamene si arroga. Valli a capire gli americani.
> L’ Italia, del resto, avrebbe poco da fare se non appoggiare in forma
> diplomatica-strategica gli USA. I soldi non piovono dal cielo.
>
> Europa. Il destino dell’Europa è appeso ad un filo. Dopo la disfatta
> della costituzione, la serie di attentati, le rivendicazioni più o meno
> accentuate delle identità nazionali, il raggiungimento di un’unità
> politica ed economica sembra ancora essere rimandata. Eppure, tra meno
> di mezzo secolo, l’Europa dovrà fare i conti con la nuova superpotenza
> cinese, con la sua economia, con la sua politica, con la sua cultura. E
> chi più ne ha più ne metta.
>
> Italia. Rischia il tracollo economico. L’euro l’ha salvata da un nuovo
> caso Argentina. L’immagine invece è ormai persa da anni. L’ultimo atto
> leghista in parlamento è la conferma di come questo paese non abbia
> ancora chiaro il suo obiettivo. Al G8 non aveva molto da dire. Pardon,
> da fare. Perché a parole siamo tutti bravi a inventar balle. I grandi
> temi come povertà e clima, energie pulite richiedono soldi e ricerca.
> La classica utopia italiana degli ultimi anni.
>
> Islam ed estremisti. Londra: ultimo atto guerra in Irak. La
> globalizzazione del terrore sta sfociando nell’odio razziale. Il
> rischio è sempre il solito: l’erba per un fascio. Mentre il mondo
> islamico moderato rigurgita gli attentati, in internet appaiono altri
> comunicati, in cui vengono citati i nuovo obiettivi dei kamikaze:
> Danimarca, Polonia, Italia. La guerra al terrore è irriducibile ad un
> confronto in trincea nel vecchio stile del ’44. Bisogna trovare altre
> soluzioni. E alla svelta.
>
> Africa. Il live 8 doveva trasformarlo nel tema più importante e
> scottante del G8. Ma gli attentati hanno cambiato tutto. Da anni sono
> in circolo idee e soluzioni. La cancellazione del debito di una
> manciata di paesi poveri è stato un nobile gesto, ma inutile. Ben
> presto il debito li incalzerà ancora. Sono necessarie manovre
> economiche, come l’abbattimento del protezionismo europeo, e politiche,
> che permettano a questi paesi di innalzare il reddito medio, le
> condizioni di salute e il livello di istruzione. Le parole spese sono
> troppe. Peccato che non siano soldi.
>
> L’ultima considerazione da fare è rivolta ancora una volta alla guerra.
> La serie di attentati hanno tramutato l’atto di ritiro delle truppe
> dall’irak in una vile azione di codardia, invece che di una sana forma
> di
> autoconservazione, difesa e salvaguardia dei diritti e delle vite di
> persone innocenti. Ground Zero.Russel square. King’s Cross. Edgware
> Road. Liverpool Street. Moorgate. Aldagate East. Dove saranno le
> prossime?
>
>
> 																Davide Marzorati
>
> --
> Mailing list Conflitti dell'associazione PeaceLink.
> Per ISCRIZIONI/CANCELLAZIONI:
> http://www.peacelink.it/mailing_admin.html Archivio messaggi:
> http://www.peacelink.it/webgate/conflitti/maillist.html Si sottintende
> l'accettazione della Policy Generale:
> http://www.peacelink.it/associazione/html/policy_generale.html



--
Mailing list Conflitti dell'associazione PeaceLink.
Per ISCRIZIONI/CANCELLAZIONI: http://www.peacelink.it/mailing_admin.html
Archivio messaggi: http://www.peacelink.it/webgate/conflitti/maillist.html
Si sottintende l'accettazione della Policy Generale:
http://www.peacelink.it/associazione/html/policy_generale.html