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NIGRIZIA LUGLIO/AGOSTO 2000 - Parola di Donna
Parola di Donna
MADRE E AMICA
di Silvia Regina da Lima
I DIALOGHI SONO SEMPRE SEGNATI DAL DESIDERIO DELL’INCONTRO, DI COMINCIARE O
DI CONTINUARE UNA RELAZIONE. INIZIARE IL DIALOGO CON UN ALTRO E' SEMPRE UN’
ARTE, UN’AVVENTURA CHE RICHIEDE SENSIBILITA' E AFFETTO. CI SOFFERMIAMO
QUESTA VOLTA SU UN CAMMINO INTERRELIGIOSO CHE E' UN LUOGO: LA NATURA.
Non e' unicamente la relazione con i piu' bisognosi, lottando per la loro
salute e per la giustizia – stile di vita che Gesu' ha fatto proprio, come
abbiamo gia' visto in altre occasioni – a fornire un cammino al dialogo
interreligioso. Apriamo adesso un’altra porta, che da' su un luogo comune di
incontro, dove le differenze non sono minacce ma espressione di ricchezza e
di bellezza. Questo luogo e' la natura e la relazione con Dio Creatore.
Davanti all’immensita' del creato, con le sue cascate, fiumi e mari, nelle
varieta' di verdi e nella combinazione di colori, in quel dettaglio discreto
di un fiore, o della farfalla che mi e' passata davanti un attimo fa, siamo
condotte, siamo condotti, al mondo dello stupore, della contemplazione, a
prescindere dal nome che vogliamo dare all’autore o autrice di un’opera
cosi' mirabile. La natura e' la casa comune, la casa che ci accoglie, il
ventre che ci ha generato e partorito. Come madre e amica, la natura
continua a generare e ad essere fonte di vita. Con lei facciamo esperienza
di un Dio che alimenta con abbondanza: la terra non e' meschina. Si apre, si
lascia fecondare, si schiude di nuovo e sale verso il cielo, con alberi
frondosi o piccoli arbusti o anche rampicanti che si moltiplicano in grani,
legumi e frutti, e sazia le sue figlie e i suoi figli.
Come amica, la natura ci accompagna. E' testimone dei nostri amori, ci
nasconde, ci accoglie in braccio, ci lascia riposare. Chi non ha ascoltato
le storie che la luna racconta agli innamorati? Chi ha conosciuto la
passione sa che non e' un romanticismo del passato. Impossibile non dire che
Dio e' Amore.
Come amica la natura ci cura, anche, e guarisce, con le sue erbe e frutti.
Un infuso, un bagno di erbe rivitalizza, ritempra le energie e ci aiuta a
credere che Dio non e' lontano, e' a un passo da noi e ci vuole sani e
felici. Gli esempi si potrebbero moltiplicare: non e' difficile, quando
vogliamo parlare di un Dio che e' Madre e Amica e che si rivela nella
creazione, nelle opere uscite dal suo seno, dalle sue mani…
"CHI HA APERTO IL RUBINETTO?"
La natura e' dunque questo luogo d’incontro, nel quale, secondo le varie
prospettive religiose, e' possibile fare un’esperienza di azione di grazie,
di contemplazione, di riconoscenza della bonta' divina a dispetto di tutti i
dolori e sofferenze che costellano la nostra esistenza.
Ma la nostra terra e' stata profanata. Oggi si trova sequestrata, derubata,
concentrata nelle mani di un piccolo gruppo. I suoi frutti vengono messi in
commercio, venduti. Un bambino vede gli altri che mangiano mentre lui muore
di fame. Lo stesso succede ad adulti e anziani. In altre parti del mondo,
obesita' e consumismo stanno altresi' portando alla morte. La fame e' la
piu' grande assurdita' che esista e la maggior contraddizione che si erge
davanti a noi quando parliamo di Dio Creatore.
La nostra casa e' minacciata. Se non ce ne prendiamo cura ci cadra' addosso
e tutti soccomberemo. Una relazione di rispetto e di cura nei confronti
della natura non e' gia' piu' questione di volonta' o di simpatia. E' in
gioco la sopravvivenza o l’estinzione del pianeta.
In questo senso possiamo dire che una delle sfide del dialogo ecumenico e
interreligioso e' la cura della nostra casa comune. Unirci per escogitare in
quale modo salvare la vita del pianeta. Che sia in chiave di missione oppure
di contemplazione, sentiamoci accolte, accolti, da questo comune grembo, che
ci fa sorelle e fratelli, grembo dal quale uscimmo e al quale ritorneremo un
giorno.
E concludo con un piccolo episodio di un bambino che oggi ha tre anni: mio
figlio Thomaz, un amico e grande maestro di vita e di teologia.
Durante una gita collettiva ci siamo trovati in un posto con tanto verde,
fiumi e cascatelle, uno dei paradisi segreti di questo piccolo paese
centroamericano che e' chiamato Costa Rica. Arriviamo davanti a una grande
cascata. Nel vedere l’imponenza di quell’acqua che si precipita da cosi' in
alto, Thomaz, che aveva allora due anni, con gli occhi che gli brillano di
gioia e sorpresa, mi domanda: "Mamma, chi ha aperto il rubinetto?".
Che sulle strade della vita ci accompagni sempre la curiosita', la
sorpresa-incanto e la meraviglia dei bambini e delle bambine. Amen.
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