Re: (IWPR) VOTE FOR YOUR 'FAVOURITE WAR CRIMINAL'



Io non ho ancora scelto il mio "favourite war criminal", cioe' il 
mio criminale di guerra preferito, ma credo che noi italiani
abbiamo solo l'imbarazzo della scelta:

              Presidente del Consiglio: Massimo D'Alema (Ds)
              Vice Presidente: Sergio Mattarella (Ppi)
              Sottosegretario alla presidenza: Franco Bassanini (Ds)
              Bilancio e Tesoro: Carlo Azeglio Ciampi
              Finanze: Vincenzo Visco (Ds)
              Industria: Pier Luigi Bersani (Ds)
              Esteri: Lamberto Dini (Ri)
              Giustizia: Oliviero Diliberto (Pdci)
              Interno: Rosa Russo Jervolino (Ppi)
              Commercio estero: Piero Fassino (Ds)
              Riforme costituzionali: Giuliano Amato
              Beni Culturali Spettacoli e Sport: Giovanna Melandri (Ds)
              Sanità: Rosy Bindi (Ppi)
              Ambiente: Edo Ronchi (Verdi)
              Funzione Pubblica: Angelo Piazza (Sdi)
              Comunicazioni: Salvatore Cardinale (Udr)
              Pubblica Istruzione: Luigi Berlinguer (Ds)
              Ricerca Scientifica e Università: Ortensio Zecchino (Ppi)
              Trasporti: Tiziano Treu (Ri)
              Difesa: Carlo Scognamiglio (Udr)
              Lavori Pubblici: Enrico Micheli (Ppi)
              Lavoro e Mezzogiorno: Antonio Bassolino (Ds)
              Pari opportunità: Laura Balbo
              Solidarietà sociale: Livia Turco (Ds)
              Politiche agricole: Paolo De Castro (Ulivo)
              Rapporti parlamento: Guido Folloni (Udr)
              Politiche comunitarie: Enrico Letta (Ppi)
              Affari regionali: Katia Belillo (Pdci)
              (21 ottobre 1998)

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P R O C E S S I A M O L I  !!

Il 31 luglio 1999 hanno avuto inizio a New York le attivita' del
"TRIBUNALE INTERNAZIONALE INDIPENDENTE CONTRO I
CRIMINI DELLA NATO IN JUGOSLAVIA", promosso da Ramsey
Clark, con la stesura di 19 punti di accusa contro la NATO ed i
governi occidentali.

Le attivita' del "Tribunale" hanno trovato seguito in molti altri  paesi
del mondo. In Italia il primo novembre 1999 alla presenza di
Ramsey Clark ha preso il via la sezione italiana del Tribunale. Nel
corso di questi mesi, confortati dal crescente interesse suscitato e
dalle numerose iniziative di presentazione del "Tribunale Italiano" in
molte citta', abbiamo potuto verificare  con dati oggettivi la
veridicita' delle nostre accuse.

A completamento del lavoro svolto in questi mesi, noi sottoscritti
firmatari di questo appello accusiamo le massime autorità della
Repubblica in carica nel marzo 1999 - in particolare il presidente
del Consiglio dei Ministri Massimo D'Alema e i membri del Governo
per la partecipazione alla guerra illegale e il Presidente della
Repubblica Oscar Luigi Scalfaro per non aver difeso la Costituzione
- nonchè i loro successori per quanto attiene ai crimini in
continuità con l'aggressione armata, ciascuno secondo la personale
responsabilità scaturente dalle diverse competenze, azioni e
omissioni:

- per avere collaborato attivamente all'aggressione contro la
Repubblica Federale Jugoslava, paese sovrano da cui non era
venuta nessuna minaccia nè all'Italia nè ai suoi alleati;

- per aver liquidato e vanificato con l'aggressione militare le
iniziative internazionali tendenti a favorire la soluzione con mezzi
pacifici dei problemi  esistenti nel Kosovo;

- per avere violato tutti i principi del diritto internazionale e in
particolare la Carta delle Nazioni Unite, i principi del Tribunale di
Norimberga, le Convenzioni di Ginevra e i protocolli aggiuntivi sulla
tutela delle popolazioni civili, nonchè lo stesso trattato istitutivo
della NATO;

- per aver consentito che dal proprio territorio partissero attacchi
contro istallazioni e popolazioni civili, condotti su obiettivi e con
armi appositamente studiate per infliggere il massimo danno,
anche protratto nel tempo, alle persone e alle loro condizioni di vita
(attacchi deliberati contro strutture civili, bombe a grappolo);

- per aver consentito l'utilizzo massiccio di proiettili e missili
all'uranio impoverito, causando danni incalcolabili e per un tempo
indeterminato alle popolazioni della Federazione Jugoslava, con
enormi rischi attuali anche per i volontari civili e per i militari
italiani impegnati nel Kosovo.
            
- per aver partecipato al bombardamento di impianti chimici e
farmaceutici, causando deliberatamente danni ambientali di
enorme rilevanza, tali da configurare una vera e propria guerra
batteriologica, chimica e nucleare;

- per aver danneggiato l'economia della Costa Adriatica con la
chiusura degli aeroporti civili e per aver consentito e cercato di
occultare lo smaltimento di ordigni bellici nelle acque territoriali
italiane e in quelle immediatamente adiacenti, causando danni alle
persone, all'ambiente, all'economia;

- per aver violato la Costituzione italiana e ignorato le procedure
che essa impone in caso di stato di guerra, guerra che non può mai 
essere intrapresa dall'Italia ma solo combattuta per difendere 
dall'aggressione altrui il nostro paese e i paesi di cui l'Italia sia 
impegnata a condividere la difesa;

- per avere attivamente collaborato ad affamare e sacrificare la 
popolazione
della Jugoslavia, sia nel corso della guerra sia con l'imposizione di 
misure
di embargo internazionalmente illegittime;

- per avere attivamente collaborato a esercitare pressioni e ingerenze
contro un paese sovrano e le sue legittime istituzioni;

- per avere inviato truppe e personale civile a governare territori 
ridotti
di fatto a nuovi protettorati e colonie, senza peraltro impedire nel 
Kosovo
la persecuzione sistematica e l'espulsione della popolazione di etnia
serba e di altre etnie non albanesi, nonchè degli stessi abitanti di 
etnia
albanese considerati non affidabili o dissidenti dal nuovo potere di 
fatto
ivi insediato in violazione della risoluzione 1244 dell'ONU;

- per aver usato la Missione Arcobaleno come operazione di promozione e
legittimazione della guerra, e per avere allo stesso fine attivato o
favorito una disinformazione e propaganda di guerra;

- per avere rinunciato all'esercizio della sovranità del nostro paese e 
al
diritto-dovere di controllo delle attività che vi svolgono comandi,
strutture e mezzi militari stranieri;

- per avere acconsentito a modificare, senza nessuna decisione del
Parlamento, lo "status" politico e giuridico della NATO.

(sezione italiana del Tribunale Indipendente contro i crimini della 
NATO,
giugno 2000)

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Dal "Giornale di Brescia", Sabato 10 Luglio 1999

sopratitolo: A guerra conclusa, svelati dal colonnello Francesco Latorre
i numeri dell'operazione "Alled Force"

titolo: Sesto Stormo, 172 missioni per il Kossovo

sottotitolo: Da Ghedi sono stati schierati in Puglia 85 uomini e 12
velivoli, per 418 ore di volo

"...L'altra sera il colonnello Latorre ha svelato tutti i numeri della
cosiddetta operazione Aled Force conclusasi il 10 Giugno con la resa di
Milosevic (sic). Lo ha fatto davanti ai militari del VI Stormo e alle 
loro
famiglie (cui e' andato il sincero ringraziamento del comandante...) ma
anche davanti al Generale Gargini, al prefetto, al vicequestore e al
comandante provinciale dei Carabinieri.
Il colonnello ha cominciato spiegando che, a causa della posizione 
centrale
in una zona perennemente in crisi (....), "l'Italia e' considerata una
sorta di portaerei nel Mediterraneo. Non a caso, nel corso dell'Allied
Force, l'85% delle missioni h decollato dalle nostre basi". (...)
naturalmente, gli uomini e i mezzi del VI stormo hanno fatto la loro
parte.
Anzi hanno fatto molto.
"L'impegno operativo del VI Stormo - ha detto Latorre - s'e' 
concretizzato
in missioni di ricognizione )2 sortite per due giorni la settimana) e in
missioni d'attacco effettuate in un primo periodo da Ghedi, poi da una
cellula schierata a Gioia del Colle ( 6/8 sortite giornaliere per 6
giorni la settimana". (...) da Ghedi in Puglia sono arrivati 85 uomini, 
12
velivoli e 12 laser pod. Il rischieramento ha consentito di effettuare 
418
ore di volo, che si traducono in 172 sortite: 6 di ricognizione e 166 di
attacchi veri e propri, sferrati contro obiettivi selezionati di tipo
prettamente militare: depositi di munizioni, caseme, aeroporti. V'e'
inoltre da specificare che, per gli attacchi, sono state utilizzate
bombe a puntamento laser e a caduta libera.
Il colonnello Latorre ha anche spiegato come tecnicamente avvenivano le
missioni. Dopo la preparazione alla base, "i nostri aerei decollavano da
Gioia del colle, quindi, fatto rifornimento in volo sull'Adriatico, si
mettevano in "zona d'attesa" su cieli non ostili, tipo la Macedonia e
l'Albania: l'attesa dipendeva dal fatto che si viaggiava in pacchetti di
aerei e che ogni pacchetto aveva tempi precisi per entrare in azione.
Poi, quand'era il nostro turno, si andava sull'obiettivo, quindi, 
seguendo
rotte prestabilite, si tornava. Anche grazie alla preparazione dei 
nostri
equipaggi, tutto ha funzionato a meraviglia, tant'e' vero che, nel 100%
delle operazioni, uomini e mezzi sono rientrati alla base" (....)