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Africanews dicembre 2000 - Kenya: Un prete scomodo anche da morto



AFRICANEWS - Versione Italiana
Nr.32  - DICEMBRE  2000

Kenya
Un prete scomodo anche da morto
Commento di un corrispondente speciale


Gli investigatori, fra i quali ci sono agenti dell'FBI, potrebbero
ricorrere alla teoria del suicidio di padre Kaiser per scoprire chi
realmente starebbe dietro a questo delitto di Stato. L'interesse
crescente degli USA per il Kenya.



E' passato solo pochissimo tempo dal brutale assassinio del
missionario di Mill Hill, John Kaiser. Durante questo periodo sono
circolate piu' domande che risposte, piu' teorie che fatti concreti.
Tutti, dai giornalisti e commentatori alla gente comune, hanno
costruito varie ipotesi sul perche', il come e da chi Fratel Kaiser e'
stato ucciso.

Il rapporto finale congiunto dell' FBI e del CID, il Dipartimento di
Investigazione Criminale keniota, dovrebbe porre fine, o per lo meno
frenare questa intensa speculazione. Comunque, il modo in cui gli
investigatori raccolgono gli indizi, sono fatti filtrare ai media e
sono ripresi nei suoi resoconti in esclusiva, specialmente dal Daily
Nation, quotidiano nazionale keniota, induce a far credere che il
colpevole sia sostanzialmente fratel Kaiser stesso. Una conclusione
che sembra servire a coprire il vero corso dei fatti.

Una fonte vicina agli investigatori sostiene che l'FBI ed il CID si
starebbero concentrando sull'ipotesi del suicidio. Nel corso di un
lungo interrogatorio di un teste, un conoscente di Kaiser, gli
investigatori avrebbero chiesto insistentemente spiegazioni riguardo
il suo stato mentale prima della morte, nonostante questi avesse
precedentemente fornito esaurienti informazioni al riguardo. Il teste,
ha messo inoltre in luce diverse contraddizioni riguardo la lettura
dello svolgimento dei fatti da parte degli investigatori, spiegando,
fra l'altro, che Kaiser, non avrebbe mai saputo disfare il suo letto e
piegare coperte, lenzuola e quant'altro, essendone letteralmente
incapace!

Il teste sostiene che l'FBI non sta seguendo alcune significative
indicazioni, come quella di un testimone che ha affermato che un
camion ha cercato di buttar fuori strada il pick-up di Kaiser, con lui
alla guida, dando cosi' la netta impressione di essere coinvolta in
un'azione di copertura della morte di Kaiser. Questa sensazione e'
condivisa da Tony Gachoka, un editorialista del giornale locale The
Post. Egli, in una lettera aperta all'FBI, dalla rivista Finance, ha
affermato che l'FBI e la CIA sono state responsabili della copertura
dell'assassinio, nel '90, del Ministro degli Esteri Robert Ouko, che
molti ritengono sia stato ucciso per mano del governo keniota. A
sostegno della sua dichiarazione, l'editorialista fa riferimento ad un
capitolo di un libro scritto dall'ex ambasciatore statunitense in
Kenya Smith Hempstone.

Gachoka ha scritto inoltre che l'FBI deve sapere che molti kenioti
sono convinti che il loro governo, con il suo aiuto, cerchera' di
coprire i codardi che hanno posto fine all'esistenza di Kaiser, e che
in questo caso, come in quello di altri omicidi politici, i cittadini
dovrebbero reagire a qualsiasi tentativo di copertura facendo di tutto
perche' i delinquenti ed i loro padrini vengano incriminati e portati
in giudizio.

e' interessante notare che la teoria del suicidio e l'eccessivo
interesse nella salute mentale di Kaiser prima della morte sono stati
elementi ricorrenti e costanti nella copertura giornalistica delle
indagini. I primi commenti sulla tragedia suggerivano che Kaiser si
era sparato, spappolandosi la testa con la sua stessa pistola, che
sarebbe stata trovata vicino al suo cadavere. Questa teoria si era in
qualche modo indebolita quando il capo della polizia di Nakuru, Andrew
Kimetto, aveva affermato che Kaiser prima di essere assassinato era
stato obbligato a mettersi in ginocchio e recitare delle preghiere,
un'affermazione che il giornale locale "The People" aveva piu' tardi
definito come una tremenda cantonata della polizia. Infatti, a meno di
non avvalersi di informatori, come poteva quest'ultima essere a
conoscenza di tanti particolari sulla morte di Kaiser senza essere
stata presente sul luogo e al momento del delitto?

La teoria del suicidio era stata poi ancor piu' accantonata sulla
scorta di dichiarazioni del Nunzio Papale Giovanni Tonucci, del
Vescovo John Njue e di altri che definivano la morte di Kaiser un
assassinio con motivazioni religiose, di cui ritenevano dovessero
essere ritenuti responsabili alti funzionari del governo. Il
Presidente del Kenya Daniel Arap Moi ed il suo ministro Marden Madoka,
fra gli altri, avevano naturalmente reagito furiosamente a queste
affermazioni della stampa.


In ogni caso, in tutti gli articoli della stampa il comportamento di
Fratel Kaiser negli ultimi giorni e nelle ultime ore prima della morte
e' sempre rimasto assolutamente in primo piano. Abbiamo letto i
dettagli riguardo il modo in cui il prete ha espresso timori per la
sua vita, la sua agitazione, il suo frenetico andirivieni nella  sua
camera alla Ngong Bishops House, la sua improvvisa sparizione da li' e
delle lenzuola e coperte trovate ben ripiegate.

Un mese dopo la sua morte, siamo stati scioccati nel leggere
dell'ultima strana visita di Fratel Kaiser alla casa di James Ngugi,
un individuo di Kiambu completamente a lui sconosciuto. Kaiser sarebbe
entrato in auto nel cortile di Ngugi, brandendo una pistola e gridando
sotto la luce dei fari del suo pick-up, per poi precipitarsi nel suo
veicolo e fare danni alla casa nell'invertire la marcia e alla fine
sbattere violentemente contro un albero allontanandosi velocemente.
Ngugi, la cui casa e' parecchio isolata, non ha riportato a suo tempo
l'accaduto alla polizia e non sa come gli investigatori siano venuti a
conoscenza dell'incidente. Leggiamo anche che Kaiser, avvolto in
lenzuola e coperte, entrato in una stazione di servizio alcune ore
prima della sua morte, aveva sostituito lo strano vestiario con una
giacca, mentre, al contrario, l'inserviente Njumbe Muneneha ha
riferito che il padre era, in quella circostanza, assolutamente
composto e calmo.

A questo punto non si puo' certo sapere se i racconti di Ngugi e
Muneneha siano veritieri o se i due siano stati pagati per rilasciare
quelle dichiarazioni. La cosa significativa e' comunque che questi
sono stati gli elementi, al di la' di molti indizi e fatti raccolti
dagli investigatori, ai quali e' stato dato il massimo risalto dalla
stampa. Delle storie che in qualche modo dipingono Kaiser come una
persona stravagante e squilibrata. Il The People si e' perfino spinto
a scrivere che informatori della polizia stavano usando la stampa per
creare confusione negli sviluppi dell'indagine.

Ancora a meta' settembre gli investigatori, dopo aver interrogato
parecchi testimoni, aver riesaminato reperti di medicina legale, ecc,
non avevano ancora escluso la possibilita' del suicidio! Nel numero
del 18 settembre il Daily Nation riferiva che funzionari dell'FBI e
del CID avevano classificato il caso Kaiser come "morte violenta",
cio' significando che "si sarebbe potuto trattare di un omicidio o di
un suicidio". I motivi per cui l'FBI ed il CID coprirebbero i veri
killers di Kaiser sono fonte di grande speculazione. Un resoconto,
apparso  sul The Post, riporta interessanti elementi riguardo le
relazioni fra il Kenya e gli Stati Uniti; si tratta di un articolo
ispirato dal capo del Public Service, Richard Leakey e dal Presidente
della Banca Mondiale James Wolfensohn, secondo il quale questo
rapporto si sta rinforzando perche' gli Stati Uniti vogliono allargare
i propri interessi e legami in Africa Orientale, al di la'
dell'Uganda.

Gachoka, l'editorialista del Post,  afferma che Padre Kaiser, prima
della morte, doveva essere testimone in giudizio di un tribunale
inglese dove si accusava Moi ed i membri del suo governo di genocidio
per il loro ruolo negli scontri etnici negli anni '90. Inoltre, il
"Finance" riferisce che il padre avrebbe dovuto recarsi ad Arusha in
Tanzania per consegnare ad un consigliere di Clinton delicati
documenti riguardanti l'omicidio di Ouko ed informazioni
particolareggiate riguardo le cause ed i responsabili degli scontri
etnici avvenuti in Kenya nell'ultimo decennio. Altre fonti hanno
rivelato che padre Kaiser possedeva parecchie prove sulle violenze
sessuali commesse da alti funzionari governativi, come il parlamentare
Julius Ole Sunkuli. Se tutto cio' e' vero e se gli Stati Uniti
vogliono veramente rafforzare i loro interessi in Kenya, si potrebbe
spiegare l'apparente messinscena per far passare per suicidio la morte
di padre Kaiser.

Per non parlare di chi ne ha ordinato l'omicidio o di chi ha tirato il
grilletto, questioni che sono oggetto di ancor maggiore speculazione.
Il quotidiano The People riferisce che il governo si e' servito di
sette condannati a morte per esecuzione materiale dell'omicidio, in
cambio della liberta' che sarebbe stata loro garantita con una finta
fuga dal carcere. Ma, ahime', sei di costoro sono stati fatti fuori al
momento della fuga e ritrovati piu' tardi con le teste maciullate e
gli occhi cavati dalle orbite. Il "Newsline" ritiene che e' fin troppo
ovvio incolpare della morte di Kaiser il presidente Moi, Sunkuli,
ministri come Nicholas Biwott o William ole Ntimama (che il prete
aveva denunciato per aver mandato giovani kenioti in Israele per
addestramento militare durante gli scontri etnici), specialmente
proprio perche' la sua morte e' avvenuta, guarda caso, proprio alla
vigilia del viaggio di Clinton in Tanzania. Newsline attribuisce
infine l'omicidio: "ad una terza forza che agisce in profondita'
all'interno del sistema politico per affondare la barca,
danneggiandola dal suo stesso interno".


Qualunque sia la spiegazione su come e perche' sia stato ucciso padre
Kaiser, una cosa dev'essere chiara nella testa di tutti: esprimendo
con forza la sua voglia di verita', nel corso della sua missione egli
ha sempre messo a rischio il proprio quieto vivere, la sicurezza
personale e perfino la sua vita. La sua testimonianza alla Commissione
Akiwumi, che doveva indagare sugli scontri tribali e sul modo in cui
il governo aveva causato gli scontri e rimosso di  forza popolazioni
Kiisi e Kuria dal Trans Mara District, le sue prove sulle violenze
sessuali commesse da Sunkuli ed altre sue iniziative mettono in luce
una persona che ha sempre amato la verita' ed e' sempre stata
determinata a rischiare qualsiasi cosa pur di essere la voce di coloro
che non ne hanno. Noi dobbiamo quindi lavorare sulle rivelazioni che
padre Kaiser ha reso pubbliche e dare concretezza alle parole del
Vescovo Tonucci al funerale di padre Kaiser: " Se qualcuno ha pensato
che attraverso la sua eliminazione fisica gli imbarazzanti
interrogativi sollevati dalla sua presenza potessero essere una volta
per tutte messi a tacere, il suo calcolo si e' dimostrato
completamente sbagliato."

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