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50 studenti di Como a Sarajevo
- Subject: 50 studenti di Como a Sarajevo
- From: Fabio Germinario <fager at iol.it>
- Date: Thu, 04 Nov 1999 01:23:00 +0100
Una cinquantina di studenti comaschi delle scuole superiori sono partiti sabato scorso da Cantu' in pullman con destinazione Sarajevo, dove soggiorneranno per una settimana. Si tratta degli alunni del liceo classico <Volta> di Como, del liceo scientifico <Terragni> di Olgiate comasco, del liceo d'Arte di Cantu' e delle magistrali <Carlo Porta> di Erba. Scopo della missione, organizzata dal <Coordinamento comasco per la pace> e dall'associazione <Sprofondo> che fa capo a don Renzo Scapolo, quello di visitare i luoghi segnati da una delle piu' cruente guerre della storia dell'umanita' e di farsi ambasciatori di pace nei confronti delle famiglie che stanno lavorando alla ricostruzione della capitale della Serbia. <Durante il loro soggiorno - ha spiegato durante la conferenza stampa di presentazione dell'iniziativa Claudio Bizzozero, presidente del Coordinamento per la pace che raggruppa associazioni di 37 comuni della provincia di Como - i ragazzi potranno rendersi conto personalmente di cosa sia una guerra e delle tracce che lascia sul territorio e nelle persone>. Gli alunni sono attualmente ospiti, a coppie, di famiglie di religione prevalentemente musulmana che stanno lavorando insieme ai volontari locali di Sprofondo per ricostruire Sarajevo. Durante la loro permanenza visiteranno i quartieri della citta', si recheranno nelle sedi delle associazioni di volontariato per rendersi conto della loro opera e si recheranno negli ospedali psichiatrici dove sono ricoverate le persone piu' segnate dalle violenze della guerra. Il loro rientro e' previsto sabato prossimo e coincidera' con il rientro definitivo di don Scapolo a Valmorea (Co), sede di Sprofondo, dopo cinque anni di permanenza a Sarajevo. Alcuni giorni prima della partenza, ho chiesto personalmente ad alcuni studenti del liceo Volta di inviare un reportage quotidiano del loro soggiorno. Questa e' la loro prima testimonianza, inviata domenica dopo il loro arrivo a Sarajevo, e pubblicata sul numero di oggi del quotidiano <<Il Corriere>> di Como. Nei prossimi giorni postero' quelle successive. Fabio Germinario ----------------------------------------------------------------- Sarajevo, 31 ottobre 1999 Dopo venti ore di estenuante viaggio, giungiamo finalmente in città sotto le rovine di Oslobodenje, lo storico giornale che non ha cessato l'attività neanche nel pieno corso della guerra. Lo spettacolo che ci viene presentato è sicuramente d'impatto; lungo il tristemente famoso viale dei cecchini giacciono infatti i resti di quello che è il simbolo della libertà di parola e, di fianco, i ruderi della casa degli anziani, altro storico edificio martirizzato dal tiro di mitragliatrici e cannoni. E' proprio nello spiazzo di fronte all'antica sede di Oslobodenje che veniamo accolti, o meglio sconvolti, da don Renzo Scapolo, figura di egemonico carisma all'interno dell'associazione Sprofondo, vero faro per molte delle famiglie disagiate di Sarajevo. Con la sua guida veniamo portati tra i quartieri maggiormente colpiti dalla guerra, le ferite dei quali sono ancora ben visibili: fa un certo effetto vedere panni stesi tra le finestre distrutte, spesso prive anche dei vetri. Sarajevo stupisce soprattutto per questo, per l'impassibilità, forse solo apparente, con cui la popolazione convive con le più esplicite testimonianze della distruzione e dell'accanimento di un popolo verso l'altro. Stupisce il comportamento nei confronti della ricostruzione, solerte per quel che concerne il palazzo del ghiaccio e assente per monumenti storici quali i palazzi governativi o per importanti strutture come la stazione. Anche camminando per il bel centro storico sconvolge la naturalezza nei confronti delle forze armate, ancora massicciamente presenti, o la normalità con la quale si beve il caffé alle spalle di un cimitero musulmano. Speriamo di capire meglio la situazione sia attraverso l'ottima accoglienza fornitaci dall'associazione, sia con l'esperienza diretta nelle famiglie che ci ospiteranno, perché al primo impatto Sarajevo appare come una donna stupenda visibile solo attraverso spesse tende, senza cioé poter cogliere i veri lineamenti di una tale bellezza. i ragazzi da Sarajevo ------------------------------------------------------------------------ " ... La memoria conta veramente - per gli individui, la collettivita', le civilta' - solo se tiene insieme l' impronta del presente e il progetto del futuro, se permette di fare senza dimenticare quel che si voleva fare, di diventare senza smettere di essere, di essere senza smettere di diventare..." (Italo Calvino, Osservatorio del Signor Palomar - I lotofagi, Corriere della Sera, 10 agosto 1975)
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