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NIGRIZIA 11/2000 - MATATU
Matatu
DAL CANDOMBLE' A RATZINGER
Renato Kizito Sesana
A SETTEMBRE A SALVADOR DI BAHIA, IN BRASILE, C'E' STATO IL TRIENNALE
INCONTRO DEGLI AGENTI DI PASTORALE AFROAMERICANA. CONSIDERAZIONI ATTORNO
ALLA DOMINUS IESUS.
Conosco Salvador per averci vissuto tre mesi, nell'87, in compagnia di padre
Ettore Frisotti, che agli afroamericani ha dedicato la vita.
Arriviamo una domenica mattina, e subito andiamo a Nostra Signora del
rosario dei neri: la chiesa degli schiavi, al centro del Pelorinho, il
quartiere cosi' chiamato dalla colonna a cui venivano legati gli schiavi
condannati a subire la flagellazione pubblica.
Alberico, laico di mezza eta' di origine africana, ci ha dato il benvenuto.
Con lui e Ettore avevo visitato diversi terreiros, le sedi di comunita' che
praticano il candomble', versione afrobrasiliana della religione yoruba dell
'attuale Nigeria. Ha attraversato l'oceano sui vascelli negrieri e per
restare vivo si e' camuffato con una verniciatura di cristianesimo; gli
orixa' (dei o angeli secondo le traduzioni) si sono nascosti sotto le
sembianze di santi cattolici. Omolou, dio guaritore, e' diventato san
Lazzaro; Oxumare' san Bartolomeo...
In passato il candomble' e' stato demonizzato, considerato una superstizione
e perseguitato anche dall'autorita' civile. Oggi molti teologi e pastori
della chiesa brasiliana sono molto piu' comprensivi, riconoscendo nel
candomble' i valori del legame con gli antenati, la gioia, la comunita'. Le
celebrazioni consistono in una danza durante la quale alcuni dei presenti
vengono "cavalcati" dal loro santo o dal santo di cui si celebra la festa.
Una forma di possessione rituale molto controllata e tranquilla. Quando la
danza finisce tutti i presenti vengono invitati a condividere il cibo
preparato dai "figli del santo".
QUANDO DIO DISUBBIDISCE AGLI ORDINI
La messa stava finendo. Alberico si e' allontanato, poi e' tornato con un
sorriso enigmatico, ci ha preso da parte, e ha bisbigliato: "Alla fine
volete venire al candomble'?" Un po' sorpresi, abbiamo comunque accettato.
Dopo la messa una breve processione con la statua di san Lazzaro, di cui si
celebrava la festa. L'hanno messa sul tetto di un'utilitaria mentre i fedeli
sono entrati in tre autobus. Dopo un'ora, la' dove la citta' si sfalda nella
foresta equatoriale, siamo scesi dagli autobus; si e' aggiunta altra gente
(soprattutto donne con il tradizionale vestito bianco a gonna larga). Poche
centinaia di metri e, prima ancora di raggiungere l'entrata del terreiero,
una dozzina di persone erano gia' in trance e danzavano cavalcate dal santo.
All'interno di un grande salone di dieci metri per quindici ornato con fiori
tropicali, la statua di san Lazzaro e' ormai diventato Omolou. Alla fine
tutti i presenti, anche quattro turisti olandesi arrivati fin la' chissa'
come, sono stati invitati a condividere un pasto nel giardino ombreggiato.
Ho ripensato alla calda ospitalita' e senso di comunita' del terreiro pochi
giorni dopo, quando ho letto il documento Dominus Jesus, in cui il cardinale
Ratzinger ha ribadito che Gesu' Cristo e' l'unico salvatore del mondo e la
chiesa il mezzo esclusivo per giungere alla salvezza.
Certo, chi ne dubita? Ma pensavamo che il Concilio Vaticano II ci avesse
insegnato a privilegiare l'approccio pastorale piuttosto che quello
dogmatico; a camminare insieme ai fratelli e sorelle che incontriamo per
strada, invece che insegnare dottrine. Alla fine della lettura non solo si
resta con l'amara impressione che questo documento sia uno dei tanti modi
per farci dimenticare il Concilio, ma ci si domanda perche' questa
insistenza a voler ingabbiare Dio nei limiti della nostra storia, cultura e
linguaggio. Vogliamo servire la Verita' o vogliamo ricordarci la nostra
formulazione della verita' per superare le nostre insicurezze?
Verrebbe voglia di domandare a Ratzinger la stessa domanda posta da Patty
Crowley, americana mamma di quattro figli che insieme al marito, per volere
espresso di papa Paolo VI, era stata chiamata subito dopo il Concilio a far
parte della commissione istituita per dare un parere sul controllo delle
nascite. Durante la sessione finale Marcelino Zalba, gesuita spagnolo che si
batteva per non cambiare la dottrina tradizionale, chiese angosciato: "Ma
allora, come giustifichiamo i milioni di persone che abbiamo mandato
all'inferno se queste norme non erano valide?". Patty, in presenza di una
quindicina fra vescovi a cardinali e altrettanti esperti, chiese
seraficamente: "Padre Zalba, ma veramente lei crede che Dio abbia eseguito
tutti i vostri ordini?".
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