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Africanews dicembre 2000 - Malawi: Educare le vittime dei mariti



AFRICANEWS - Versione Italiana
Nr.32  - DICEMBRE  2000

Malawi

Educare le vittime dei mariti
di Brian Ligomeka

Un recente rapporto afferma che, gli sforzi degli attivisti per i
diritti umani finalizzati a liberare le donne da tutte le forme di
discriminazione e dalla violenza domestica sono resi vani dalla
poverta' che fa sopportare a queste donne ogni sopruso da parte dei
mariti e dalle tradizioni.


La ricerca di Women's Voice rivela che le contadine sono picchiate,
violentate e rapite, mentre ad alcune vengono anche sottratte le
proprieta' alla morte dei loro mariti. La Women's Voice, che opera a
Blantyre, la capitale del Malawi, ma possiede uffici operativi in ben
25 aree rurali, e' costituita da attivisti per i diritti delle donne,
avvocati, educatori e ricercatori che si prodigano per eliminare la
discriminazione contro le donne e renderle consapevoli dei loro
diritti, integrandole il piu' possibile  in tutti gli sforzi di
emancipazione.

L'indagine, condotta quest'anno, dimostra che nelle aree rurali il 40%
delle donne sposate e' vittima della violenza familiare. Questa
percentuale potrebbe essere anche piu' alta in aree dove, secondo
l'usanza, i mariti pagano la loro dote sotto forma di bestiame,
specialmente nel Nord,  dove considerano praticamente la moglie come
facente parte della loro proprieta'. Da queste parti il marito si
sente di averla comprata, per esempio con sette capi di bestiame.

Il problema e' aggravato e reso di difficile soluzione dal fatto che
la maggior parte delle donne non ha alcun impiego e dipende
integralmente dal reddito dei mariti. Oltre alla mancanza di impiego,
la violenza familiare va comunque anche attribuita all'alto livello di
ignoranza che affligge le donne. Il rapporto afferma che queste
contadine sono vittime dell'ignoranza dei diritti umani perche' gli
attivisti non le hanno mai raggiunte e, nonostante le campagne finora
condotte per combatterne gli abusi, sembra abbiano combinato  ben
poco finora, visto e considerato che cosi' tante di loro continuano a
soffrire di questa violenza.

Women's Voice ha deciso di condurre una ricerca sulla consistenza del
fenomeno della violenza familiare per identificare delle aree
specifiche dove lanciare programmi di educazione civica sui diritti
umani. La ricerca e' stata condotta tramite interviste condotte a caso
in alcuni Distretti del paese andando a spulciare fra sentenze dei
tribunali riguardanti donne alle quali erano state sottratte le
proprieta'. Emmie Chanika, un'attivista dei diritti umani che lavora
per il Comitato delle Liberta' Civili di Blantyre spiega che in
passato alcune ONG femminili hanno provato ad educare le donne
riguardo i loro diritti, cercando di utilizzare tutti i mezzi di
informazione. Usando per esempio la radio nazionale come uno strumento
per raggiungere molte donne in tutto il paese, contemporaneamente.

La Chanika afferma che questi sforzi si sono dimostrati inefficaci,
nel senso che alcuni programmi radio destinati alle donne erano
trasmessi al mattino, quando le donne sono indaffarate nei campi,
mentre la sera hanno difficolta' ad ascoltare la radio per via della
mancanza di corrente nella maggior parte delle aree rurali. In altri
casi i programmi erano trasmessi in inglese e anche cio', a causa
dell'alto livello di analfabetismo diffuso in Malawi, si e' dimostrato
inefficace. La conclusione e' che l'unica via e' quella di raggiungere
direttamente le donne nelle loro comunita'.

Intanto le donne continuano ad essere malamente discriminate sulla
base dell'eta' e delle credenze culturali. Una discriminazione che
viene accettata come naturale, come un comportamento normale ed e'
proprio su quest'aberrazione che gli attivisti dei diritti umani
dovrebbero intervenire per cambiare le cose. Nella maggior parte delle
coppie alle donne viene affibbiata la responsabilita' quando il
matrimonio va male, donne che pensano il loro compito sia in fondo
quello di far star bene i loro mariti. Questi a loro volta le fanno
sentire colpevoli e responsabili della violenza che le infliggono. Il
rapporto afferma che le cause di fondo di alcuni di questi problemi
risiedono nelle tradizioni tramandatesi di generazione in generazione
che penalizzano lo sviluppo sociale.

Veronica Kamanga, ricercatrice di Women's Voice, spiega che la
violenza familiare e' tanto diffusa in Malawi per un certo numero di
ragioni, ivi incluse l'alto livello di analfabetismo fra le donne e la
poverta'.  Secondo l'ufficio statistico nazionale l'analfabetismo fra
le donne nelle aree rurali del Malawi si posiziona intorno al 60%,
mentre circa il 70% della popolazione nelle stesse aree vive sotto il
livello di poverta'. Un altro fattore che contribuisce a questa
situazione e' la debolezza operativa delle organizzazioni non
governative, la maggior parte delle quali lavora con poche persone a
tempo pieno, generalmente meno di quindici, non ha mezzi di trasporto
che le aiuti a viaggiare nelle aree rurali. Mancano anche le risorse
finanziarie per sostenere le donne vittime della violenza domestica
perche' intraprendano azioni legali contro i responsabili.

La ricercatrice afferma che molte contadine sono senza lavoro o sono
sotto impiegate, disponendo percio' veramente di pochissimo denaro.
Per questa ragione molte donne sono riluttanti a rompere con i loro
mariti violenti temendo di perdere la casa, il mobilio e tutto cio'
che possiedono con loro. Le donne continuano a soffrire anche quando i
loro mariti violenti muoiono, vedendosi obbligate a sposare i cognati
e divenirne vittime, non perche' manchi loro la possibilita' di
rifiutarsi, ma perche' esse non sanno di poterlo fare.

Se si rifiutano di sposare i cognati, la proprieta' che possedevano
con i mariti deceduti questi se la prendono, mentre, non avendo la
possibilita' di rivolgersi ad avvocati nei centri urbani,
preferiscono  sottomettersi alla loro volonta'  per non perdere quel
poco che hanno.

Dei 10 milioni di abitanti del Malawi, 5 milioni e 200mila sono donne,
l'80% delle quali vive in aree rurali; cio' dovrebbe spingere gli
attivisti delle campagne di genere ad individuare le aree rurali come
obiettivi principali  per l'educazione civica sui diritti delle donne.
Le tradizioni peggiori e che pesano maggiormente sui diritti delle
donne sono radicate nei villaggi rurali e per questo rivolgersi a
queste donne e alla loro educazione civica dovrebbe essere considerato
di fondamentale importanza.

Vera Chirwa, direttrice di Women's Voice, dice che i maggiori problemi
che impediscono alla sua organizzazione di penetrare in molte aree
rurali sono di carattere finanziario e dovuti alla mancanza di risorse
umane. "Abbiamo bisogno di denaro per  i trasporti e per la formazione
di coloro che devono raggiungere le aree rurali per farvi arrivare
l'educazione civica alle donne" dice la Chirwa, aggiungendo che la
maggior parte degli educatori non e' disposta a lavorare su base
volontaria , mentre e' difficile per l'ONG raccogliere il denaro per
il salario di tanta gente, dal momento che dipende, dopotutto, dalle
donazioni.

Le donne delle campagne difficilmente riferiscono le loro sofferenze
alla polizia o ai giudici, comunque le cose non vanno tanto meglio
neanche alle loro colleghe delle aree urbane che viceversa vanno dalla
polizia o portano in Corte i loro mariti, ma vedono i loro sforzi
frustrati dalle lungaggini burocratiche! Un gruppo di donne malawiane,
guidato da Women and Law in Southern Africa (Malawi),
un'organizzazione che lavora per il rispetto dei diritti umani e lotta
contro le leggi discriminatorie, sta spingendo il governo affinche'
crei un tribunale delle famiglie cui affidare la composizione delle
cause matrimoniali. Il gruppo afferma che tale tribunale specifico
ridurrebbe gli spaventosi arretrati accumulati dal sistema giudiziario
esistente e farebbe si' che i problemi familiari ricevano l'attenzione
particolare che meritano.

Seodi White, coordinatrice nazionale di Women and Law in Southern
Africa (Malawi), aggiunge che il paese non dispone attualmente di
alcun meccanismo attraverso il quale le cause familiari possano essere
trasferite dalle istanze piu' basse a quelle piu' alte della
giustizia. "Siamo stanchi di vedere le donne soffrire in attesa che i
loro procedimenti giudiziari vengano dibattuti dai tribunali," dice la
White. Fra I membri di questo gruppo di donne che si batte per la
creazione dei tribunali familiari ci sono funzionari governativi,
avvocati, rappresentanti di ONG e dell'Universita' del Malawi.

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