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Africanews Gennaio 2001 - Kenya: Come burlarsi della poverta'!



AFRICANEWS - Versione Italiana
Nr.33  - GENNAIO  2001


Kenya
Come burlarsi della poverta'!
Di Cathy Majtenyi


Mentre il paese e' colpito severamente da siccita', mancanza d'acqua,
razionamento dell'elettricita' ed e' preda delle epidemie, il governo
intende spendere 1,8 milioni di dollari (oltre 4 miliardi di lire)  in
un'indagine per la riduzione della poverta'. Ma i dati e le situazioni
sono gia' ben noti.




Quando tempo fa Peter Kimeu Ngui del Catholic Relief Services (CRS) ha
visitato il Kenya del nord con un collega ha incontrato una madre che
macinava corteccia e ghiande di un albero locale fino a polverizzarli
per poi mescolarli con l'acqua per farne cibo per se stessa ed il suo
bambino che sedeva  accanto a lei assente, come inebetito, guardando
fisso davanti a se, preda della fame piu' disperata. Senza dire una
parola Ngui e il suo collega avevano comprato del latte e del pane per
il bambino, che aveva cominciato a piangere a piu' non posso dopo
esser stato alimentato dalla madre. Il compagno di Ngui era rimasto
molto colpito dal fatto che il bambino si fosse messo a piangere dopo
esser stato nutrito e gliene aveva parlato. La mamma del bambino aveva
ascoltato i commenti e fatto notare che il bambino non aveva
cominciato a pingere in quel momento, ma che piuttosto aveva pianto
per tutto il tempo,  troppo debole, pero', per essere sentito.

Ngui riferisce questa storia parlando del flagello della poverta' che
secondo i dati del governo colpisce poco piu' della meta' della
popolazione del Kenya. Il livello di reddito che definisce lo stato di
poverta' per coloro che vivono nelle aree rurali si colloca a Ksh
1.239 (US$ 16, circa 35.000 lire) per persona al mese, mentre nelle
aree urbane a Ksh 2.648 (US$ 34). Ma cio' che rende Ngui ancora piu'
angustiato e depresso e' comunque il fatto che il governo del Kenya
preveda di spendere 140 milioni di scellini, pari a 1,8 milioni di
dollari (quasi 4 miliardi di lire), entro il prossimo aprile per
finanziare indagini a tutto campo su tutto il paese finalizzate a
capire come lottare contro la poverta'! Ngui, che e' responsabile
della formazione di CRS afferma che il governo conosce gia' la
situazione e non sara' certo in grado di modificarla ottenendo
maggiori informazioni.

Ci si domanda inoltre che cosa verra' mai fatto con questi 140 milioni
di scellini, se non convogliarne una buona parte nelle tasche di
maneggioni, per mega-incontri e prebende per alti funzionari, senza
che neanche un dollaro arrivi alla povera gente. Viceversa questi
soldi dovrebbero servire per organizzare semplici incontri aperti a
tutti, poco costosi e alla buona, per discutere le ragioni che rendono
i kenioti sempre piu' poveri. Fratel Henri Simaro, segretario
nazionale della Conferenza Episcopale keniota e appartenente al
dipartimento delle comunicazioni sociali del Segretariato Cattolico
dichiara ad esempio, che loro possono fornire queste informazioni
gratuitamente dal momento che sono presenti in ogni angolo del Kenya e
attraverso l'impegno di anni conoscono tutto cio' che e' accaduto, nel
bene e nel male.

Il 6 novembre a Nairobi il Ministro delle Finanze Chrysanthus Okemo ha
presentato ufficialmente la ricerca di cui stiamo parlando, affermando
che ci si attende produca per il mese di aprile 2001 un rapporto
finale riguardante la "strategia per la riduzione della poverta'".
Okema ha detto anche che il denaro necessario per finanziare questa
iniziativa proviene da "partners per sviluppo" e "donatori". Il
processo preparatorio consultivo di questa indagine e' cominciato nel
marzo 2000 con una riunione del forum consultivo degli addetti ai
lavori nazionali, un insieme di trecento rappresentanti governativi,
non governativi e privati. Quell'incontro ha prodotto in giugno un
documento interinale chiamato "strategia per la riduzione della
poverta' 2000-2003". Okemo ha affermato che le raccomandazioni di
questo rapporto saranno tradotte in pratica tramite il piano di spesa
a medio termine del governo per gli anni 2000-2001 e 2002-2003. Ma non
basta. Una complessa struttura organizzativa guidata dal governo, che
comprende un comitato direttivo nazionale formato da funzionari
governativi ed appartenenti alle ONG, sovrintendera' il processo
consultivo che si estendera' fino a livello di villaggio.

Il Ministro, alla manifestazione di presentazione, ha affermato che
nessun programma di ripresa economica potra' avere successo se tutti i
kenioti non saranno coinvolti nel processo. La partecipazione dei
kenioti stessi, partendo dal livello piu' basso, fornira' piu'
indicazioni per consentire la messa a punto di politiche economiche il
piu' possibile adattate ai bisogni e alle priorita' del paese. Ma il
governo si e' dimenticato di includere la chiesa cattolica nel
Comitato Direttivo Nazionale dell'iniziativa e in altre sue strutture
decisionali. La chiesa che e' un importante finanziatore e costruttore
di scuole, ospedali e progetti di sviluppo in tutto il Kenya,
insinuando negli esponenti ecclesiastici il  dubbio riguardo la buona
fede e l'efficacia dell'indagine governativa.

Fratel Simaro afferma che la chiesa cattolica possiede informazioni
provenienti dalla base dal momento che gestisce una media di 35
progetti di eradicazione della poverta' in ciascuno dei 69 distretti
amministrativi appartenenti alle 24 diocesi del paese. E che spendere
tutto quel denaro, nonostante si disponga di tante informazioni, e'
come reinventare la ruota in una maniera molto costosa. Mentre il
denaro potrebbe essere usato molto meglio per rinforzare i programmi
esistenti e finanziarne altri nell'ambito dell'istruzione, educazione
civica e democrazia.

Il Segretario Nazionale del dipartimento dei servizi sociali e dello
sviluppo del Segretariato Cattolico, Everestus Okumu, stima che la
chiesa cattolica investe dai 4 ai 5 milioni di scellini all'anno (dai
52.000 ai 65.000 dollari - dai 100 ai 150 milioni di lire) in
iniziative in tutte le parrocchie del paese riguardanti l'agricoltura
, l'allevamento, il microcredito e altri progetti di sviluppo di base.
Il Segretario aggiunge che il governo ha invitato il Segretariato a
partecipare all'iniziativa solo il 27 ottobre e che il ruolo della
chiesa sara' quello di entrare a contatto con la gente sul terreno,
organizzare incontri e, quando necessario, facilitarli. In ogni caso
non e' prevista alcuna partecipazione ne' della chiesa cattolica, ne'
di CRS al Comitato Direttivo Nazionale.

Sempre il segretario Okumu afferma che cio' che e' veramente
necessario per alleviare la poverta' in Kenya e' un diverso
atteggiamento da parte degli esponenti governativi e dei funzionari in
quanto la poverta' aumenta in Kenya principalmente a causa di una
cattiva guida politica e di una inefficiente gestione dei servizi e
mancanza di trasparenza nella compagine governativa. Se il governo
rimane quello che e', e i politici rimangono quelli che sono, ci si
continuera' a interrogare sull'utilita' di questa iniziativa
riguardante lo studio della poverta'.

In Kenya i livelli di corruzione hanno raggiunto un livello
allarmante, secondo Peter Ngui, che ha fornito esempi fra cui quello
di una donna che lui conosce a cui sono stati negati i servizi di base
perche' si era rifiutata di pagare una bustarella, oppure di strade
che non sono state finite perche' dei politici hanno sottratto denaro
dal budget per la costruzione o, infine, il recente licenziamento di
48.829  dipendenti statali, allo stesso tempo, mentre i parlamentari
si triplicavano le proprie gratifiche.

A meta' settembre, Transparency International ha collocato il Kenya al
nono posto per il  livello di corruzione in una classifica di 90 paesi
mondiali. Ma il governo keniota, secondo il suo Ministro delle
Finanze, farebbe sul serio nell'affrontare la corruzione.Okemo ha
enumerato diverse misure anti-corruzione recentemente messe in atto
dal governo. Fra queste una legge che impone la dichiarazione di
attivita' e passivita' dei funzionari pubblici, un'altra che prevede
un maggior supporto all'autorita' anti-corruzione e alla Corte dei
Conti. Infine regolamentazioni aggiornate relative agli appalti delle
istituzioni pubbliche.

Qualunque sia l'opinione su come affrontare la questione della
poverta' in Kenya tutti sono d'accordo che la situazione e'
estremamente seria. Secondo il documento interinale della strategia
per la riduzione della poverta'. Ecco alcuni dati:

· Il 53% della popolazione rurale kenyota e il 49% di quella urbana e'
classificato povero. I poveri sono definiti come coloro che non
possono permettersi di acquistare cibo e articoli primari di
sopravvivenza.
· Il numero di poveri in Kenya e' aumentato da 3.7 milioni nel 1972-73
a piu' o meno 15 milioni stimati al momento, cioe' meta' della
popolazione.
· Il 76% dei poveri delle zone rurali e l'81% di quelli delle zone
urbane non si puo' permettere cure mediche private e si deve
accontentare dei servizi sanitari pubblici di base. Comunque il 20%
dei poveri delle aree urbane e l'8% di quelli delle aree rurali non e'
in grado di affrontare neanche la spesa della sanita' pubblica.
Inoltre il 58% dei poveri delle aree urbane e il 56% di quelli delle
aree rurali dichiara che non si rivolge alle strutture sanitarie
pubbliche perche' non dispongono di medicine.
· Il 13% dei poveri delle aree urbane e il 29% di quelli delle aree
rurali non e' mai andato a scuola. Solo il 12% dei poveri delle aree
rurali e il 28% di quelli delle aree urbane e' arrivato all'istruzione
secondaria.
· Indipendentemente dalla poverta' piu' del 50% delle famiglie keniote
non dispone di acqua potabile sicura, sebbene questa proporzione sia
ancora piu' alta per le famiglie povere.



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