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Buone Nuove



 

Luogo: Italia

Data: 01/11/2000

Tema: trovato meccanismo delle malattie autoimmuni

Fonte: Il Nuovo

 

Una ricerca italiana ha scoperto il meccanismo che causa la sopravvivenza o la morte delle cellule prese di mira dal sistema immunitario. Il lavoro, pubblicato oggi su Nature Immunology, permette per la prima volta di comprendere l'origine di tumori e malattie autoimmuni, come la sclerosi multipla, e apre la strada a nuove cure future.  La ricerca, finanziata da Associazione per la ricerca sul cancro (Airc) e Telethon, è coordinata da Ruggero De Maria, del laboratorio di Ematologia e oncologia dell'Istituto superiore di sanità (Iss), a Roma, e condotta in collaborazione con Giorgio Stassi, dell'istituto di Anatomia umana dell'università di Palermo, e con l'università di Catania.  Grazie a questo studio si è scoperto perché a volte vengono distrutte cellule utili all'organismo, come accade nelle malattie autoimmuni, e perché altre volte non si riescono a eliminare cellule nocive, come quelle tumorali.

La risposta è negli stessi protagonisti del sistema immunitario, i linfociti T, che controllano le difese dell'organismo attraverso i loro messaggeri molecolari, le citochine. E' la diversa azione dei due tipi di linfociti T, i T helper 1 (Th1) e i T helper 2 (Th2), a determinare la morte o la sopravvivenza delle cellule. Il gruppo italiano ha infatti scoperto che i Th1 stimolano la produzione di proteine kamikaze, che spingono la cellula a suicidarsi, mentre i Th2 proteggono la cellula e ne garantiscono la sopravvivenza.  Il fenomeno è stato individuato in due malattie della tiroide: la tiroidite di Hashimoto, in cui i linfociti Th1 provocano la progressiva distruzione della tiroide e quindi l'ipotiroidismo, e la malattia di Graves, dove i linfociti Th2 favoriscono la sopravvivenza delle cellule grazie a due molecole salvavita (FLIP e Bcl-XL), che bloccano la morte cellulare. Il risultato è l'ipertiroidismo.

La scommessa per il futuro è riuscire a controllare la produzione di linfociti Th1 e Th2 in modo da bilanciare le risposte immunitarie. In futuro, ad esempio, potrà essere possibile aumentare la produzione di Th2, e quindi di proteine protettive, per la cura delle malattie autoimmuni.