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progetto "Anch'io a Bukavu"



Carissimi, in allegato vi invio l'appello e il progetto "Anch'io a
Bukavu". Vi chiedo di prenmdervi dieci minuti e di leggerlo con
attenzione.
E' un'iniziativa che Beati i Costruttori di Pace sta mettendo in piedi
assieme a Chiama l'Africa e all'Operazione Colomba. Chiamati dalla
societa' civile del sud-Kivu (Congo), vorremmo andare in tanti a Bukavu
il prossimo 10 dicembre, per solidarizzare e ascoltare con al gente che
da due anni ormai resiste in modo nonviolento a una guerra che - nel
silenzio quasi totale della stampa - ha causato 1.700.000 morti in 22
mesi.
Come potrete leggere, aderire significa partecipare o far partecipare
qualcuno.
Vi chiedo di aiutarci a diffondere l'iniziativa e ad attivarvi per
sensibilizzare in proposito e partecipare.
Nei file troverete anche le indicazioni sulla segreteria organizzativa.
Saluti di pace e buon ferragosto.


Mariagrazia x i Beati
-- 
Mariagrazia Bonollo
Via Barbieri 55 - 36100 Vicenza
Tel. 0444/508288  -  0348/2202662
E-mail: bonollomg@avs.vi.it


__________________
... Anch'io a Bukavu
10 dicembre 2000: 52° della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani
Azione internazionale nonviolenta di pace per l'Africa
a Bukavu, nel Kivu, Repubblica Democratica del Congo


Appello

Nel continente africano si sta consumando una tragedia senza fine. Un dato
per tutti: in ventidue mesi, la guerra nel Congo ha contato 1.700.000
vittime, soprattutto fra i civili. Tutto nel disinteresse generale come se
il fatto non esistesse.
Nonostante la dignità della sua gente, nonostante la sua ricchezza economica
e culturale, oggi l'Africa sta morendo. E lancia, in questo anno giubilare,
un grido, sperando che qualcuno ascolti.
I governi degli Stati forti sono più preoccupati di proteggere i propri
interessi con l'estrazione e il trasporto di minerali e legnami preziosi,
piuttosto che la vita di milioni di persone alla deriva. Popoli interi,
stremati da sofferenze senza fine, si sentono defraudati, traditi e
abbandonati da noi, "gli occidentali".
Questa è l'ingiustizia cui volevano porre rimedio i profeti quando hanno
indetto il Giubileo chiedendo il condono dei debiti e la restituzione della
libertà e della terra. Questo è il centro del messaggio di Gesù, quando a
Nazareth ha suscitato scandalo, ponendo i poveri come punto di partenza, di
novità e di forza del suo Giubileo.
Siamo stati invitati dalla "Società civile", dalla Chiesa cattolica e dalle
Chiese protestanti di Bukavu, nella Repubblica democratica del Congo, a
renderci conto di persona della situazione.
Abbiamo deciso di rispondere positivamente a questo invito. 
Il 10 dicembre 2000, nella giornata dedicata alla Dichiarazione Universale
dei diritti umani, andremo quanti più possibile, con il maggior numero di
personalità internazionalmente riconosciute, a Bukavu, nel Kivu nella
Regione dei Grandi Laghi, una delle aree maggiormente in conflitto. Questa
città oggi può essere il simbolo della tragedia e della resistenza, della
sofferenza e della forza della nonviolenza, del dolore e della speranza di
tutto il continente africano.

Sarà un incontro tra popolo e popolo, con iniziative realizzate
contemporaneamente sia in Europa che in Africa:
- Per sperimentare direttamente le contraddizioni di una situazione di
conflitto e rivendicare come società civile, con un'azione nonviolenta, il
diritto di essere attori di pace, denunciando le decisioni prese dai potenti
sulla pelle della gente.
- Per fare verità su noi stessi e sul nostro modello di sviluppo che
condanna i poveri ad essere sempre più poveri. 
- Per contestare una globalizzazione solo economica fatta a partire dal Nord
del pianeta e rivendicare la globalizzazione dei diritti umani a partire dal
Sud. 
- Per dire di no al mercato delle armi e al mantenimento del debito estero
che strangola i poveri.
- Per fare pressione sulle istituzioni perché vengano prese decisioni
rispettose della dignità e del diritto delle persone e dei popoli, secondo i
dettami del diritto internazionale e non dell'interesse dei più forti.
- Per  il diritto a una informazione corretta e rispettosa della verità.
- Per implorare il dono della riconciliazione e delle pace, insieme a questo
popolo che soffre, ma che nonostante tutto sa mantenere viva la speranza e
resistere con nonviolenza,. 

Conosciamo bene i limiti, le difficoltà e le contraddizioni di questa
iniziativa. Per noi tuttavia si tratta di rispondere a un invito che non
possiamo disattendere. Crediamo tuttavia che essa costituisca un sostegno
per chi si sente abbandonato a se stesso e possa darci la forza per cambiare
il nostro modello di vita e rinfrancare i nostri passi sulla via della pace.

Beati i costruttori di pace
Ass. Papa Giovanni XXIII: Operazione Colomba
Chiama l'Africa
Padova, 28 luglio 2000



__________________
... Anch'io a Bukavu
10 dicembre 2000: 52° della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani
Azione internazionale nonviolenta di pace per l'Africa
a Bukavu, nel Kivu, Repubblica Democratica del Congo


Per l'Africa ci sono tante sensibilità e progetti di cooperazione ma, come
società civile occidentale, siamo in difficoltà riguardo all'impegno diretto
per la pace, la nonviolenza e la riconciliazione. 
Siamo chiamati a rincorrere in continuazione gli SOS per tutte le emergenze,
ma non entriamo mai nel merito delle cause. Per questo ci siamo decisi a
rispondere positivamente all'appello che ci è giunto da Bukavu e che
riproduciamo qui sotto. La nostra è un'iniziativa limitata e che si
riferisce a una situazione specifica, ma vuole tenere lo sguardo su tutta
l'Africa e in particolare riconoscere e denunciare le nostre responsabilità
di occidentali riguardo all'ingiustizia del sistema economico dominante, al
commercio delle armi e al deficit totale di un'informazione corretta.

A TUTTE LE PERSONE ED ALLE ORGANIZZAZIONI INTERESSATE ALLA PACE
NELLA REGIONE DEI GRANDI LAGHI
La popolazione congolese lotta con forza dal 1990 per la libertà, la
democrazia e la dignità umana nella nostra bella regione dei Grandi Laghi.
La "Société Civile" ha giocato e tuttora gioca un ruolo importante in questo
processo. Tuttavia, iniziamo questo nuovo millennio in un clima di guerra,
di insicurezza e di oppressione diffuse.
Per questo motivo stiamo organizzando per il dicembre 2000, in occasione del
10 dicembre, 52° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti
Umani, una serie di manifestazioni a Bukavu a favore della pace e dei
diritti umani, con incontri di preghiera ecumenici, conferenze,
manifestazioni culturali di tutti i tipi sui temi legati al rispetto dei
diritti umani.
Inviteremo a queste manifestazioni i rappresentanti della società civile del
Kivu, del Congo, della regione dei Grandi Laghi, nonché personalità e
organizzazioni che in tutto il mondo sono impegnati in questo campo.
Speriamo che possiate coinvolgere anche altri. E se qualche organizzazione
internazionale, non governativa o dell'ONU, impegnata nel campo dei diritti
umani volesse appoggiarci, ne saremmo felici.
Aspettiamo fiduciosi la vostra risposta. Speriamo con tutto il cuore che
anche voi possiate essere tra noi in quei giorni.
(Invito della "Société Civile" di Bukavu inviato il 20 aprile 2000
all'Associazione Beati i costruttori di pace).

In risposta a questo invito della Société Civile i rappresentanti delle
Associazioni "Beati i costruttori di pace" e "Papa Giovanni XXIII" si sono
recati a Bukavu per rendersi conto di persona della sofferenza della
popolazione ed anche della straordinaria resistenza nonviolenta alla guerra,
che mantiene viva la speranza nelle varie comunità. E' un esempio di lotta
pacifica davvero unico nel suo genere, sia per la sua enorme vitalità
interiore, sia per l'adesione capillare da parte della gente. Il suo valore
è ancora più significativo perché diventa paradigmatico per tutta l'Africa,
il continente maggiormente afflitto da guerre intestine ed interstatali.
Riportiamo alcuni esempi della capacità di coordinamento e di coinvolgimento
delle numerosissime associazioni civili e religiose  della città: in
occasione dell'8 marzo, le donne hanno proclamato uno sciopero, detto "del
pane e delle rose", contro la guerra, bloccando i mercatini da loro gestiti,
paralizzando la città, rimanendo tutte dentro le pareti domestiche ... "la
festa della donna senza la donna." Ad agosto 1999, per 10 giorni
consecutivi, tutti i cittadini allo scoccare del mezzogiorno hanno sospeso
ogni attività per dieci minuti per far rumore con qualsiasi oggetto, urlando
in tante lingue diverse "vogliamo la pace". Quando poi le violenze diventano
insopportabili la città intera proclama la "ville morte", la città morta:
nessuno esce per strada, nessuno lavora ... e così esprime il rifiuto totale
per la violenza armata, da qualsiasi parte provenga. E, in mezzo alla
distruzione, questa società civile si organizza per accogliere nella città
gli sfollati dalle campagne, dove la situazione di insicurezza è ancora
peggiore: aiuti alimentari, solidarietà, accoglienza dei bambini nelle scuole. 
In tutti gli incontri che la nostra piccola delegazione ha avuto, ci è stata
ribadita la responsabilità degli occidentali, in particolare dell'UE e degli
USA, nella tragedia di Bukavu e dell'Africa.
Come accogliere questa responsabilità? Come sostenere una popolazione che
grida aiuto ma non rinuncia a lottare? 
Come difendere la ricchezza di una società civile che resiste con la
nonviolenza, in un mondo come il nostro che considera "ricchezza del Congo"
solo i suoi preziosissimi giacimenti minerari (oro, diamanti e coltan, un
minerale raro che serve a far proiettili)?

PER QUESTO PROPONIAMO UN'AZIONE INTERNAZIONALE NONVIOLENTA DI PACE 
NEL DICEMBRE 2000

CONTESTO 
Nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo c'è da quasi
due anni una guerra che ha ucciso più di 1.700.000 persone nel silenzio del
resto del mondo. La stessa città di Bukavu è circondata da un territorio
distrutto dalle scorrerie dei militari e paramilitari e vive un rischio
reale di essere attaccata. Per i più giovani, delusi per il comportamento
degli USA, dell'UE, dell'ONU e dell'OUA e pressati dalle condizioni di
sempre maggior miseria, è forte la tentazione di passare alla lotta armata,
per procurarsi da vivere e per "liberare" il Paese. La drammaticità della
situazione attuale viene espressa con molta puntualità nell'ultimo documento
della Conferenza Episcopale Congolese (15 luglio 2000). Nel conflitto in
Congo sono coinvolti nove Stati africani. Roberto Garreton, relatore
speciale del Segretario generale dell'ONU, scrive nel suo ultimo rapporto
(29 marzo 2000) che "il territorio della Repubblica Democratica del Congo si
trova sconvolto non più da un solo conflitto, ma da molti, alcuni dei quali
a carattere interno, altri con dimensioni internazionali."

OBIETTIVI
- Costruire un'iniziativa che porti il maggior numero possibile di persone a
Bukavu per il 10 dicembre 2000.
- Mettere in atto nei nostri territori una serie di iniziative che renda
continuativa l'attenzione e l'informazione sull'Africa e la conseguente
pressione politica sulle istituzioni internazionali.

FINALITA'
- Realizzare un incontro da popolo a popolo per una grande e comune
implorazione di pace; 
- Premere sulle istituzioni internazionali, perché vengano prese decisioni
rispettose della dignità e del diritto delle persone e dei popoli secondo i
dettami del diritto internazionale e non dell'interesse dei più forti; 
- Affrontare le nostre responsabilità riguardo all'economia ingiusta, al
commercio di armi e al deficit di informazione; 
- Vedere e ascoltare le sofferenze della gente, ma anche solidarizzare con
chi tiene viva la speranza, resistendo con la nonviolenza; 
- Proporre una globalizzazione dei diritti umani che parta dal Sud del
mondo, e proprio da una delle aree maggiormente in conflitto;
- Realizzare, nello spirito profetico del Giubileo, un cammino di giustizia,
chiedendo il condono dei debiti e la restituzione della libertà e della terra;
- Darci reciprocamente speranza per fare verità su noi stessi e sul nostro
modello di sviluppo per essere capaci di cambiare fin nel nostro quotidiano;
- Contribuire a fare verità sulle responsabilità locali e internazionali per
arrivare alla pace e alla riconciliazione con strumenti nonviolenti.

L'AZIONE INTERNAZIONALE DI PACE 
In questo momento non è possibile definire nei dettagli il programma e i
tempi. Costi, orari e altri elementi dipenderanno dalla possibilità di
organizzare un volo charter e questo a sua volta dipenderà dal numero di
partecipanti. Si partirà il 6 dicembre dall'Italia alla volta di Bukavu e si
rientrerà il 13 dicembre. Sarà importante la presenza di ogni persona
sensibile, a titolo individuale o come rappresentante di associazioni,
istituzioni e organizzazioni. Il programma verrà concordato insieme con il
coordinamento della Société Civile, con le Chiese cattolica e protestanti di
Bukavu e comprenderà interventi di personalità internazionalmente
riconosciute, in particolare africane, unitamente ad artisti, cantanti e
giornalisti. Al centro sarà la giornata del 10 dicembre, 52° Anniversario
della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, con l'attenzione rivolta a
tutta l'Africa e con un ascolto particolare della situazione locale. La
situazione è in rapida evoluzione, i rischi di un mutamento dello scenario
politico e militare sono molto alti, quindi proseguiamo nella consapevolezza
dei limiti e del rischio della fattibilità dell'azione stessa. Siamo
coscienti dei limiti nostri e dell'iniziativa e del rischio di incompletezza
che corriamo, perché rispondiamo all'invito che ci viene da Bukavu
accettando le imposizioni dei tempi dell'emergenza. Ci muoviamo in fretta
per offrire un sostegno a chi si sente abbandonato e frustrato dalle
istituzioni internazionali e per rinfrancare i nostri passi sulla via della
pace. 


MODALITA'
Si tratta di un'azione nonviolenta, per cui ai partecipanti si chiede di
aderire ai principi della nonviolenza, nel comportamento e nella metodologia
d'azione. Ci muoveremo con discrezione; lo stile dell'iniziativa sarà
improntato alla semplicità e alla povertà di mezzi e risorse. Sarà
necessario che ognuno si prepari ad affrontare una situazione difficile,
predisponendosi ad un atteggiamento di ascolto e rispetto, come si conviene
a coloro che entrano per la prima volta in una realtà nuova, senza la
pretesa di portare soluzioni.
Saranno predisposte delle linee guida a cui ogni partecipante dovrà
attenersi. E' previsto inoltre un momento formativo comune prima della partenza.


ADESIONE
Raccogliamo le adesioni personali di chi intende partecipare, chiedendo a
ciascuno di autofinanziarsi: dove possibile, gruppi di persone si accordino
nel contribuire finanziariamente per inviare un rappresentante. Viene
accolta l'adesione di Associazioni e gruppi vari, purché partecipino
all'iniziativa con uno o più rappresentanti, oppure contribuiscano con una
somma di denaro sufficiente per la partecipazione di almeno una persona. Non
possiamo accettare adesioni puramente formali. Invitiamo inoltre Istituzioni
e Organizzazioni di vario tipo a sostenere i costi complessivi del progetto
per poter abbassare i costi personali di ciascun partecipante (da una prima
indagine il costo complessivo medio si aggira sui due milioni a persona,
nella speranza di trovare i finanziamenti necessari per invitare le
personalità). Se si riuscirà a realizzare il volo charter, sarà necessario
definire con precisione e per tempo il numero delle persone che partiranno,
pertanto la prenotazione dovrà pervenire, fino a esaurimento dei posti
disponibili, entro il 10 novembre. Chiediamo a tutte le persone di inviare
il più tempestivamente possibile alla Segreteria i nominativi e i canali per
contattare personalità religiose, politiche, sociali, dello spettacolo e
giornalisti interessati al progetto, ai quali far pervenire un invito di
partecipazione.

Per adesioni e sostegno economico al progetto, è stato aperto un conto
corrente presso la Banca Etica di Padova: cod. Abi 5018, Cab 12100, c/c n.
507020 intestato a "Progetto Africa - Bukavu". E' in fase di apertura anche
un conto corrente postale.



PROMOTORI
Ass.ne Comunità Papa Giovanni XXIII - Operazione Colomba
Ass.ne nazionale Beati i costruttori di pace
Chiama l'Africa