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----- Original Message -----
From: "Davide Bertok" <davide.bertok at tiscali.it>
To: <buone at peacelink.it>
Sent: Friday, September 20, 2002 6:59 AM
Subject: artisti contro la guerra in USA


> Riparliamo di Buone Nuove, eccone una trovata sul quotidiano "Il Piccolo"
> di oggi.
> Davide
>
> VENTI DI GUERRA Jane Fonda e Oliver Stone guidano gli oltre quattromila
> firmatari di un manifesto contro l?uso della forza apparso sui principali
> quotidiani del Paese
> Negli Stati Uniti tornano i pacifisti e i fantasmi del Vietnam
>
>
> WASHINGTON - Rinasce la protesta pacifista, rispuntano i fantasmi del
Vietnam.
> La voce di Jane Fonda, un lampo dal passato, si affianca ai volti di nuove
> militanti del movimento pacifista, come Medea e Diane, le due donne che
> hanno interrotto mercoledì la deposizione al Congresso del ministro della
> Difesa Donald Rumsfeld conquistando ieri la prima pagina dei più
importanti
> giornali americani. Nel giorno in cui la Casa Bianca chiede al Congresso
> l'autorizzazione ad usare la forza contro l'Iraq acquistano
improvvisamente
> forza, dopo un lungo silenzio, anche le voci degli oppositori ad una nuova
> guerra.
> I nomi di Jane Fonda e Oliver Stone spiccano tra gli oltre 4000 mila
firmatari
> di un manifesto pacifista ospitato ieri a pagamento sul «New York Times».
> Lo stesso giornale pubblica in prima pagina (imitato dal «Washington Post»
> e da altri) la foto della protesta di Medea e Diane e dei loro striscioni
> con la scritta «Ispezioni, non guerra». La presenza di Jane Fonda, insieme
> all'ex-marito Tom Hayden, tra i firmatari del manifesto anti-guerra,
sottoscritto
> da intellettuali ed artisti famosi (da Gore Vidal a Robert Altman, da
Alice
> Walker a Susan Sarandon, da Gloria Steinem ad Angela Davis), riporta di
> colpo l'America indietro nel tempo, alle massicce proteste contro la
guerra
> nel Vietnam.
> Un parallelo non ignorato del resto nel manifesto, intitolato «Non a nome
> nostro», dove «le terribili scene di massacri dell' 11 settembre» vengono
> affiancate a scene simili del passato «a Baghdad, a Città di Panama e, una
> generazione fa, nel Vietnam». L'appello invita gli americani a mobilitarsi
> contro «una guerra senza limiti» e contro «le nuove misure di repressione»
> propugnate dal governo degli Stati Uniti. «Il nostro governo si sta
preparando
> apertamente ad una guerra totale contro l'Iraq, un paese che non ha alcuna
> connessione con l'orrore dell'11 settembre», nota il manifesto. Gli
intellettuali
> e gli artisti respingono lo «scenario semplicistico di «Bene contro Male»
> tracciato da George Bush in risposta all'attacco e accusano i media di
aver
> accettato in modo passivo e pavido questa impostazione:«Non vi è stato
alcun
> dibattito. Per il governo porre domande sfiora il tradimento
>
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