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MI.S.N.A.



Title: MI.S.N.A.
 
SIERRA LEONE, 15 LUG 2000 (1:59)

BAMBINI-SOLDATO, RIPRENDONO GLI ARRUOLAMENTI/PARTE2 (STANDARD, PEACE/JUSTICE)
 
“Per chi opera sul campo la ripresa degli arruolamenti forzati è l’indicatore più preoccupante – dichiara alla MISNA un operatore umanitario di ritorno da Freetown -. In due settimane fai di un civile un soldato, e in genere è più facile coi bambini, che hanno meno remore e possono essere convinti che la guerra è un gioco. Molti poi restano nel Ruf perché non hanno alternativa; quelli che sono stati rapiti da piccoli e hanno dovuto distruggere i loro stessi villaggi, non hanno alternative alla foresta se non la strada. E per quanto terribile, la foresta è un punto di riferimento. Spesso capita che i genitori non li riammettono in famiglia, altre volte a non volerli sono i membri delle comunità in cui questi ragazzini vivevano, che sono state vittime delle violenze dei ribelli. A tutti comunque la guerra infligge traumi psicologici inimmaginabili, che condizionano pesantemente il loro reinserimento nella vita normale. I bambini poi non vanno più a scuola; in certe zone da dieci anni non c’è una scuola né un centro sanitario. Questo significa che anche nella formazione dei futuri quadri del Paese c’è un ‘buco’ generazionale enorme. Oggi in Sierra Leone c’è un solo oftalmologo e un solo psichiatra”. La situazione è tragica soprattutto fuori città, nelle campagne dove proprio in questi mesi, all’inizio della stagione delle piogge, stanno aumentando molto i tassi di malnutrizione tra la popolazione. “Tra chi governa il Paese, la Sierra Leone si identifica sempre di più solo con la capitale. Anche prima della guerra le province erano lasciate al loro destino, ma oggi patiscono sofferenze inaudite. Chi fino a poco fa viveva grazie ad un’agricoltura di sussistenza ora fa la fame, e questo avviene anche al Sud dove c’è maggiore opposizione ai ribelli e una situazione relativamente più sicura. Si ha l’impressione che la sola preoccupazione del governo sia di tamponare la situazione perché non si scarichi su Freetown”. (di Silvia Poletti) (CO)





 

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