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Re: progetto "Anch'io a Bukavu"



Salut. Je vous remercie de m'envoyer la version française de ce projet.
jean.
----- Original Message -----
From: Mariagrazia Bonollo <bonollomg@avs.vi.it>
To: <pck-africa@peacelink.it>; <pck-pace@peacelink.it>;
<pck-pcknews@peacelink.it>
Sent: Tuesday, August 08, 2000 10:53 PM
Subject: progetto "Anch'io a Bukavu"


> Carissimi, in allegato vi invio l'appello e il progetto "Anch'io a
> Bukavu". Vi chiedo di prenmdervi dieci minuti e di leggerlo con
> attenzione.
> E' un'iniziativa che Beati i Costruttori di Pace sta mettendo in piedi
> assieme a Chiama l'Africa e all'Operazione Colomba. Chiamati dalla
> societa' civile del sud-Kivu (Congo), vorremmo andare in tanti a Bukavu
> il prossimo 10 dicembre, per solidarizzare e ascoltare con al gente che
> da due anni ormai resiste in modo nonviolento a una guerra che - nel
> silenzio quasi totale della stampa - ha causato 1.700.000 morti in 22
> mesi.
> Come potrete leggere, aderire significa partecipare o far partecipare
> qualcuno.
> Vi chiedo di aiutarci a diffondere l'iniziativa e ad attivarvi per
> sensibilizzare in proposito e partecipare.
> Nei file troverete anche le indicazioni sulla segreteria organizzativa.
> Saluti di pace e buon ferragosto.
>
>
> Mariagrazia x i Beati
> --
> Mariagrazia Bonollo
> Via Barbieri 55 - 36100 Vicenza
> Tel. 0444/508288  -  0348/2202662
> E-mail: bonollomg@avs.vi.it
>
>
> __________________
> ... Anch'io a Bukavu
> 10 dicembre 2000: 52° della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani
> Azione internazionale nonviolenta di pace per l'Africa
> a Bukavu, nel Kivu, Repubblica Democratica del Congo
>
>
> Appello
>
> Nel continente africano si sta consumando una tragedia senza fine. Un dato
> per tutti: in ventidue mesi, la guerra nel Congo ha contato 1.700.000
> vittime, soprattutto fra i civili. Tutto nel disinteresse generale come se
> il fatto non esistesse.
> Nonostante la dignità della sua gente, nonostante la sua ricchezza
economica
> e culturale, oggi l'Africa sta morendo. E lancia, in questo anno
giubilare,
> un grido, sperando che qualcuno ascolti.
> I governi degli Stati forti sono più preoccupati di proteggere i propri
> interessi con l'estrazione e il trasporto di minerali e legnami preziosi,
> piuttosto che la vita di milioni di persone alla deriva. Popoli interi,
> stremati da sofferenze senza fine, si sentono defraudati, traditi e
> abbandonati da noi, "gli occidentali".
> Questa è l'ingiustizia cui volevano porre rimedio i profeti quando hanno
> indetto il Giubileo chiedendo il condono dei debiti e la restituzione
della
> libertà e della terra. Questo è il centro del messaggio di Gesù, quando a
> Nazareth ha suscitato scandalo, ponendo i poveri come punto di partenza,
di
> novità e di forza del suo Giubileo.
> Siamo stati invitati dalla "Società civile", dalla Chiesa cattolica e
dalle
> Chiese protestanti di Bukavu, nella Repubblica democratica del Congo, a
> renderci conto di persona della situazione.
> Abbiamo deciso di rispondere positivamente a questo invito.
> Il 10 dicembre 2000, nella giornata dedicata alla Dichiarazione Universale
> dei diritti umani, andremo quanti più possibile, con il maggior numero di
> personalità internazionalmente riconosciute, a Bukavu, nel Kivu nella
> Regione dei Grandi Laghi, una delle aree maggiormente in conflitto. Questa
> città oggi può essere il simbolo della tragedia e della resistenza, della
> sofferenza e della forza della nonviolenza, del dolore e della speranza di
> tutto il continente africano.
>
> Sarà un incontro tra popolo e popolo, con iniziative realizzate
> contemporaneamente sia in Europa che in Africa:
> - Per sperimentare direttamente le contraddizioni di una situazione di
> conflitto e rivendicare come società civile, con un'azione nonviolenta, il
> diritto di essere attori di pace, denunciando le decisioni prese dai
potenti
> sulla pelle della gente.
> - Per fare verità su noi stessi e sul nostro modello di sviluppo che
> condanna i poveri ad essere sempre più poveri.
> - Per contestare una globalizzazione solo economica fatta a partire dal
Nord
> del pianeta e rivendicare la globalizzazione dei diritti umani a partire
dal
> Sud.
> - Per dire di no al mercato delle armi e al mantenimento del debito estero
> che strangola i poveri.
> - Per fare pressione sulle istituzioni perché vengano prese decisioni
> rispettose della dignità e del diritto delle persone e dei popoli, secondo
i
> dettami del diritto internazionale e non dell'interesse dei più forti.
> - Per  il diritto a una informazione corretta e rispettosa della verità.
> - Per implorare il dono della riconciliazione e delle pace, insieme a
questo
> popolo che soffre, ma che nonostante tutto sa mantenere viva la speranza e
> resistere con nonviolenza,.
>
> Conosciamo bene i limiti, le difficoltà e le contraddizioni di questa
> iniziativa. Per noi tuttavia si tratta di rispondere a un invito che non
> possiamo disattendere. Crediamo tuttavia che essa costituisca un sostegno
> per chi si sente abbandonato a se stesso e possa darci la forza per
cambiare
> il nostro modello di vita e rinfrancare i nostri passi sulla via della
pace.
>
> Beati i costruttori di pace
> Ass. Papa Giovanni XXIII: Operazione Colomba
> Chiama l'Africa
> Padova, 28 luglio 2000
>
>
>
> __________________
> ... Anch'io a Bukavu
> 10 dicembre 2000: 52° della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani
> Azione internazionale nonviolenta di pace per l'Africa
> a Bukavu, nel Kivu, Repubblica Democratica del Congo
>
>
> Per l'Africa ci sono tante sensibilità e progetti di cooperazione ma, come
> società civile occidentale, siamo in difficoltà riguardo all'impegno
diretto
> per la pace, la nonviolenza e la riconciliazione.
> Siamo chiamati a rincorrere in continuazione gli SOS per tutte le
emergenze,
> ma non entriamo mai nel merito delle cause. Per questo ci siamo decisi a
> rispondere positivamente all'appello che ci è giunto da Bukavu e che
> riproduciamo qui sotto. La nostra è un'iniziativa limitata e che si
> riferisce a una situazione specifica, ma vuole tenere lo sguardo su tutta
> l'Africa e in particolare riconoscere e denunciare le nostre
responsabilità
> di occidentali riguardo all'ingiustizia del sistema economico dominante,
al
> commercio delle armi e al deficit totale di un'informazione corretta.
>
> A TUTTE LE PERSONE ED ALLE ORGANIZZAZIONI INTERESSATE ALLA PACE
> NELLA REGIONE DEI GRANDI LAGHI
> La popolazione congolese lotta con forza dal 1990 per la libertà, la
> democrazia e la dignità umana nella nostra bella regione dei Grandi Laghi.
> La "Société Civile" ha giocato e tuttora gioca un ruolo importante in
questo
> processo. Tuttavia, iniziamo questo nuovo millennio in un clima di guerra,
> di insicurezza e di oppressione diffuse.
> Per questo motivo stiamo organizzando per il dicembre 2000, in occasione
del
> 10 dicembre, 52° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti
> Umani, una serie di manifestazioni a Bukavu a favore della pace e dei
> diritti umani, con incontri di preghiera ecumenici, conferenze,
> manifestazioni culturali di tutti i tipi sui temi legati al rispetto dei
> diritti umani.
> Inviteremo a queste manifestazioni i rappresentanti della società civile
del
> Kivu, del Congo, della regione dei Grandi Laghi, nonché personalità e
> organizzazioni che in tutto il mondo sono impegnati in questo campo.
> Speriamo che possiate coinvolgere anche altri. E se qualche organizzazione
> internazionale, non governativa o dell'ONU, impegnata nel campo dei
diritti
> umani volesse appoggiarci, ne saremmo felici.
> Aspettiamo fiduciosi la vostra risposta. Speriamo con tutto il cuore che
> anche voi possiate essere tra noi in quei giorni.
> (Invito della "Société Civile" di Bukavu inviato il 20 aprile 2000
> all'Associazione Beati i costruttori di pace).
>
> In risposta a questo invito della Société Civile i rappresentanti delle
> Associazioni "Beati i costruttori di pace" e "Papa Giovanni XXIII" si sono
> recati a Bukavu per rendersi conto di persona della sofferenza della
> popolazione ed anche della straordinaria resistenza nonviolenta alla
guerra,
> che mantiene viva la speranza nelle varie comunità. E' un esempio di lotta
> pacifica davvero unico nel suo genere, sia per la sua enorme vitalità
> interiore, sia per l'adesione capillare da parte della gente. Il suo
valore
> è ancora più significativo perché diventa paradigmatico per tutta
l'Africa,
> il continente maggiormente afflitto da guerre intestine ed interstatali.
> Riportiamo alcuni esempi della capacità di coordinamento e di
coinvolgimento
> delle numerosissime associazioni civili e religiose  della città: in
> occasione dell'8 marzo, le donne hanno proclamato uno sciopero, detto "del
> pane e delle rose", contro la guerra, bloccando i mercatini da loro
gestiti,
> paralizzando la città, rimanendo tutte dentro le pareti domestiche ... "la
> festa della donna senza la donna." Ad agosto 1999, per 10 giorni
> consecutivi, tutti i cittadini allo scoccare del mezzogiorno hanno sospeso
> ogni attività per dieci minuti per far rumore con qualsiasi oggetto,
urlando
> in tante lingue diverse "vogliamo la pace". Quando poi le violenze
diventano
> insopportabili la città intera proclama la "ville morte", la città morta:
> nessuno esce per strada, nessuno lavora ... e così esprime il rifiuto
totale
> per la violenza armata, da qualsiasi parte provenga. E, in mezzo alla
> distruzione, questa società civile si organizza per accogliere nella città
> gli sfollati dalle campagne, dove la situazione di insicurezza è ancora
> peggiore: aiuti alimentari, solidarietà, accoglienza dei bambini nelle
scuole.
> In tutti gli incontri che la nostra piccola delegazione ha avuto, ci è
stata
> ribadita la responsabilità degli occidentali, in particolare dell'UE e
degli
> USA, nella tragedia di Bukavu e dell'Africa.
> Come accogliere questa responsabilità? Come sostenere una popolazione che
> grida aiuto ma non rinuncia a lottare?
> Come difendere la ricchezza di una società civile che resiste con la
> nonviolenza, in un mondo come il nostro che considera "ricchezza del
Congo"
> solo i suoi preziosissimi giacimenti minerari (oro, diamanti e coltan, un
> minerale raro che serve a far proiettili)?
>
> PER QUESTO PROPONIAMO UN'AZIONE INTERNAZIONALE NONVIOLENTA DI PACE
> NEL DICEMBRE 2000
>
> CONTESTO
> Nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo c'è da quasi
> due anni una guerra che ha ucciso più di 1.700.000 persone nel silenzio
del
> resto del mondo. La stessa città di Bukavu è circondata da un territorio
> distrutto dalle scorrerie dei militari e paramilitari e vive un rischio
> reale di essere attaccata. Per i più giovani, delusi per il comportamento
> degli USA, dell'UE, dell'ONU e dell'OUA e pressati dalle condizioni di
> sempre maggior miseria, è forte la tentazione di passare alla lotta
armata,
> per procurarsi da vivere e per "liberare" il Paese. La drammaticità della
> situazione attuale viene espressa con molta puntualità nell'ultimo
documento
> della Conferenza Episcopale Congolese (15 luglio 2000). Nel conflitto in
> Congo sono coinvolti nove Stati africani. Roberto Garreton, relatore
> speciale del Segretario generale dell'ONU, scrive nel suo ultimo rapporto
> (29 marzo 2000) che "il territorio della Repubblica Democratica del Congo
si
> trova sconvolto non più da un solo conflitto, ma da molti, alcuni dei
quali
> a carattere interno, altri con dimensioni internazionali."
>
> OBIETTIVI
> - Costruire un'iniziativa che porti il maggior numero possibile di persone
a
> Bukavu per il 10 dicembre 2000.
> - Mettere in atto nei nostri territori una serie di iniziative che renda
> continuativa l'attenzione e l'informazione sull'Africa e la conseguente
> pressione politica sulle istituzioni internazionali.
>
> FINALITA'
> - Realizzare un incontro da popolo a popolo per una grande e comune
> implorazione di pace;
> - Premere sulle istituzioni internazionali, perché vengano prese decisioni
> rispettose della dignità e del diritto delle persone e dei popoli secondo
i
> dettami del diritto internazionale e non dell'interesse dei più forti;
> - Affrontare le nostre responsabilità riguardo all'economia ingiusta, al
> commercio di armi e al deficit di informazione;
> - Vedere e ascoltare le sofferenze della gente, ma anche solidarizzare con
> chi tiene viva la speranza, resistendo con la nonviolenza;
> - Proporre una globalizzazione dei diritti umani che parta dal Sud del
> mondo, e proprio da una delle aree maggiormente in conflitto;
> - Realizzare, nello spirito profetico del Giubileo, un cammino di
giustizia,
> chiedendo il condono dei debiti e la restituzione della libertà e della
terra;
> - Darci reciprocamente speranza per fare verità su noi stessi e sul nostro
> modello di sviluppo per essere capaci di cambiare fin nel nostro
quotidiano;
> - Contribuire a fare verità sulle responsabilità locali e internazionali
per
> arrivare alla pace e alla riconciliazione con strumenti nonviolenti.
>
> L'AZIONE INTERNAZIONALE DI PACE
> In questo momento non è possibile definire nei dettagli il programma e i
> tempi. Costi, orari e altri elementi dipenderanno dalla possibilità di
> organizzare un volo charter e questo a sua volta dipenderà dal numero di
> partecipanti. Si partirà il 6 dicembre dall'Italia alla volta di Bukavu e
si
> rientrerà il 13 dicembre. Sarà importante la presenza di ogni persona
> sensibile, a titolo individuale o come rappresentante di associazioni,
> istituzioni e organizzazioni. Il programma verrà concordato insieme con il
> coordinamento della Société Civile, con le Chiese cattolica e protestanti
di
> Bukavu e comprenderà interventi di personalità internazionalmente
> riconosciute, in particolare africane, unitamente ad artisti, cantanti e
> giornalisti. Al centro sarà la giornata del 10 dicembre, 52° Anniversario
> della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, con l'attenzione rivolta
a
> tutta l'Africa e con un ascolto particolare della situazione locale. La
> situazione è in rapida evoluzione, i rischi di un mutamento dello scenario
> politico e militare sono molto alti, quindi proseguiamo nella
consapevolezza
> dei limiti e del rischio della fattibilità dell'azione stessa. Siamo
> coscienti dei limiti nostri e dell'iniziativa e del rischio di
incompletezza
> che corriamo, perché rispondiamo all'invito che ci viene da Bukavu
> accettando le imposizioni dei tempi dell'emergenza. Ci muoviamo in fretta
> per offrire un sostegno a chi si sente abbandonato e frustrato dalle
> istituzioni internazionali e per rinfrancare i nostri passi sulla via
della
> pace.
>
>
> MODALITA'
> Si tratta di un'azione nonviolenta, per cui ai partecipanti si chiede di
> aderire ai principi della nonviolenza, nel comportamento e nella
metodologia
> d'azione. Ci muoveremo con discrezione; lo stile dell'iniziativa sarà
> improntato alla semplicità e alla povertà di mezzi e risorse. Sarà
> necessario che ognuno si prepari ad affrontare una situazione difficile,
> predisponendosi ad un atteggiamento di ascolto e rispetto, come si
conviene
> a coloro che entrano per la prima volta in una realtà nuova, senza la
> pretesa di portare soluzioni.
> Saranno predisposte delle linee guida a cui ogni partecipante dovrà
> attenersi. E' previsto inoltre un momento formativo comune prima della
partenza.
>
>
> ADESIONE
> Raccogliamo le adesioni personali di chi intende partecipare, chiedendo a
> ciascuno di autofinanziarsi: dove possibile, gruppi di persone si
accordino
> nel contribuire finanziariamente per inviare un rappresentante. Viene
> accolta l'adesione di Associazioni e gruppi vari, purché partecipino
> all'iniziativa con uno o più rappresentanti, oppure contribuiscano con una
> somma di denaro sufficiente per la partecipazione di almeno una persona.
Non
> possiamo accettare adesioni puramente formali. Invitiamo inoltre
Istituzioni
> e Organizzazioni di vario tipo a sostenere i costi complessivi del
progetto
> per poter abbassare i costi personali di ciascun partecipante (da una
prima
> indagine il costo complessivo medio si aggira sui due milioni a persona,
> nella speranza di trovare i finanziamenti necessari per invitare le
> personalità). Se si riuscirà a realizzare il volo charter, sarà necessario
> definire con precisione e per tempo il numero delle persone che
partiranno,
> pertanto la prenotazione dovrà pervenire, fino a esaurimento dei posti
> disponibili, entro il 10 novembre. Chiediamo a tutte le persone di inviare
> il più tempestivamente possibile alla Segreteria i nominativi e i canali
per
> contattare personalità religiose, politiche, sociali, dello spettacolo e
> giornalisti interessati al progetto, ai quali far pervenire un invito di
> partecipazione.
>
> Per adesioni e sostegno economico al progetto, è stato aperto un conto
> corrente presso la Banca Etica di Padova: cod. Abi 5018, Cab 12100, c/c n.
> 507020 intestato a "Progetto Africa - Bukavu". E' in fase di apertura
anche
> un conto corrente postale.
>
>
>
> PROMOTORI
> Ass.ne Comunità Papa Giovanni XXIII - Operazione Colomba
> Ass.ne nazionale Beati i costruttori di pace
> Chiama l'Africa
>
>