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Notizie Est #274 - Serbia/Montenegro
- Subject: Notizie Est #274 - Serbia/Montenegro
- From: "Est" <est at ecn.org>
- Date: Tue, 2 Nov 1999 16:03:11 +0100
- Posted-date: Tue, 2 Nov 1999 16:15:20 +0100
- Priority: normal
"I Balcani" - http://www.ecn.org/est/balcani ======================================== NOTIZIE EST #274 - SERBIA/MONTENEGRO 2 novembre 1999 ======================================== LA VALUTA PARALLELA DEL MONTENEGRO di Zoran Radulovic - ("Monitor" - Podgorica - 29 ottobre 1999) Nonostante le numerose informazioni ufficiali e non ufficiali, non si sa ancora se, e fino a quando, il Montenegro rimarra' sotto il controllo monetario dei seguaci di Milosevic a Belgrado. Le numerose dichiarazioni sono per la maggior parte contraddittorie. "Sono sicuro che gia' nei prossimi giorni il governo del Montenegro proporra' un nuovo pacchetto di misure con le quali verra' stabilita' la sovranita' monetaria del Montenegro", ha comunicato il presidente Milo Djukanovic alla fine della scorsa settimana. "Tale decisione dipendera' da alcune altre circostanze e per questo non posso dire esattamente quando verra' presa", ha 'spiegato' due giorni dopo il premier, invitando alla pazienza - fino a quando il governo non trovera' il modo "di difendere gli interessi dei cittadini del Montenegro". Disaccordi, confusione o tattica? Il dilemma porta a diverse interpretazioni e i cittadini del Montenegro si trovano sempre a dovere scegliere, secondo la propria opinione, la versione che piu' e' loro vicina. Qualcosa del tipo: cosa stiamo sognando, e cosa invece ci sta succedendo veramente? Allo stesso tempo, dai vertici del potere montenegrino arrivano dichiarazioni non ufficiali secondo cui il governo della repubblica - il giorno in cui e' uscito il presente numero di "Monitor", cioe' il 28 ottobre - approvera' un decreto in base al quale il marco tedesco diventera' ufficialmente un mezzo di pagamento all'interno del Montenegro. Naturalmente, rimarra' in uso anche il dinaro, ma il suo corso, invece che dalla Banca Nazionale Jugoslava, verra' determinato dalla filiale montenegrina dello ZOP [mi scuso con i lettori, non sono riuscito a trovare la traduzione di questa sigla - N.d.T.], dopo che avra' ottenuto dal governo del Montenegro l'autorizzazione a svolgere tale funzione. Fonti "bene introdotte" aggiungono altre informazioni. Secondo tali fonti, nel progetto di introduzione di una valuta parallela il Montenegro entra con una riserva valutaria di circa 130-150 milioni di marchi e il corso iniziale verra' fissato a un livello compreso tra 16 e 20 dinari per un marco. Allo stesso tempo, a quanto pare, si arrivera' anche a una sospensione a breve termine dei pagamenti tra Montenegro e Serbia, o almeno a una loro significativa limitazione, al fine di impedire un "attacco" mediante dinari di nuova emissione, il cui controllo appartiene alla e'lite politico-economica serba, contro la riserva valutaria locale. In che misura queste dichiarazioni sono serie? Le esperienze fatte finora invitano alla cautela. Il presidente Djukanovic e la coalizione di governo "Viviamo meglio" hanno dato prova l'anno scorso di volere sfuggire a ogni costo a un ulteriore confronto e a un acuirsi dei gia' pesanti rapporti tra la Belgrado ufficiale e Podgorica. Inoltre, secondo quanto riporta l'agenzia SENSE, le dichiarazioni secondo cui il Montenegro prendera' la via dell'indipendenza monetaria hanno incontrato l'opposizione anche dei rappresentanti ufficiali di Bruxelles. Piu' in particolare, a opporsi a "passi radicali" e' Bodo Hombach, coordinatore speciale del Patto di Stabilita' per l'Europa Sud-Orientale. Andrew Levi, portavoce del gabinetto di Hombach, ha dichiarato che, "nonostante tutte le pressioni politiche e i danni economici che il regime di Belgrado sta causando al Montenegro, l'indipendenza monetaria in questo momento non e' un ultimo passo necessario al governo di Podgorica". Questo, ha detto Levi, e' stato "detto chiaramente" durante il fine settimana anche al premier montenegrino. Ora e' chiaro da cosa e' stata originata la prudenza di Vujanovic, in particolare, cosa sono le "alcune altre circostanze" al quale faceva riferimento il primo esponente del governo montenegrino. Tuttavia, azzardiamoci a credere alle assicurazioni secondo cui il vertice dello stato montenegrino questa volta seguira' con coerenza la propria intenzione di passare infine, sotto la pressione di una precipitosa svalutazione del dinaro, al progetto preparato da lungo tempo di un'indipendenza monetaria. Forse non sara' gia' questa settimana, ma, come affermano alcuni interlocutori di "Monitor", e' sicuro che avverra' presto. Al piu' tardi, quando anche Belgrado si decidera' a un tale passo, e ci sono segni secondo cui anche a Belgrado starebbe crescendo la pressione affinche' si vada in tale direzione. Cosa comporterebbe per il Montenegro l'introduzione della "valuta parallela"? L'opposizione nel parlamento del Montenegro risponde: niente. Secondo loro, si tratterebbe dell'ufficializzazione di una situazione gia' in atto. E' vero che grande parte delle attivita' economiche in Montenegro gia' ora si svolge nell'ambito della cosiddetta "economia nera", dove il marco regna da lungo tempo indisturbato. La maggior parte degli economisti montenegrini, tuttavia, ritiene che l'introduzione di una valuta parallela rappresenterebbe un "passo intermedio" significativo il cui ruolo sarebbe quello di un "ponte" che porta dal dinaro della federazione jugoslava e dalla Banca Nazionale Jugoslava a un Consiglio valutario del Montenegro e alla convertibilita' della moneta montenegrina. L'obiettivo fondamentale di questa "impresa" sarebbe il passaggio del controllo monetario da Belgrado a Podgorica e una "resa dei conti" con il sempre piu' insicuro dinaro belgradese. Secondo alcune valutazioni, per la completa eliminazione del dinaro dal mercato montenegrino sarebbero necessari come minimo dieci milioni di marchi in contante circolanti (in buona parte anche in monete divisionali coniate, cosa per la quale, a quanto si dice, il Montenegro sarebbe gia' entrato in contatto con la Bundesbank) e un periodo di tempo di cento giorni! In un primo tempo, pare, lo stato paghera' in marchi le pensioni, i contributi sociali e "il numero piu' alto possibile" di stipendi finanziati dal bilancio statale. I cittadini potranno decidere da soli se adempiere i propri obblighi nei confronti dello stato e delle imprese publiche in valuta o nel suo controvalore in dinari. Quel che e' piu' importante, tutti i crediti tra diversi soggetti verranno calcolati nella valuta stabile, in modo tale che il tempo e l'inflazione non possano svalutare i debiti. L'ufficializzazione dell'impiego del marco potrebbe introdurre altri importanti cambiamenti. "Consentirebbe di effettuare il pagamento di tutte le transazioni in marchi, permetterebbe ai cittadini e alle aziende di possedere conti in valuta con i quali effettuare pagamenti per operazioni estere o interne", spiega Nebojsa Medojevic. Di conseguenza, i dealer e le imprese che da anni hanno accumulato somme da capogiro rimarrebbero senza lavoro. Anche lo stato eserciterebbe forti pressioni su tutti coloro che operano nella sfera dell'economia nera affinche' tornino nel flusso legale delle merci e del denaro. Tutto cio' aumenterebbe notevolmente le entrate statali. Basteranno queste entrate per soddisfare le enormi esigenze sociali della ormai impoverita popolazione montenegrina? Il deficit del commercio estero del Montenegro rimane ancor oggi preoccupantemente alto. E il futuro dei rapporti monetari ed economici con la Serbia rappresenta una grande incognita e un ostacolo potenziale al successo del progetto montenegrino di una doppia valuta. Perche' se la Serbia come contromisura decidesse di introdurre qualche tipo di sanzioni economiche contro il Montenegro, molte imprese - soprattutto le acciaierie di Niksic - si troveranno, anche se temporaneamente, in grandi difficolta'. I sindacati locali, allo stesso tempo, insistono affinche' lo stipendio minimo mensile in Montenegro sia pari a 50 DM. Gia' ora, con una latente esplosivita' dell'inflazione, l'economia montenegrina non e' in grado di dare risposta a questa richiesta. Cosa accadra' quando saranno in vigore misure di rigoroso controllo monetario e dei risparmi? Ma nell'osteria balcanica sta ormai arrivando il momento di pagare il conto. Alle due parti del tavolo sono rimasti solo due clienti ubriachi (Serbia e Montenegro) che, ordinando sempre nuovi bicchierini (dinari privi di copertura) evitano di pagare un conto lungo ormai dieci anni. Pagare e andarsene, o abbandonarsi al delirium tremens (dell'inflazione)? Cosciente di tutti i rischi che una tale decisione comporta, il governo montenegrino, anche se verbalmente, desidera dare l'impressione di avere deciso di rinunciare al proprio vizio. Anche se (come inizio) si dovesse la rinuncia dovesse riguardare il dinaro inflazionato. Sapendo che in tale campo non possono permettersi errori, i rappresentanti dell'establishment politico ed economico montenegrino si vantano dicendo: "non finiremo come Mihail Gorbaciov". [...] [Se e quando la cosa andra' in porto] ci si trovera' di fronte alla vera e propria prova: la realizzazione del progetto di Consiglio valutario, al quale sta lavorando uno dei piu' grandi esperti mondiali in tale campo, l'americano Steve Hanke, che dalla meta' di quest'anno e' diventato consigliere economico speciale del presidente Djukanovic. IL MONTENEGRO PROSSIMO A DICHIARARE L'INDIPENDENZA MONETARIA (da un servizio di Filippa Fletcher - Reuters, 31 ottobre 1999) [...] Nella capitale montenegrina si e' cominciato a stampare bollettini di pagamento denominati in marchi tedeschi, e non in dinari, e il quotidiano Pobjeda ha scritto domenica che alcune delle maggiori aziende locali inizieranno a pagare i propri dipendenti in marchi entro dieci giorni. Il consigliere americano di Djukanovic che ha messo a punto il piano ha detto che esso puo' essere messo in atto immediatamente nel momento in cui verra' presa una decisione politica. Steve Hanke, professore di Economia Applicata presso l'universita' John Hopkins di Baltimora, ha detto alla Reuters di avere completato gia' lo scorso agosto una bozza di legge per la riforma del sistema monetario montenegrino. Secondo tale bozza, il governo potra' decidere se usare i marchi tedeschi, o una nuova valuta, la "marka" montenegrina, per riscuotere le tasse e pagare le spese, ha affermato Hanke in un'intervista telefonica dall'Argentina, uno dei molti paesi ai quali offre consulenze. La "marka" verrebbe controllata da un consiglio valutario ultraortodosso, per il quale il Montenegro dispone gia' di sufficienti riserve in valuta estera. "Dispongono di riserve sufficienti per avviare un consiglio valutario. Lo posso affermare categoricamente", ha detto Hanke. Ha rifiutato di specificare le dimensioni delle riserve, dicendo solo che tutte le cifre pubblicate fino a oggi erano errate. I cittadini privati saranno liberi di utilizzare la valuta che desiderano, con l'introduzione di un sistema concorrenziale che verra' descritto in un libro di cui e' l'autore, che uscira' a Podgorica nei prossimi giorni. Hanke ha rifiutato di fare previsioni su quando verra' presa una decisione sul progetto monetario, che dovra' essere esaminato sia dal governo che dal parlamento. "Il mio ultimo contatto con il primo ministro (Filip) Vujanovic e' stato il 19 ottobre a Sofia", ha detto Hanke [Hanke e' consigliere economico speciale anche del presidente bulgaro Stojanov. In Bulgaria un Consiglio valutario opera gia' da due anni e mezzo - N.d.T.]. [...] [Hanke ha inoltre affermato] di attendersi che molte aziende serbe si sposteranno in Montenegro, perche' il clima economico nella repubblica e' molto migliore per le attivita' imprenditoriali: "Penso che molte aziende prenderanno in considerazione un trasferimento". Djukanovic ha detto che il nuovo progetto monetario proteggerebbe l'economia della sua repubblica e toglierebbe in parte urgenza ai negoziati sulla riforma della Jugoslavia, che sono a un punto di stallo. [...] L'Occidente ha espresso alla piccola repubblica, la cui popolazione di 650.000 abitanti e' sovrastata da quella serba di 10 milioni, la propria opposizione a una sua dichiarazione di indipendenza, temendo un'altra guerra nei Balcani dopo i sanguinosi conflitti in Croazia, Bosnia e, piu' recentemente, Kosovo. I funzionari jugoslavi, che di norma si lanciano in attacchi verbali regolari contro il Montenegro, sono finora sembrati assolutamente non preoccupati del progetto monetario, affermando che se anche fosse messo in atto, non avrebbe alcuna influenza sull'economia serba. [Riguardo alla contrarieta' dei paesi occidentali a un'indipendenza del Montenegro, vi sono state posizioni esplicitate direttamente in tal senso dai ministri degli esteri britannico e tedesco. Il 29 ottobre Djukanovic ha avuto una conversazione telefonica con il Segretario di Stato USA Albright. Nel riferire di questa conversazione, il portavoce del Dipartimento di Stato americano, James Rubin, ha dichiarato: "Non siamo favorevoli a un Montenegro indipendente, ma appoggiamo con energia le riforme democratiche ed economiche che il presidente Djukanovic ha avviato" (AFP, 29 ottobre 199) - a.f.] __________________________________________________________ "Notizie Est" e' una mailing list di notizie sui Balcani e l'Europa Orientale, pubblicata dal sito web "I Balcani" e archiviata su web all'indirizzo: http://www.ecn.org/est/balcani Se desiderate abbonarvi (gratuitamente) o essere rimossi da questa lista e' sufficiente che lo comunichiate a: est at ecn.org
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