Re: Jovan Rashkovic, di Shibenik



On 8 Apr 2001, at 16:44, Paola Lucchesi wrote:

> >Era il professore Jovan Rashkovic, di Shibenik.

> >Ricattato da Tudjman,
> >con quei nastri registrati.
> 
> Questa storia non la conosco, di quand'e'? Che nastri? 
> Com'era la storia di Raskovic, comunque?

In quel periodo, appunto nel '91 cca, Rashkovic ha avuto uno o più 
appuntamenti con Njofra a Zagabria, e deve essere che gli voleva 
spiegare com' erano i Serbi dalla campagna - un po grezzi, ecc. - ed ha 
usato una frasi, per spiegare la forza del popolo, più o meno: "Ma noi 
Serbi, siamo matti..." opp. "Ma io conosco i miei, sono matti .." non 
volendo dire niente di male. Tudjman, naturalmente, registrava tutto, e 
siccome ha avuto svariati incontri segreti con Zlobo, gli ha referito, 
opp. aveva distribuito l' informazione alla stampa. Zlobo aveva un' 
idea diversa su chi usare come strumenti di rivolta, e l'ulteriore 
discreditamento di Rashkovic, ha avuto come movente questa sua frasi, 
ma la causa era un'altra - era troppo fine e visionario.
 
> Ad agosto ci fu la prova generale di quel che sarebbe stata l'estate
> calda del '91, un anno dopo. Anche geograficamente era evidente quel che
> sarebbe accaduto.

Anch'io ho viaggiato nel luglio-agosto, fermandosi nei vari posti, 
Knin, Golubic, Spalato, Trogir - le colline con la bandiera a scacchi, 
jugoslave con stella rossa, a turno. Molto brivido inconsueto e 
sgomento tra i Serbi. Più che fondato. Il bambino a cui spiegai quando 
mi domandava  sulle bandiere diverse. 
 
> Ma chissa', forse ancora non sarebbe stato troppo tardi. 
Questi elementi inspiegabili mentre davvero non era troppo tardi, però 
invece si andava ugualmente incontro ad abisso - sono le parti della 
storia che in questi anni si stanno complementando con il resto del 
mosaico balcanico - sono le forzature dal esterno. Ho scritto ieri su 
come dal '89 in poi nella Jugoslavija veniva velocemente implementata 
"la transizione" e con risultati soddisfacenti, e senza troppi problemi 
sociali, fino al punto che la Jugoslavia si era candidata come primo 
paese del Europa dell Est, per la UE.

> Altro fatto spesso e volentieri dimenticato: le proteste di Belgrado del
> marzo [...] Non fu una cosetta da niente, giorni e giorni sulle
> Terazije con gran massa di gente, e  Slobo gli mando' adosso i carri
> armati.

Il pretesto degli demonstratori era la opressione nei media di 
informazione, la stretta del partito socialista, scontento per la 
impossibilità di partiti di opposizione di edificarsi (mancanza dei 
fondi) - sono venuti i momenti di chiedere delle nuove elezioni. Quella 
volta non volevo spiegare niente al bambino, sui carri armati, mi sono 
detto, dopo aver passato la giornata sulle strade: "never forget". La 
slavina della rivolta era  volutamente dissolta nel corso del  anno, 
sotto le cannonate nella Slavonia, e dall' impoverimento veloce. 
Arrivarono i primi profughi-esuli, dalle altre repubbliche - che hanno 
intuito l'andamento delle cose.   

>  Due mondi che, dopo cinquant'anni sotto lo stesso
> tetto, in realta' non si erano mai parlati, mai veramente integrati.

Si sono integrati, ma non economicamente. 

> Ma dai, ragazzi, insomma! Questa gente si merita qualcosa di meglio, non
> vi pare?

Anche voi ns. vicini si meritate qualcosa meglio di noi, e noi di voi, 
cerchiamo di diventare amici, non solo vicini dal puro caso.

Dk