(Fwd) N.E. Balcani #780 - Slovenia



------- Forwarded message follows -------
Date sent:      	22 Apr 2004 09:06:03 -0000
To:             	<free at notizie-est.com>
From:           	"Notizie Est" <info at notizie-est.com>
Subject:        	N.E. Balcani #780 - Slovenia
Send reply to:  	info at notizie-est.com

Notizie Est - http://www.notizie-est.com

N.E. BALCANI #780 - SLOVENIA
22 aprile 2004


**Comunicato: Sono iniziate le iscrizioni per MIREES 
(Interdiciplinary Master in East European Researches and Studies). 
Per ulteriori informazioni visitate il sito http://www.eurobalk.net**


LA “LEGGE TECNICA” SUI CANCELLATI
di Jimmy Milanese

La Slovenia, tra l'adesione all'Unione Europea e sentimenti xenofobi 

La Slovenia aspetta l'ingresso formale nell'Unione Europea, il primo 
maggio 2004, ma non tace, anzi, mostra segnali di disorientamento 
tutt'altro che rassicuranti. Nel referendum del 4 aprile scorso, 
quasi un cittadino su tre si è espresso contro la restituzione della 
cittadinanza ai circa 18.000 ex-cittadini sloveni, radiati dagli albi 
nel 1992. 

Il fatto segue gli eventi bellici che hanno portato alla dissoluzione 
l'ex Jugoslavia. Il 25 febbraio 1992, il Ministero dell'Interno di 
Lubiana decide di depennare dai registri dei residenti tutte le 
persone nate nelle repubbliche ex jugoslave, le quali non avessero 
richiesto fino ad allora la cittadinanza slovena, o non risultassero 
iscritte come cittadini stranieri. L'alternativa per molti di questi 
malcapitati era di recuperare certificati di nascita laddove erano 
nati (spesso in Serbia, piuttosto che in Bosnia), con le conseguenti 
difficoltà poste dallo stato di guerra, e presentarli entro quella 
data alle autorità slovene. La situazione degenerò con il ritiro da 
parte delle autorità slovene di carte di identità, lasciapassare, 
passaporti, patenti di guida a quasi 18.000 persone. Senza contare le 
numerose situazioni paradossali, in cui, per esempio, un membro di 
una famiglia slovena poteva vedersi ritirata la cittadinanza, quindi 
la possibilità di frequentare le scuole, preclusa la possibilità di 
possedere un conto in banca, e addirittura rischiare il 
licenziamento, quindi, trovarsi nello stato di clandestino in un 
paese straniero a tutti gli effetti. 

Due sentenze della Corte Costituzionale slovena nel 1999 e nel 2003, 
hanno riportato le cose entro un quadro giuridico accettabile, anche 
in considerazione dell'imminente ingresso della Slovenia nell'Unione 
Europea. La prima sentenza ammetteva il torto commesso, mentre la 
seconda invitava il Ministero dell'Interno a conferire la 
cittadinanza effettiva a tutti coloro i quali fossero stati residenti 
sloveni, o il giorno del plebiscito sull'indipendenza (23 dicembre 
1990), o nel giorno della cancellazione (25 febbraio 1992). 
Nonostante la sentenza della Corte fosse immediatamente operativa, il 
Ministero dell'Interno si riservò di approvare una legge tecnica 
prima di rilasciare i certificati di residenza, contrariamente a 
quanto suggerito dalla Corte stessa. L'approvazione della legge 
tecnica, alla prova dei fatti, avrebbe comunque ridotto il numero di 
persone aventi diritto al ripristino della residenza: quelle stesse 
persone descritte dall'opposizione di centro-destra come i nemici 
dell'indipendenza, gli speculatori, gli uomini dell'armata rossa ecc. 
A queste proteste è seguita la raccolta delle firme per indire un 
referendum confermativo sulla legge, della quale si vuole discutere. 

Gli sloveni, nella consultazione referendaria di domenica scorsa, 
hanno deciso per la bocciatura della legge tecnica, con una 
maggioranza di "NO" superiore al 94% dei votanti: il 31% dei 
cittadini. La mancanza di un qualsiasi quorum, per la validazione del 
referendum, hanno aperta la strada a varie interpretazioni del 
risultato referendario. Se sul piano giuridico il risultato non ha 
nessun valore (sulla base della citata sentenza della Corte 
Costituzionale del 2003, il Ministero dell'Interno ha già iniziato a 
rilasciare i certificati di residenza ai cancellati), mentre dal 
punto di vita prettamente politico la consultazione offre una lettura 
tutt'altro che rassicurante. Primo, la coalizione di governo, guidata 
dal premier Anton Rop, ne esce notevolmente indebolita. Infatti, 
dalla coalizione composta dai Liberaldemocratici, dalla Lista Unita, 
dal Partito dei Pensionati, e dal Partito Popolare, sono stati 
espulsi gli ultimi, quindi, i Ministri Ivan Bizjak (Giustizia), Franc 
But (agricoltura) e Jakob Presecnik (trasporti): i quali si erano 
schierati con l’opposizione, facendo mancare il sostegno al Ministro 
dell’Interno Rado Bohinc, accusato di aver gestito malamente la 
questione dei . Il rimpasto di governo prevede inoltre la 
sostituzione del Ministro per le questioni europee, Janek Potocnik, 
designato quale Commissario all’allargamento aggiunto, a partire da 
maggio 2004, oltre alla sostituzione del Ministro dell’economia, Tea 
Petrin, designata quale nuova ambasciatrice in Olanda. 

Secondo, l'opposizione di centro-destra, guidata da Janez Janša, 
rafforza la propria posizione, alla vigilia di due importanti date 
elettorali: le elezioni europee di giungo, e le elezioni politiche di 
fine anno. Nei fatti, quel 1.500.000 di elettori, contrari alla 
legge, rappresentano un potenziale bacino di consenso per i partiti 
di opposizione, soddisfatti per il mancato boicottaggio della 
consultazione, nonostante l'invito da parte delle massime cariche 
dello stato, e di gran parte della società civile (ai quali si è 
unito l'ex capo dello stato, Milan Kucan). Il risultato vene 
interpretato dal leader dell'opposizione Janša, un chiaro segnale di 
sfiducia al governo, il quale è invitato dall’opposizione di centro-
destra ad indire nuove elezioni politiche, da abbinare al voto 
europeo del giugno prossimo. Per Janša, il "NO" alla legge tecnica 
rende illegali e illegittimi i nuovi certificati di residenza 
consegnati dal governo sloveno, in seguito alla pronuncia della Corte.

Tra le voci controcorrente, si registra il commento paradossalmente 
positivo nei confronti dell'esito referendario da parte di Matevež 
Krivic, già giudice della Corte slovena, nonché rappresentante legale 
dei cancellati. Secondo Krivic, la bocciatura di una legge che limita 
il numero delle persone che hanno diritto alla restituzione della 
residenza slovena, rappresenta paradossalmente un successo per i 
cancellati stessi, e la fine delle schermaglie tra governo e 
opposizione, sulla testa di qualche migliaio di persone. Nel 
frattempo, l'Europa, nella persona del Commissario per i diritti 
umani del Consiglio d'Europa, Alvaro Gil Robles, sta a guardare. La 
xenofobia, nei confronti del "non sloveno", è riuscita ad indire e 
vincere un referendum; inutile dal punto di vista giuridico, 
significativo da quello politico, perché proveniente da un ormai 
prossimo membro dell'Unione Europea.

--------------------------------

Se volete cancellare il vostro abbonamento a "Notizie Est - Balcani", 
o cambiare l'e-mail alla quale ricevete la newsletter, potete farlo 
accedendo alla sezione "Area utenti" del sito web http://www.notizie-
est.com con la password che vi è stata assegnata.

------- End of forwarded message -------