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zimbabwe: l'autunno del patriarca



"LA REPUBBLICA ". Mercoledi', 28 Giugno 2000.
Mugabe vince a meta' lo Zimbabwe cambia rotta
Il partito del presidente ha ancora la maggioranza, ma ora l'opposizione puo';
influire sul potere
dal nostro inviato GUIDO RAMPOLDI
HARARE - Vince di misura il partito del presidente Mugabe, sulla cui .Pravda.
domenica si leggeva che in Zimbabwe bianchi, gialli e forse anche meticci
andrebbero trattati come una minoranza straniera, in quanto .non possono provare
una discendenza da indigeni africani in possesso dei tratti genetici africani..
Entra in Parlamento l'onorevole Hitler, Hitler Hunzvi, leader di quei veterani
della guerra di liberazione che da maggio hanno ammazzato ventiquattro militanti
dell'opposizione e quattro agrari bianchi. Come da ventanni a questa parte, lo
Zanu di Mugabe formera' il prossimo governo. Ma la solita Africa delle pessime
notizie finisce qui. Queste elezioni raccontano soprattutto di un'Africa nuova
che comincia ad avvertire la differenza tra liberazione e liberta' , e non
accetta piu' l'assolutismo di quegli ex capi guerriglieri che dimostrarono tanta
tenacia nella lotta di indipendenza quanta inettitudine e rapacita' una volta
conquistato il potere. Un partito interrazziale che nove mesi fa neppure
esisteva, il Movimento per il cambiamento democratico, conquista la maggioranza
dei voti, e sufficienti seggi (57 contro i 62 dello Zanu) per bocciare gli
emendamenti costituzionali con i quali Mugabe progettava di puntellare il suo
trono. Non e' quel trionfo in cui contavano gli agrari bianchi per sperare di
riprendersi le piantagioni occupate dai veterani di Mugabe e Hitler. Ma puo';
cominciare la transizione verso lo Stato di diritto e una democrazia legale.
Forse e' troppo ottimista Morgan Tsvangirai, il sindacalista che guida
l'opposizione, quando dice che .in Zimbabwe nulla sara' come prima.. Ma quando
aggiunge che dopo vent'anni di partito unico, .questo e' l'inizio della fine per
Mugabe., egli esprime una convinzione diffusa anche nei ranghi del regime.
Un'epoca sembra ormai avviata a concludersi.
L'opposizione ha chiesto di rivotare in un sesto delle circoscrizioni, dove le
violenze denunciate anche dagli osservatori europei gli avrebbero impedito di
svolgere una campagna regolare. Ma se i suoi ricorsi fossero respinti, come
probabilmente accadra' , non contestera' un risultato dubbio, perche' per la sua
ambivalenza ha pero'; il pregio di allentare molte tensioni. La capitale fino
all'altra notte non avrebbe scommesso in una giornata tranquilla. Aveva
plebiscitato l'opposizione, con una media dell'80 per cento dei voti, e temeva
dessere punita dai veterani e dai campagnoli di Mugabe nel caso di una disfatta
del regime. Invece ciascuno dei due avversari ieri ha potuto festeggiare la
propria mezza vittoria. Nelle citta' , i giovani dell'opposizione (con un agitare
di cartellini rossi: l'espulsione per Mugabe). Nelle campagne i notabili di un
regime che pur avendo dimezzato i seggi, restera' sul terreno di gioco almeno
fino alle presidenziali drel 2002 (ma stando ai voti, oggi Mugabe le
perderebbe). Respiri di sollievo anche in varie ambasciate occidentali. La
reazione rabbiosa di un regime colpito a morte poteva innescare il quindicesimo
conflitto africano. Il regime l'avrebbe combattuto nel nome della .rivoluzione
contro i bianchi., e tutto questo avrebbe messo a rischio la stabilita' del
confinante Sudafrica, il pilone su cui ruota la possibilita' di un ciclo
democrazia- sviluppo in questa parte del Continente. Invece ora gli slanci
tardo- rivoluzionari di Mugabe sono impastoiati dalla forza dell'opposizione
combinata con la pressione occidentale, cui in teoria Mugabe non puo'; resistere.
Quattro mesi di pseudo-rivoluzione hanno svuotato le casse dello Stato sino al
punto che ieri e' stato annunciato il razionamento della benzina. Per origine
maoista o deriva senile, Mugabe finora e' stato indifferente alla picchiata
dell'economia. Capira' adesso che un paese con tassi d'alfabetizzazione superiore
agli Stati Uniti, e in passato tassi di crescita del 7 per cento, non si lascia
condannare alla miseria da un settantaseienne abbarbicato al potere?
Questa era la domanda con la quale non solo l'opposizione, ma anche l'ala
pragmatica del regime, ieri ha atteso il discorso del presidente. Ma quando
infine Mugabe ha parlato in tv, ha lasciato tutti nel dubbio con un discorso
blando. Ha ammesso che l'economia va male. Ha invitato all'unita' delle razze e
delle etnie.. Si e' congratulato con tutti i vincitori, ma senza mai citare
l'opposizione. Come se faticasse ad adattarsi all'idea di dover fare i conti con
un Parlamento non piu' muto e docile. Con deputati bianchi. Con neo- deputati
neri che ieri osavano affermare nel telegiornale: .La mia prima proposta sara' le
dimissioni di Mugabe.. Senza contare le difficolta' di manovrare il suo partito,
quel Zanu in cui ora devono convivere persone di buonsenso e veterani come
Hitler, ai quali Mugabe ha promesso .il cambiamento rivoluzionario. e le
ricchezze dei bianchi.
Nel concreto il primo test che lo attende e' la redistribuzione delle terre.
Mugabe ieri ha ripetuto che la terra .deve andare alla nostra gente in maniera
massiccia.. Ma questo nessuno lo contesta. Gli stessi 4.500 agrari bianchi ormai
convengono che vada rettificato lo squilibrio per il quale essi dispongono di 11
milioni di ettari, contro 16 milioni spartiti tra 6 milioni di contadini neri.
L'opposizione vuole pero'; che la redistribuzione avvenga in un contesto legale e
con una razionalita' economica, dunque con una riforma agraria che non
impoverisca lo Zimbabwe e non si risolva in regalie a pioggia per i clientes del
regime. A queste condizioni, la riforma agraria sarebbe finanziata da Londra e
dalla Banca mondiale. E avrebbe il consenso delle parti in causa: soprattutto
del sindacato che rappresenta oltre centomila braccianti. Intervistati da un
giornale, raccontano che alcuni agrari .sono persone gentili., ma altri
.trattano i loro cani meglio di quanti trattino noi.. Allora perche' i braccianti
non hanno partecipato con entusiasmo all'invasione delle terre? .Perche' abbiamo
visto come e' andata finora la redistribuzione., ci hanno risposto alcuni di
loro, unici abitanti di una fattoria nella zona di Nyabira abbandonata dai
proprietari bianchi per paura. .Gli appezzamenti migliori non vanno a chi li
lavora, ma ai militanti di Zanu e ai parenti dei veterani.. Come ci confermano i
sindacalisti, l'occupazione delle terre da parte dei veterani di Mugabe per i
braccianti finora ha significato solo fame e botte. .Sono stati picchiati e
umiliati in ogni modo., dice Philip Munyanyi. .Non ricevono salario. Non sanno
quale sara' il loro futuro.. Essere vessati da un agrario bianco o da un veterano
nero in fondo non fa molta differenza. Ma cosi' ha funzionato il patto che
nell'80 ha fondato lo Zimbabwe. Ai bianchi l'economia, e mano libera sui
dipendenti. A Mugabe e ai suoi la politica, e mano libera sui sudditi. e' questo
lo Zimbabwe che comincia a franare.
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PIER LUIGI GIACOMONI
rhenus@libero.it

Net-Tamer V 1.11.2 - In Prova

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