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Re: Jovan Rashkovic, di Shibenik
- Subject: Re: Jovan Rashkovic, di Shibenik
- From: "Dk" <dragomir_k at libero.it>
- Date: Mon, 9 Apr 2001 00:49:25 +0200
- Priority: normal
On 8 Apr 2001, at 16:44, Paola Lucchesi wrote: > >Era il professore Jovan Rashkovic, di Shibenik. > >Ricattato da Tudjman, > >con quei nastri registrati. > > Questa storia non la conosco, di quand'e'? Che nastri? > Com'era la storia di Raskovic, comunque? In quel periodo, appunto nel '91 cca, Rashkovic ha avuto uno o più appuntamenti con Njofra a Zagabria, e deve essere che gli voleva spiegare com' erano i Serbi dalla campagna - un po grezzi, ecc. - ed ha usato una frasi, per spiegare la forza del popolo, più o meno: "Ma noi Serbi, siamo matti..." opp. "Ma io conosco i miei, sono matti .." non volendo dire niente di male. Tudjman, naturalmente, registrava tutto, e siccome ha avuto svariati incontri segreti con Zlobo, gli ha referito, opp. aveva distribuito l' informazione alla stampa. Zlobo aveva un' idea diversa su chi usare come strumenti di rivolta, e l'ulteriore discreditamento di Rashkovic, ha avuto come movente questa sua frasi, ma la causa era un'altra - era troppo fine e visionario. > Ad agosto ci fu la prova generale di quel che sarebbe stata l'estate > calda del '91, un anno dopo. Anche geograficamente era evidente quel che > sarebbe accaduto. Anch'io ho viaggiato nel luglio-agosto, fermandosi nei vari posti, Knin, Golubic, Spalato, Trogir - le colline con la bandiera a scacchi, jugoslave con stella rossa, a turno. Molto brivido inconsueto e sgomento tra i Serbi. Più che fondato. Il bambino a cui spiegai quando mi domandava sulle bandiere diverse. > Ma chissa', forse ancora non sarebbe stato troppo tardi. Questi elementi inspiegabili mentre davvero non era troppo tardi, però invece si andava ugualmente incontro ad abisso - sono le parti della storia che in questi anni si stanno complementando con il resto del mosaico balcanico - sono le forzature dal esterno. Ho scritto ieri su come dal '89 in poi nella Jugoslavija veniva velocemente implementata "la transizione" e con risultati soddisfacenti, e senza troppi problemi sociali, fino al punto che la Jugoslavia si era candidata come primo paese del Europa dell Est, per la UE. > Altro fatto spesso e volentieri dimenticato: le proteste di Belgrado del > marzo [...] Non fu una cosetta da niente, giorni e giorni sulle > Terazije con gran massa di gente, e Slobo gli mando' adosso i carri > armati. Il pretesto degli demonstratori era la opressione nei media di informazione, la stretta del partito socialista, scontento per la impossibilità di partiti di opposizione di edificarsi (mancanza dei fondi) - sono venuti i momenti di chiedere delle nuove elezioni. Quella volta non volevo spiegare niente al bambino, sui carri armati, mi sono detto, dopo aver passato la giornata sulle strade: "never forget". La slavina della rivolta era volutamente dissolta nel corso del anno, sotto le cannonate nella Slavonia, e dall' impoverimento veloce. Arrivarono i primi profughi-esuli, dalle altre repubbliche - che hanno intuito l'andamento delle cose. > Due mondi che, dopo cinquant'anni sotto lo stesso > tetto, in realta' non si erano mai parlati, mai veramente integrati. Si sono integrati, ma non economicamente. > Ma dai, ragazzi, insomma! Questa gente si merita qualcosa di meglio, non > vi pare? Anche voi ns. vicini si meritate qualcosa meglio di noi, e noi di voi, cerchiamo di diventare amici, non solo vicini dal puro caso. Dk
- References:
- Jovan Rashkovic, di Shibenik
- From: "Dk" <dragomir_k at libero.it>
- Re: Jovan Rashkovic, di Shibenik
- From: Paola Lucchesi <paola.lucchesi at mail.inet.it>
- Jovan Rashkovic, di Shibenik
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