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NIGRIZIA 1/2001 - CHIESE E MISSIONE - Islam e identita' cristiana



CHIESE E MISSIONE

Islam e identita' cristiana / Parla Rachid Benhadj
"SANT'AGOSTINO, ANTENATO COMUNE"
a cura della Redazione


IL REGISTA ALGERINO E MUSULMANO STA GIRANDO UN'OPERA SU UNO DEI PIU'
IMPORTANTI PADRI DELLA CHIESA. CON LA BENEDIZIONE DEL CARDINAL POUPARD.

Al cardinal Giacomo Biffi, che e' allarmato dall'arrivo in Italia di
immigrati musulmani, fischieranno le orecchie. Ora c'e' un regista musulmano
che si appresta a realizare un film su Aurelio Agostino: un africano che
visse in Numidia, oggi Algeria, dal 354 al 430, che fu filosofo e teologo,
che si converti' adulto al cristianesimo, che divento' vescovo e santo, che
e' conosciuto come sant'Agostino. Il regista in questione e' Rachid Benhadj,
algerino che da molti anni vive e lavora in Italia. E il suo sponsor e'
nientemeno che il cardinale Paul Poupard, presidente del Pontificio
consiglio della cultura.

"Tutto e' nato - spiega Rachid - da un incontro con il cardinale che aveva
visto il mio film Mirka (Nigrizia, 4/00, 54). Mi ha detto: "Sant'Agostino di
Ippona non e' trattato come si deve nella cinematografia mondiale. Un padre
della chiesa, un grande intellettuale, un uomo che aveva una visione
straordinaria del futuro, e' conosciuto solo dagli specialisti. Bisogna
rimediare". Ho risposto che ero d'accordo. Del resto sant'Agostino e' anche
un mio antenato".

CHE COSA L'HA SPINTA AD ACCETTARE QUESTA SFIDA?

Intanto perche' penso che la cristianita' non appartiene solo ai cristiani.
Se uno legge bene il Corano vede che Maria c'e' e che Gesu' e' riconosciuto
come il quarto profeta mandato da Dio: aspetti che uniscono le due
religioni. Poi sant'Agostino era l'uomo del dialogo e della
multiculturalita'; i suoi scritti, di grande attualita', andrebbero riletti,
perche' tutti dobbiamo imparare a dialogare.

Infine credo che girare un film su questo santo puo' far riflettere chi,
anche all'interno della chiesa cattolica, e' angosciato dall'immigrazione
musulmana. Posso far capire che tutto quello che arriva non e' cosi'
negativo se anche un musulmano puo' realizzare un'opera su un padre della
chiesa con tutto il rispetto e l'attenzione necessari. Personalmente,
leggendo Agostino ho scoperto cose molto interessanti e affascinanti che mi
hanno aiutato a capire la storia del mio paese e della mia religione.

SI DICE: L'IMMIGRAZIONE MUSULMANA MINA LA NOSTRA IDENTITA' CRISTIANA ED
EUROPEA.

Che lo dica un politico lo posso capire perche' ha altri obiettivi, diciamo
contingenti. Che lo affermi un uomo di chiesa lo trovo assurdo: Cristo non
ha discriminato nessuno, nemmeno i lebbrosi. Certe affermazioni sono una
mancanza di rispetto verso la stessa religione perche' tutti siamo umani
davanti a Dio. Si tratta di dare importanza all'essere umano. Voi comboniani
fate un grosso lavoro in Sudan dove i musulmani sono la maggioranza; se
cominciate a discriminare, il vostro lavoro salta. Dovete lavorare senza
pregiudizi perche' e' un lavoro rivolto all'uomo.

Chiaro che non bisogna confondere l'islam con il radicalismo islamico e
innescare polemiche sbagliando bersaglio. Amici miei sono venuti in Italia
perche' minacciati dall'integralismo e qui trovano un ambiente che li
respinge, anche grazie alle parole di un uomo di chiesa.

E QUANDO UNO SI SENTE RESPINTO COME REAGISCE?
Chi si sente emarginato cerca di aggrapparsi a qualcosa. E questo qualcosa
e' la religione come filo conduttore identitario. Piu' la gente e'
emarginata e piu' fa gruppo, spesso gruppo chiuso, intorno alla religione
comune. Se invece una societa' mi da' spazio e mi accoglie, certamente io
non vado a chiudermi in una nicchia e la mia professione religiosa e'
serena, alla luce del sole.

SI DIFENDE L'IDENTITA' INNALZANDO MURI?
Non credo. Poi bisogna rendersi conto che gli immigrati non sono degli
intellettuali che hanno l'obiettivo di egemonizzare culturalmente l'Italia.
Forse si deve aver piu' paura di un musulmano come me che arriva consapevole
di se' e che fa un lavoro che puo' sedimentarsi nella coscienza degli
italiani. Ma probabilmente si pensa che l'italiano sia molto debole e in
crisi d'identita'. Se io sono tranquillo nella mia fede come posso pensare
che uno di religione diversa mi disturbi? Se mi disturba vuol dire che sono
fragile.

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