Notizie Est #275 - Albania



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NOTIZIE EST #275 - ALBANIA
3 novembre 1999
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META: L'ULTIMA CARTA DEI SOCIALISTI ALBANESI
di Remzi Lani - (AIM Tirana, 28 ottobre 1999)

Dopo le previste dimissioni di Pandeli Majko, 
che ha perso la corsa alla poltrona di 
presidente del Partito Socialista a vantaggio 
dell'ex presidente Fatos Nano, e' stato un altro 
trentenne, Iliri Meta, a ricevere il mandato per 
la formazione del nuovo governo. Sara' il terzo 
esecutivo degli ultimi tre anni formato dalla 
coalizione di sinistra guidata dai socialisti.

La nomina di Meta a capo del governo riempie un 
vuoto di potere di due settimane, venutosi a 
creare dopo la sconfitta di Majko al congresso 
socialista. Il governo di Majko se ne va non per 
i suoi errori, ne' in conseguenza delle 
pressioni dell'opposizione. Il gabinetto di 
Majko e' indiscutibilmente vittima della lotta 
politica all'interno del Partito Socialista e 
delle scontro tra gruppi rivali di questo 
partito. Se si volesse fare un bilancio del 
governo Majko, si potrebbe dire che verra' 
ricordato sia per i suoi successi, in 
particolare per la gestione della crisi del 
Kosovo, che per i suoi insuccessi, soprattutto 
per l'incapacita' di reinstaurare l'ordine 
pubblico e l'autorita' dello stato in tutto il 
paese. Ma forse verra' ricordato anche come un 
governo che se ne e' andato per motivi che 
risiedevano piu' al suo esterno che al suo 
interno.

Il trentunenne Majko se ne va sconfitto, ma 
fiero, dal crudele ring della politica albanese. 
Non ha potuto, ne' voluto, creare un proprio 
clan politico e per questo e' stato escluso dal 
gioco. Oltre al posto di premier, Majko ha perso 
anche quello di Segretario generale del partito 
ed e' difficile prevedere quale sara' il suo 
futuro politico. Tuttavia, anche se Nano e' 
personalmente uscito come vincitore dalla 
battaglia con Majko, al di fuori da questo 
duello il bilancio delle forze nel Partito 
Socialista sembra piu' o meno uguale. Entrambi i 
gruppi hanno all'incirca il medesimo numero di 
rappresentanti nei forum del partito e nel suo 
gruppo parlamentare. Il nuovo governo sara' 
costretto a riflettere questo bilancio. A quanto 
pare, sara' una sorta di allenza tra stessi 
socialisti, ovvero una specie di coalizione 
interna tra due raggruppamenti rivali interni al 
Partito Socialista, un'alleanza o coalizione che 
non si sa quanto a lungo riuscira' a 
sopravvivere. Cio' dipendera' in buona parte dal 
comportamento dei due gruppi, cioe' se si 
comporteranno come un partito solo, oppure come 
due partiti sotto il medesimo ombrello.

Il nuovo premier Meta e' nei fatti il vero 
vincitore della battaglia tra Nano e Majko e 
allo stesso tempo l'unica forma di compromesso. 
Trentenne, nato a Skrapar, nel sud dell'Albania, 
diplomato in economia, Meta e' un politico 
pragmatico e ambizioso che ha sempre saputo 
giocare per se', ma anche fare compromessi. Il 
suo impegno in politica e' cominciato nel 
dicembre del 1990, quando e' stato uno dei 
partecipanti alle proteste studentesche che 
hanno portato alla caduta del regime stalinista 
in Albania. Meta e' stato uno dei partecipanti 
allo storico incontro degli studenti con 
l'allora presidente Ramiz Alia, sfociato nella 
creazione di un sistema multipartitico in 
Albania. Tuttavia, a differenza dei suoi altri 
colleghi studenti, Meta, cosi' come Majko, non 
e' entrato a fare parte del Partito Democratico 
all'opposizione, ma ha creato un gruppo 
giovanile eurosocialista all'interno del Partito 
Socialista (ex comunisti), gruppo che ha svolto 
un ruolo decisivo nella riforma del partito. 
Meta e' ancora oggi capo di tale gruppo, che si 
chiama Forum Eurosocialista della Gioventu' e 
che fa parte dell'Internazionale Socialista 
della Gioventu'. Sua moglie, Monika Madhi, e' 
vice presidente di detta Internazionale. Per 
lungo tempo Meta e' stato il responsabile dei 
rapporti esteri del Partito Socialista, un fatto 
che lo ha reso una persona nota nei circoli 
della sinistra europea. Dopo le elezioni del 
giugno 1997, che hanno portato al potere la 
coalizione "Alleanza per lo Stato", Meta ha 
preso parte a entrambi i gabinetti di governo. 
Nel governo Nano ha svolto il ruolo di 
segretario di stato per l'integrazione 
euroatlantica, mentre nel governo Majko e' stato 
vicepremier. Durante la crisi in Kosovo della 
primavera di quest'anno, Meta ha svolto il ruolo 
di responsabile speciale del governo per la 
gestione del flusso di profughi.

Il nuovo premier dell'Albania non e' 
assolutamente un alleato del presidente dei 
socialisti Nano, anzi, e' addirittura uno dei 
suoi piu' antichi rivali. Meta non si e' 
astenuto dall'opporsi a Nano ancora quando 
quest'ultimo si trovava in prigione e ha 
continuato a farlo fino al giorno in cui Nano ha 
dichiarato la sua candidatura a futuro premier 
del paese. I rapporti di Meta con Nano e il suo 
gruppo sono sempre stati, e rimangono, pesanti. 
Per questo, se non verranno stabilite chiare 
regole del gioco anche il suo governo potrebbe 
subire le stesse sorti di quello di Majko. I 
socialisti sono riusciti quindi solo ad 
annacquare la crisi e a leccarsi le ferite, ma 
non hanno finito l'intera operazione.

Nelle sue prime dichiarazioni dopo avere assunto 
il mandato, Meta ha fatto capire che il suo 
governo proseguira' il proprio lavoro la' dove 
lo aveva lasciato Majko. "Avremo solo 
formalmente un nuovo governo. Il mio governo 
sara' semplicemente una chiara e affidabile 
continuazione di quello di Majko", ha detto Meta 
nella sua prima intervista come premier del 
paese. Meta ha reso subito pubblico solo uno dei 
nomi del nuovo governo, cioe' quello del 
ministro dell'ordine pubblico - un posto chiave 
in un paese che ancora non e' riuscito a uscire 
dall'anarchia. Questa carica sara' ancora 
occupata da Spartak Poci, che gia' da alcuni 
mesi occupava il posto di ministro dell'ordine 
pubblico nel precedente governo e ha avviato una 
intensa campagna contro le bande armate, 
diventando cosi' una delle persone piu' popolari 
sulla scena politica di Tirana e una delle 
persone che gode maggiormente del sostegno 
dell'Occidente.

Non si sa ancora chi sara' il numero due nel 
governo, che fara' immancabilmente parte 
dell'ala di Nano. I nomi che vengono piu' di 
frequente menzionati sono quelli del sindaco di 
Tirana, Magbulje Ceco, e dell'ex ministro delle 
finanze nel governo Nano, Arben Malaj. Tutto 
lascia pensare che il ministro degli esteri Milo 
e il ministro della difesa Hajdaraga 
continueranno a rimanere al loro posto, mentre a 
quanto pare i cambiamenti riguarderanno 
soprattutto i ministeri competenti per 
l'economia, la privatizzazione, le finanze e 
cosi' via. La nomina di Meta sembra avere 
causato insoddisfazione nel campo di Nano, che a 
quanto pare si sente frustrato per il ruolo di 
secondo piano nel governo. Tale fatto potrebbe 
mettere in dubbio, se non il prossimo voto di 
fiducia in Parlamento, almeno la durata che 
avra' il governo Meta.

Mentre i cambiamenti al vertice del governo sono 
stati accolti tranquillamente dai cittadini 
albanesi, da parte dell'opposizione di Berisha 
sono stati valutati molto negativamente. 
L'opposizione ha inoltre avviato una nuova 
campagna di proteste il cui obiettivo e' quello 
di ottenere elezioni anticipate. La stampa 
dell'opposizione, che in precedenza era 
abbastanza trattenuta nelle critiche contro 
Meta, ora vede in quest'ultimo un nuomo che ha 
venduto gli ideali in cambio di una poltrona. 
Meta si e' schierato con Majko quando 
quest'ultimo lo scorso dicembre si e' incontrato 
con l'ex presidente Berisha, un incontro che ha 
suscitato polemiche in campo socialista. 
Parlando di fronte ai giornalisti, Meta si e' 
pronunciato a favore del dialogo con 
l'opposizione, facendo sapere che la sua linea 
e' completamente diversa da quella di Nano, il 
quale e' stato molto critico riguardo 
all'incontro di Majko e Meta con Berisha. Come 
e' facile prevedere, l'opposizione 
intensifichera' le richieste di nuove elezioni.

Meta e' indubbiamente l'ultima carta dei 
socialisti. Dopo Meta, non ci potranno essere 
che altre elezioni, indipendentemente da quando 
si terranno. Se il governo di Meta riuscira' a 
gestire le maggiori sfide della societa' 
albanese, la lotta contro il crimine, la 
corruzione e la crescita economica, la sua vita 
sara' piu' lunga degli altri governi socialisti 
che non sono durati piu' di un anno. In caso 
contrario, la sua vita sara' ancora una volta 
breve.

L'unico fatto positivo originato dalle ultime 
divisioni e' la comprensione della necessita' 
del compromesso, di coltivare una cultura del 
compromesso e del dialogo che all'Albania e' 
sempre mancata. D'altronde, il solo fatto che la 
caduta di un governo e la chiusura di un 
conflitto interno a un partito avvengano senza 
disordini e violenze e' gia' di per se stesso 
positivo. Si tratta infatti del primo cambio 
pacifico di governo nei nove anni di transizione 
post-comunista in Albania. Ma rimane da provare 
ancora quello che e' piu' importante, la 
rotazione del potere senza violenza, una prova 
attraverso la quale gli albanesi non sono ancora 
passati.



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