Da un "pacifista" - Venezuela e la "sinistra", golpe sponsorizzato dagli Usa



From:           	Alessandro Marescotti <a.marescotti at peacelink.it>
Subject:        	golpe in Venezuela sponsorizzato dagli Usa
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Un invisibile avvertimento alla sinistra

  - Ingovernabile la nazione che aveva tentato una politica
  petrolifera non allineata con gli Usa -


Perché la sinistra "riformista" si allinea docilmente al volere della
Casa Bianca? Non per ragioni ideologiche, non per reale convinzione.
La sinistra ricorda ciò che avvenne a Salvador Allende. Fare una
politica autonoma dalle linee guida del governo Usa significa
precipitare nel caos economico e politico. La sinistra "riformista" è
in realtà la sinistra "ricattata". E oggi il golpe in Venezuela
ripropone la questione in tutta la sua evidenza e attualità. Da quando
il primo ministro Chavez ha cambiato i manager statali del petrolio
per condurre una politica economica più indipendende dagli Sati Uniti,
la nazione è precipitata nel caos. Una curiosa alleanza di
confindustria e sindacati venezuelani hanno bloccato il Venezuela, con
la sapiente e invisibile regia di Bush e dei signori del petrolio.

A dicembre ebbi modo di parlare con Giancarlo Summa, un giornalista
italiano che vive in Brasile; stava compiendo una ricerca sulle
questioni del petrolio a livello mondiale e mi disse che la Casa
Bianca entro pochi mesi avrebbero messo fuori gioco il primo ministro
Chavez. Io, che gli stavo chiedendo se gli Usa stessero giocando in
Afghanistan una "guerra per il petrolio", ascoltai quattro mesi fa una
vera e propria "profezia": "La vera guerra per il petrolio la Casa
Bianca la sta conducendo in Venezuela, principale fornitore degli
Stati Uniti". Sul momento la sua analisi non rientrava nella mia
agenda, tutta centrata sull'Afghanistan, ma oggi quel colloquio si
rivela una previsione puntuale. E' più difficile prevedere la pioggia,
è più facile prevedere un colpo di stato se una nazione non si allinea
con la politica della Casa Bianca. Da quanto in Venezuela sono stati
cambiati i manager statali deputati a gestire la politica petrolifera
del Venezuela, la Casa Bianca ha messo nell'agenda delle priorità
politiche la preparazione del golpe. Non è necessario farlo in prima
persona, la via indiretta - come in Cile - è la più indicata. E
l'azione sembra riuscita, stando alle informazini che in queste ore ci
giungono e che darebbero Cavez in fuga: è stato compiuto con successo
il golpe militare in Veneziela.

Bush brinda al "suo" petrolio. Il petrolio venezuelano - che fluisce
direttamente nei serbatoi delle auto americane - era ed oggi è
ritornato ad essere il "suo" petrolio. Trasformata l'economia
venezuelana in economia satellitare delle esigenze energetiche
americane, la Casa Bianca ha oggi dimostrato al mondo che cosa succede
se un governo decide di testa propria. Questo la sa Prodi, la sa
Fassino, la sa D'Alema, la sa Rutelli, la sanno tutti coloro che
vogliono guidare la sinistra governativa. Erano giovani quando Allende
veniva ucciso perché voleva una nazione indipendente e sovrana. Allora
alcuni di loro alzavano il pugno al seguito degli Inti Illimani e dei
loro canti andini. Ma il sangue di Allende ieri e la fine di Chavez
oggi sono diventati monito e ricatto. Chavez non è Allende, non ha il
fascino democratico del presidente socialista cileno. Ma dopo Allende
tutto il panorama socialista internazionale è mutato: non per
maturazione di idee nuove ma per ricatto. Oggi la sinistra vive il
ricatto esibito contro Allende e rinnovato in queste ore. La sinistra
governativa sa benissimo tutto ciò che accadrebbe se non si alleneasse
con servile meticolosità. E poiché in politica si fa di necessità
virtù, l'amaro della sconfitta è diventato il dolce sogno di una
accomodante e conciliante politica che non scontenti la Casa Bianca.
Il Venezuela in queste ore sfila di fronte all'Ulivo dicendo: ricorda
ciò che è bene fare se non vuoi essere distrutto.

Alessandro Marescotti


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