Notizie Est #277 - Bulgaria



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NOTIZIE EST #277 - BULGARIA
7 novembre 1999
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ALLA RICERCA DELLA PACE ETNICA
di Georgi Filipov - (AIM Sofia, 29 ottobre 1999)

Fino a poco tempo fa la variante kosovara era 
impensabile per la Bulgaria. I politici locali 
chiamavano orgogliosamente il paese "un'isola di 
pace etnica", riferendosi in particolare ai 
buoni rapporti, a livello parlamentare, tra i 
partiti tradizionali bulgari e il Movimento per 
i Diritti e le Liberta' (DPS), che rappresenta 
gli interessi della minoranza turca. La sua 
posizione di terza forza politica ha consentito 
al DPS di svolgere per nove anni il ruolo di ago 
della bilancia tra i due partiti piu' forti, che 
si trovano agli opposti poli: l'Unione delle 
Forze Democratiche (UDF) e il Partito Socialista 
Bulgaro (BSP), ex comunista. Il leader del DPS 
ha abilmente messo in atto i suoi piani 
appoggiando, a seconda dei suoi interessi 
contingenti, ora una, ora l'altra forza, 
sfruttando i voti dei suoi elettori per 
conseguire i propri obiettivi elettorali. Il 
modello di integrazione etnica che Dogan, il 
leader del DPS, ha definito un'opera del suo 
partito, ha funzionato fino al 23 ottobre, 
giorno in cui si e' tenuto il secondo turno 
delle elezioni locali. In quella data Dogan ha 
perso una delle sue roccaforti - la citta' di 
Kardzali, dove da otto anni e' sindaco un 
rappresentante del DPS. In tale citta', 
tradizionalmente, il candidato del DPS ha 
manovrato con gli elettori di uno dei due 
partiti principali, riuscendo sempre a vincere. 
Questa volta, invece, e' accaduto qualcosa di 
nuovo, anche se poi non cosi' strano. I 
sostenitori del BSP e del SDS si sono uniti 
contro il candidato del DPS, Rasim Musa, sindaco 
uscente. Il voto etnico e' un fatto - i turchi 
hanno votato per il candidato turco e i bulgari 
per quello bulgaro. Analoga e' stata la 
situazione in altre citta' che da anni sono 
state guidate da rappresentanti del DPS. Alcuni 
politici hanno tentato di spiegare il voto pro-
bulgaro di Kardzali con il cattivo governo del 
sindaco uscente Rasim Musa. Tuttavia, secondo i 
leader del DPS questo voto e' stata l'ultima di 
una serie di mosse che ha come obiettivo quello 
di eliminare il DPS dalla struttura delle 
amministrazioni locali e, se e possibile, anche 
dalla scena politica nel suo complesso. 
L'analisi del voto di Kardzali indica che per il 
candidato indipendente Rumen Dimitrov, sostenuto 
dalla SDS [cioe' il candidato che ha vinto le 
elezioni - N.d.T.], ha votato anche parte della 
popolazione turca. Si presuppone che si tratti 
di simpatizzanti del Movimento Nazionale per i 
Diritti e le Liberta' (NDPS) - un partito creato 
dagli ideologi della SDS al fine di dividere la 
popolazione turca e di diminuire l'influenza del 
vero DPS. I risultati del voto sono ormai un 
fatto, ma quali saranno i loro effetti? Ahmed 
Dogan, nella sua prima dichiarazione pubblica 
dopo le elezioni ha paventato la possibilita' 
che nasca un partito etnico [in Bulgaria sono 
vietati dalla costituzione. Il DPS ha per questo 
motivo un nome privo di ogni connotazione etnica 
e in lingua bulgara - N.d.T.]. Alla domanda 
della radio "Free Europe" se e' vero che la base 
del DPS esercita pressioni affinche' il 
movimento si trasformi in un partito come quello 
cui ha dato vita l'UCK in Kosovo trasformandosi 
in forza politica, egli ha risposto: "Una tale 
pressione esiste e non e' dovuta solo ai 
risultati elettorali". Secondo le sue parole, 
nella regione dei monti Rodopi esiste un'ala 
radicale del DPS che cerca per l'appunto di 
creare un tale partito. "In questo caso, l'idea 
di base e' quella di spingere per creare un 
partito puramente etnico che rispetta solo il 
valore dell'etnos e da' priorita' all'identita', 
e non all'integrazione. Una tale spinta esiste 
sempre quando anche da parte delle strutture 
statali, e degli altri partiti, si effettua una 
pressione analoga, che provoca tali reazioni", 
ha dichiarato Ahmed Dogan. Attualmente la 
situazione a Kardzali e' piuttosto intricata. La 
direzione locale del DPS rifiuta di partecipare 
alle sedute del consiglio comunale, dove ha il 
maggior numero di rappresentanti. Il sindaco 
Musa non ha dato al suo successore la chiave 
simbolica della citta'. Da parte sua il nuovo 
sindaco Rumen Dimitrov ha dichiarato che il suo 
vice sara' un rappresentante del NDPS, il 
duplicato del DPS di Dogan, e il presidente del 
consiglio comunale sara' il candidato dei 
socialisti, visto che hanno il secondo gruppo 
per ordine di grandezza. I rappresentanti del 
BSP, tuttavia, rinunceranno con ogni 
probabilita' a questo invito nel nome della pace 
in una citta' che negli ultimi 10 anni ha visto 
quasi dimezzare la propria popolazione a causa 
dell'emigrazione della popolazione turca nella 
vicina Turchia. Un particolare interessante e' 
costituito dal fatto che la direzione centrale 
dei socialisti aveva indicato, per il secondo 
turno delle elezioni, di votare per i candidati 
del DPS, ma le sue organizzazioni locali non 
hanno accettato tale indicazione. Siamo alla 
fine della tanto declamata pace etnica in 
Bulgaria? "Poiche' sta emergendo una tendenza, e 
questa tendenza viene sostenuta da svariate 
strutture di un partito, a un certo punto l'ala 
radicale potrebbe prendere il sopravvento", ha 
dichiarato Ahmed Dogan. Egli ha avvertito che in 
ogni caso si arrivera' a un riesame del 
comportamento politico del DPS, in una direzione 
che per ora non e' nota. "Ci saranno dei 
cambiamenti, e' sicuro", ha dichiarato. L forze 
politiche di sinistra hanno denunciato i 
pericoli che indubbiamente si nascondono dietro 
il voto etnico di Kardzali. "Il premier Ivan 
Kostov ha scatenato un attacco etnico contro il 
DPS e il suo leader Ahmed Dogan", hanno 
affermato in una dichiarazione unitaria i 
rappresentanti dell'unione "Socialdemocrazia". 
Probabilmente reagiranno in maniera simile anche 
i socialisti, la cui presenza nel parlamento 
locale di Kardzali e' significativa e in alcune 
localita' i suoi candidati hanno ottenuto 
perfino il sostegno della minoranza turca. A 
loro e' perfettamente chiaro che e' meglio che a 
rappresentare gil interessi etnici dei turchi 
sia Ahmed Dogan, sempre pronto a trattare, e non 
forze politiche e personalita' piu' radicali, 
che indubbiamente rischiano di emergere. Perfino 
lo stesso Dogan sembra incline a radicalizzare 
la posizione del DPS rispetto ad alcune 
questioni fondamentali che ancora oggi rimangono 
non risolte. Tra tali questioni vi sono, per 
esempio, l'insegnamento della lingua turca nelle 
scuole, che attualmente e' fissata per legge a 
due ore alla settimana, oppure l'emissione di 
programmi TV o radio in lingua turca. Per ora 
non e' chiaro quale sara' la posizione della 
SDS, che ha messo in moto l'intera macchina 
dello stato nella campagna elettorale e che ha 
accolto il successo di Kardzali come una 
vittoria personale su Ahmed Dogan. Il premier 
Ivan Kostov gode da lungo tempo del sostegno dei 
circoli di governo nella vicina Turchia, con la 
quale intrattiene ottimi rapporti fin 
dall'inizio del suo mandato. Solo due giorni 
dopo le elezioni Kostov e i premier turco Bulent 
Ecevit hanno inaugurato insieme la grande 
stazione di idroaccumulazione di Gorna Arda, che 
portera' alla costruzione di alcune cetrali 
idroelettriche. Aziende turche costruiranno una 
parta dell'autostrada Marica. In cambio, la 
Turchia otterra' dalla Bulgaria corrente 
elettrica a prezzi preferenziali. Probabilmente 
Kostov spera che le autorita' ufficiali turche 
non sosterranno un partito pro-turco radicale 
sul territorio bulgaro, simile all'albanese UCK 
in Kosovo. Tuttavia cio' non garantisce che un 
eventuale affermarsi di tali organizzazioni non 
potrebbe ottenere il sostegno da parte di forze 
politiche piu' radicali in Turchia, che 
sarebbero liete di appoggiare, o addirittura 
finanziare, una tale idea. In un tale caso, 
probabilmente nemmeno lo stesso Ahmed Dogan 
potrebbe aiutare a mantenere la pace etnica, 
anche se lo desiderasse.


[Sullo stesso argomento, aggiungiamo qui sotto 
alcuni brani dall'articolo di Galina Stojanova, 
"A Kardzali perde Rasim Musa e non il DPS", 
pubblicato dal settimanale di Sofia "Kapital", 
30 ottobre - 5 novembre 1999]

[...] Fino a oggi il DPS ha abilmente sfruttato 
la contrapposizione BSP-SDS al fine di mantenere 
il controllo delle aree a etnia mista. Alle 
elezioni [amministrative] del 1995 i bulgari, di 
norma divisi dalle proprie appartenenze di 
partito, al secondo turno si erano uniti intorno 
al candidato indipendente, appoggiato dal BSP. 
In quell'occasione solo 600 voti hanno deciso il 
voto a favore dell'attuale sindaco Rasim Musa. 
La SDS e' riuscita a mettere in atto con grande 
successo una replica di questo modello di voto. 
Ma alla vittoria dei "blu" [il colore della SDS] 
ha contribuito in buona misura Ahmed Dogan 
stesso. Perche' nonostante tutte le analisi del 
voto etnico di Kardzali, e' chiaro che gli 
elettori hanno protestato contro 
l'amministrazione locale. Il DPS e' stato punito 
a causa della candidatura perdente di Rasim 
Musa, proprio come la SDS ha perso Varna a causa 
della candidatura di Dobrin Mitev. A favore del 
candidato indipendente, ma "blu", ha giocato 
anche il fatto che da dieci anni non sia stato 
risolto il problema della miseria assoluta e 
della totale disoccupazione che regnano 
nell'area. Ma il vero aiuto che Dogan ha dato 
alla SDS si nasconde nella dichiarazione che 
Ivan Kostov ha reso ancora durante l'estate: "Se 
il DPS dice no alla SDS, sara' come se 
consegnasse il potere al BSP". E' stato un 
avvertimento subito colto dagli elettori del DPS 
quando tra i due turni il loro leader li ha 
invitati a votare contro la SDS e a favore dei 
candidati del BSP. Ahmed Dogan ha cercato di 
spingere gli elettori in un progetto contro i 
quali li ha condotti a una lotta per dieci anni. 
La sorprendente svolta chiaramente non e' stata 
spiegata bene agli elettori e questi ultimi 
hanno all'improvviso rifiutato di sostenere 
persone, riguardo alle quali per lungo tempo e 
metodicamente si sono sentiti dire che li 
avevano espulsi, cambiato i nomi e lasciati 
senza lavoro. Per questo e' logico che 
l'elettorato non si sia sottomesso alla 
decisione del leader e abbia rifiutato di 
seguire la direttiva, cosi' come molte delle 
strutture di partito. "Un doppio successo o 
niente", era il piano di Dogan. In primo luogo, 
conservare le proprie roccaforti locali e, in 
secondo luogo, confermare il DPS come parte del 
processo democratico - una formazione che ha 
abbandonato il cliche' del partito etnico. La 
perdita del leader e del movimento ora e' 
doppia. Ha perso la sua roccaforte piu' 
importante e tutto lascia pensare che ora egli 
stesso stia tentando di radicalizzare il proprio 
partito.

L'indispensabile unificatore delle regioni 
etnicamente miste ha sfruttato tutte le 
possibilita' di cui disponeva per tirare fuori 
il DPS dalla sua specificita' etnica. Alle 
ultime elezioni parlamentari ha messo a rischio 
il proprio sostegno elettorale presentandosi 
sotto l'ombrello comune dell'ONS [una coalizione 
"liberale" di centro-destra, che tuttavia 
includeva anche i monarchici tradizionalmente 
antiturchi - N.d.T.]. Dogan ha perseguito lo 
stesso obiettivo anche quando ha instaurato una 
partnership con Tomov, Dertliev e Krastju Petkov 
[i tre leader della coalizione 
"Socialdemocrazia" - N.d.T.]. Alla fine di 
maggio il DPS ha organizzato la serie di 
seminari "Il modello bulgaro di pace etnica". 
Appena prima del loro avvio, Dogan si e' 
presentato nuovamente come stratega etnico. "Ci 
tengo a ricordare dove e' andato a finire il 
Kosovo dopo che all'organizzazione di Ibrahim 
Rugova si e' aggiunta l'UCK di Adem Demaci", ha 
detto Dogan durante i dibattiti sulla 
concessione alla NATO di un corridoio aereo. Era 
non un'allusione, ma un diretto avvertimento a 
Ivan Kostov di non giocare con il doppione NDPS, 
guidato da Guner Tahir. Ora Dogan mette sul 
tavolo l'unica carta che gli rimane, e che 
ritiene sia un suo monopolio - la pace etnica. E 
di nuovo ricorda l'UCK, sigla che nel territorio 
dei Rodopi da lungo tempo interpretano come 
Esercito di Liberazione di Kardzali. E minaccia 
che, se non lo accettano nella veste di Rugova, 
l'elettorato potrebbe volere seguire l'esempio 
di Demaci. I risultati delle elezioni, tuttavia, 
non indicano che tra gli elettori regnino tali 
umori.


PARLA DOGAN
(BTA - 3 novembre 1999)

"D'ora in poi per il DPS l'aspetto fondamentale 
sara' l'identita', mentre finora per noi era 
fondamentale l'integrazione", ha detto martedi' 
di fronte ai giornalisti il leader del movimento 
Ahmed Dogan. Risponendo a una domanda, ha detto 
che questo non e' un chiudersi in se stessi. 
Secondo Dogan le elezioni locali hanno dato la 
chiara indicazione che il modello etnico bulgaro 
non funziona e in considerazione di cio' il 
movimento modifichera' il suo comportamento 
politico. Secondo il leader del movimento la 
societa' bulgara non e' matura per questo 
modello. L'Europa ci da' esempi e modelli che 
funzionano, ha detto Dogan. Egli ha osservato 
che le elezioni hanno portato alla luce 
determinate carenze del DPS e che anche sulla 
base di questo verranno cambiati il 
comportamento e le priorita' del movimento.


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