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50 studenti di Como a Sarajevo
- Subject: 50 studenti di Como a Sarajevo
- From: Fabio Germinario <fager at iol.it>
- Date: Thu, 04 Nov 1999 01:23:12 +0100
Una cinquantina di studenti comaschi delle scuole superiori sono partiti sabato scorso da Cantu' in pullman con destinazione Sarajevo, dove soggiorneranno per una settimana. Si tratta degli alunni del liceo classico <Volta> di Como, del liceo scientifico <Terragni> di Olgiate comasco, del liceo d'Arte di Cantu' e delle magistrali <Carlo Porta> di Erba. Ecco il resoconto, inviatoci da loro attraverso la posta elettronica dalla sede di Sarajevo dell'associazione <<Sprofondo>>, delle ultime due giornate nella capitale serba. Il loro soggiorno terminera' sabato prossimo. Il rientro a Como e' previsto per domenica sera insieme a don Renzo Scapolo, fondatore dell'associazione umanitaria, che fara' definitivamente rientro in Italia dopo cinque anni vissuti a ricostruire Sarajevo. Fabio Germinario <<Corriere di Como>> -------------------------------------------------------------------- Sarajevo, 4 novembre 1999 - Ci svegliamo ancora col bel sole, la temperatura raggiunge addirittura i ventitre gradi, caldo quasi tropicale per una città balcanica. Nel giorno che la Chiesa cattolica dedica al ricordo dei morti era d' obbligo commemorare la scomparsa di Gabriele Moreno Locatelli, il pacifista ucciso durante una manifestazione nel 1993: altra sosta dovuta è sul ponte dove è stato pagato il primo tributo di sangue nell' ormai lontano 1992, ovvero la ventiquattrenne studentessa universitaria Suada Dilberovic, nell' ambito delle manifestazioni per l'indipendenza bosniaca. Mentre poi aspettiamo il generale Diviak ripassiamo di fronte allo scempio che le granate hanno operato sui palazzi del governo e del parlamento, mute testimo nianze delle atrocità belliche. Fa impressione vedere in un quartiere ancora pesantemente lacerato dalle ferite di guerra ergersi il vistoso Holiday Inn, il celebre albergo dei giornalisti durante il conflitto: non possiamo che rimanere stupiti di fronte alla priorità data nella ricostruzione di edifici meramente di ceri- monia e che non possiedono particolare peso simbolico. Ancora assorti in tali riflessioni veniamo condotti dal gen. Diviak sulla sommità delle colline che sovrastano Sarajevo, e che offrono una macabra vista sull' enorme cimitero di guerra sorto nei pressi dello stadio olimpico. Diviak è stato il responsabile della difesa della città nei primi momenti dell' assedio, lui serbo che ama definirsi cittadino del mondo. Non solo ci propone una contestualizzazione storica e politica del conflitto, ma grazie anche all' esperienza di Bruno, l' interprete, un autentico spaccato delle emozioni vissute dalla gente comune. Ci congediamo dal generale solo all' ora di pranzo, dopo aver visitato l' entrata del famoso tunnel che correva sotto l' aeroporto, tunnel che è stata l' unica via d'accesso alla città. Per dare l'idea delle condizioni in cui agivano i corrieri, il passaggio è alto poco più di un metro e mezzo e largo circa un metro, e la sua lunghezza ragggiungeva gli ottocento. Il pranzo quest' oggi ci è offerto dalla mensa dei poveri nel quartiere di Dobrinja, missione che offre giornalmente duecentootto razioni alle famiglie bisognose. Dopo un breve discorso con il padre francescano responsabile della mensa, ritorniamo alla base di Sprofondo, dove ci è concesso un breve attimo di distrazione, passato generalmente sui campetti adiacenti all' edificio.Ci aspetta poi l'incontro con Medicins Sans Frontieres, vincitori del premio nobel per la pace nel 1999. Oltre al confronto con uno dei responsabili viene proiettato un filmato più eloquente di molte delle parole a cui siamo abituati e successivamente il consueto spazio dedicato alle domande. Ora ci aspetteranno ancora dibattiti e soprattutto immagini di una città che stenta a riprendersi, ma che qualche volta ha ancora tempo per belle storie d'amore Gli studenti da Sarajevo Sarajevo, 4 novembre 1999 Dopo aver incontrato Medecins Sans Frontieres, premio nobel per la pace 1999, anche oggi l' esperienza offertaci da Sprofondo è stata impareggiabile. Nel corso della mattinata infatti abbiamo avuto incontri con gli esponenti delle quattro grndi religioni presenti nella città, e ne abbiamo ricevuto una piacevole impressione di unica convivenza impensabile in qualsiasi altra metropoli mondiale. Ma il momento che più è stato ricco sotto il profilo prettamente umano è stata la visita all' ospedale psichiatrico di Pazaric, che si preoccupa dell' assistenza di circa duecentocinquanta persone bisognose sotto il profilo psicologico. Dopo un' introduzione del responsabile dell' istituto ci è stato presentato un breve spettacolino che gli ospiti dell' ospedale hanno preparato per noi e dal quale è trasparsa una spontenaità che definire unica o irripetibile appare riduttivo. Nelle esibizione canore o nei balletti o ancora nelle recite di poesie in bosniaco l' impegno dimostrato da persone normalmente disprezzate suscitava commozione e insieme facevva riflettere su come siano riduttive le etichette che spesso siamo così pronti ad affibbiare. Ben presto è caduta la diffidenza iniziale ed è nata una collaborazione che ha fatto meglio a noi che a loro. La sala conferenze si è trasformata in una bolgia di gente che cantava e ballava soto l' influsso di una gioia quasi irresponsabile, ma che anche al termine dello spettacolo è sfociata in abbracci e giochi inaspettati. La carica ricevuta da quelli "meno fortunati" ha ribaltato molti dei nostri preconcetti, spingendoci a chiederci chi ha veramente goduto di più di un tale incontro Gli studenti da Sarajevo ---------------------------------------------------------------------------- ----------------------------- =-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-= FABIO GERMINARIO - COMO (ITALY) E-mail: fager at popmail.iol.it voice/fax: +39-31-300394 gsm: 0347-2769847 =-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=
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