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(Fwd) N.E. Balcani #545 - Serbia/Montenegro
- Subject: (Fwd) N.E. Balcani #545 - Serbia/Montenegro
- From: "Davide Bertok" <davide.bertok at adriacom.it>
- Date: Mon, 22 Apr 2002 13:19:50 +0200
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------- Forwarded message follows ------- From: "Notizie Est" <est at ecn.org> To: "Notizie Est - Balcani" <balcani at notizie-est.com> Date sent: Sun, 21 Apr 2002 23:30:17 +0200 Subject: N.E. Balcani #545 - Serbia/Montenegro Send reply to: balcani at notizie-est.com Priority: normal "Notizie Est" - http://www.ecn.org/est/balcani ========================================= N.E. BALCANI #545 - SERBIA/MONTENEGRO 21 aprile 2002 ========================================= SUICIDIO DAVANTI AL PARLAMENTO di Filip Svarm - (AIM Belgrado, 17 aprile 2002) Davanti al Parlamento della Federazione jugoslava, l'11 aprile. alle 19.07, e' echeggiato uno sparo. Il deputato del Partito socialista della Serbia (SPS) nel Consiglio delle repubbliche ed ex ministro degli interni nel Governo della Serbia dal 1997 al 2000 - Vlajko Stojiljkovic - e' stramazzato accanto all'ingresso del Parlamento; nella pozzanghera di sangue c'era una "Beretta 92". Quello stesso giorno, alcune ore prima, entrambe le camere parlamentari avevano adottato la Legge sulla collaborazione con il Tribunale de L'Aja. Questo documento si riferiva anche allo stesso Stojiljkovic: era ogetto della cosiddetta Accusa del Kosovo e in modo evidente veniva visto come un uomo che in qualche giorno avrebbe raggiunto Scheveningen. La notizia del suicidio di uno dei piu' stretti collaboratori di Slobodan Milosevic si e' diffusa in modo fulmineo. Davanti al palazzo del Parlamento si e' radunato immediatamente un centinaio di seguaci dei socialisti e dei radicali. Quando hanno cessato di udirsi le grida "Ustascia, ustascia" e "assassini, assassini" il deputato del Partito Radicale Serbo (SRS) ed ex collega di Stojiljkovic al Parlamento della Repubblica, Aleksandar Vucic, ha letto la lettera di addio che lo stesso Stojiljkovic qualche minuto prima di premere il grilletto aveva consegnato anche al deputato radicale Stojanovic. "Con questo atto compiuto in qualita' di deputato del Consiglio della Repubblica nel Parlamento Federale esprimo la protesta contro gli esponenti dell'attuale potere-marionetta della DOS e della Coalizione montenegrina per la Jugoslavia, per la frantumazione della SRJ in combutta con il piu' grande nemico del nostro popolo, Javier Solana, per l'arrogante calpestamento della costituzione e delle leggi di questo paese, per la conduzione di una politica di tradimento e di capitolazione, per la perdita della dignita' nazionale, per la distruzione dell'economia nazionale e per aver portato i cittadini alla miseria sociale", ha scritto di proprio pugno Stojiljkovic. "Per la mia morte ritengo responsabile e accuso direttamente: Zoran Djindjic, Vojislav Kostunica, Dusan Mhajlovic, Vladan Batic, Miroljub Labus, Dragoljub Micunovic, Predrag Bulatovic, Srdja Bozovic e Dragisa Pesic. I cittadini patrioti di questo paese sapranno come vendicarmi". Si trattava solo dell'inizio di quello che sarebbe successo. I socialisti e i radicali hanno iniziato immediatamente una campagna di accusa contro il potere attuale per traffico di persone e tradimento ed hanno definito il gesto di Stojiljkovic un atto patriottico ed eroico. Contemporaneamente hanno ammesso che l'ex ministro degi interni gia' da un po' di tempo diceva cosa intendesse fare, mandava lettere di addio e, in generale, metteva in chiaro che "non si sarebbe consegnato vivo al Tribunale dell'Aia". Non lo avevano tuttavia preso sul serio, ma hanno comunque sottolineato che quando esiste la ferma determinazione di commettere un suicidio come un atto politico, non c'e' modo di impedirlo. Tuttavia, anche se lo volevano, non sono riusciti a nascondere una sorta di libidine necrofila. Il suo partito e i radicali trattano il suicidio di Stojiljkovic come fino ad ora hanno trattato tutti gli incidenti e le tragedie alla base delle quali c'e' la loro politica del sacrificio volontario altrui. Attraverso la piu' squallida demagogia, dunque, mediante il commercio della difficolta' altrui e il furto delle posizioni, qualsiasi esse siano. Che nel vocabolario del SPS non esistono le parole responsabilita' e compassione lo testimonia anche il fatto che il giorno dopo che Stojiljkovic si e' sparato, non e' stato rinviato l'incontro del Comitato esecutivo durante il quale e' stata presa la decisione di sostituire il capogruppo parlamentare dei socialisti nel parlamento della Serbia, Branislav Ivkovic. Per questo partito, la morte Stojiljkovic non rappresenta nulla piu' che un altro tentativo di mostrare il potere attuale come "traditore" e acquistare un punto in piu' presso gli elettori. L'Opposizione democratica della Serbia (DOS) ha ribadito con una sua valutazione che si tratta dell'atteggiamento di un uomo che non ha potuto reggere il peso della propria responsabilita' e l'ipocrisia dei suoi compagni politici. Il suicidio di Vlajko Stojiljkovic ha comunque suscitato nell'opinione pubblica un certo sapore amaro. L'insistenza sul fatto che le consegne al tribunale sono inevitabili per evitare che il paese sia nuovamente oggetto di sanzioni, nonche' il cavillare e il prolungare i tempi per non rovinare l'immagine "patriottica", entrambi senza un confronto reale ed aperto con i fatti per i quali tali persone sono accusate, hanno creato in buona parte dell'opinione pubblica l'impressione che alla base di tutto ci sia una resa dei conti interpolitica e un battibecco tra i partiti. Il discorso pubblico del presidente della SRJ e del partito democratico della Serbia (DSS), Vojislav Kostunica, non ha diminuito l'imbarazzo. Kostunica ha detto che la responsabilita' e' generale - del potere attuale perche' non ha regolato in tempo legalmente il rapporto con il Tribunale, del precedente potere perche' la sua politica ha portato lo stato alla situazione in cui si trova, ma anche della comunita' internazionale perche' pone continuamente delle condizioni ed esercita pressioni - e quindi ha invitato alla cessazione delle reciproche accuse fra i partiti e alla definizione di un minimo di interesse nazionale. Ancora un paio di parole su Vlajko Stojiljkovic, che ha trascorso sotto le apparecchiature del centro clinico ospedaliero le ultime ore dalle 19.20 dell'11 aprile alle 21.30 del 13 aprile, momento in cui e' stata dichiarata la sua morte. Cinque anni fa, nella stessa data in cui Stojiljkovic si e' puntato la pistola alla tempia, era stato ucciso il capo della pubblica sicurezza e svolgente le funzioni di ministro degli interni, il colonnello e generale di polizia Radovan Stojicic Badza. Stojicic ha ricoperto questo incarico per alcuni mesi prima della morte, perche' il SPS e la Sinistra Jugoslava (JUL) non riuscivano a mettersi d'accordo riguardo a questo ministero estremamente importante e delicato. Sojiljkovic allora e' diventato ministro: si diceva che la cosa determinante fosse la sua vicinanza alla coppia dei coniugi Slobodan Milosevic e Mirjana Markovic e che, come loro, era originario di Pozarevac; piu' esattamente e' nato nel vicino villaggio di Mala Krsna nel 1937. Con Sojiljkovic a capo, il ministero degli interni della Serbia ha continuato come fino ad ora: la criminalita' organizzata fioriva, i poliziotti combattevano in Kosovo e picchiavano i dimostranti pacifici a Belgrado, mentre gli omicidi professionali e su commissione sono rimasti pane quotidiano. Durante i bombardamenti della NATO, l'11 aprile 1999, assassini tuttora sconosciuti, dopo un linciaggio senza precedenti sui media dell'allora regime, hanno ucciso il proprietario del settimanale "Evropljanin" e del quotidiano "Dnevni Telegraf", Slavko Curuvija. Stojiljkovic e i suoi subordinati non si sono agitati troppo: membri del ministero della sicurezza statale seguivano Curuvija nello stesso giorno dell'omicidio e sono stati richiamati solo alcuni minuti prima che il crimine venisse compiuto. Fra l'altro, nell'ultimo anno del ministero di Stojiljkovic il ministero degli interni e' diventato uno strumento diretto per la repressione politica. E' sufficiente ricordarsi dell'arresto di mille ragazzi e ragazze del movimento Otpor. Dopo il 5 ottobre e' iniziato un difficile periodo per Stojiljkovic. Nel partito gli si rimproverava l'incapacita' di sventare per tempo il "tradimento" della polizia e di impedire le dimostrazioni che hanno segnato la fine del regime di Milosevic. E' stato notato che anche le guardie di Milosevic, mentre si preparava l'arresto di quest'ultimo, non volevano Stojiljkovic tra di loro - dicevano: perche' adesso vuole proteggerlo mentre quando doveva farlo non lo ha fatto? Il "caso dei camion frigoriferi" ha rappresentato un colpo particolare. L'attuale ministro degli interni Dusan Mihajlovic ha dichiarato che e' stato trovato un documento intitolato "Dubina II", secondo il quale la decisione sul fatto che gli albanesi uccisi in Kosovo venissero trasferiti in Serbia e sepolti in segreto in fosse comuni, oppure semplicemente buttati nel Danubio, e' stata presa durante una riunione alla quale, oltre a Milosevic, hanno preso parte Stojiljkovic e altri alti funzionari del ministero degli interni di allora e probabilmente di oggi. Questo ha cambiato in modo profondo la partecipazione della polizia in Kosovo di cui l'ex regime andava cosi' fiero, ed ha aperto una serie di lunghe domande le cui risposte si cercano proprio all'Aia. Finalmente, un intero mondo creato a misura dell'SPS e' sparito e lo stesso partito si e' trovato nel vortice della disgregazione, nelle lotte delle fazioni e nella totale mancanza di idee. Oltre a consigliare: meglio suicidarsi che andare vivo all'Aia - e a continuare la guerra verbale contro il mondo intero e il locale "potere marionetta", i socialisti non hanno saputo offrire nient'altro, ne' ai propri membri ne' alla gente. E Stojiljkovic non conosceva nessun altro mondo, non permetteva che esistesse, ugualmente al suo predecessore, il ministro degli interni Zoran Sokolovic, che si e' anch'egli suicidato alcuni mesi dopo il 5 ottobre. Con tutta la comprensione umana per la tragedia, questo suicidio e' un'altra di quelle morti non necessarie e assurde, cosi' numerose e cosi' caratteristiche del regime di Milosevic, di cui uno dei reggenti era proprio Vlajko Stojiljkovic. (traduzione di Ivana Telebak e Luka Zanoni) __________________________________________________________ "Notizie Est - Balcani" e' una mailing list di notizie sui Balcani, pubblicata dal sito web "I Balcani" e archiviata su web all'indirizzo: http://www.ecn.org/est/balcani Se desiderate abbonarvi (gratuitamente) o essere rimossi da questa lista e' sufficiente che lo comunichiate a: balcani at notizie-est.com ------- End of forwarded message -------
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