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multinazionali sotto controllo?



Forse protestare, fare convengi, tentare di fornire soluzioni diverse a quelle
sostenute dal cosiddetto "pensiero unico liberista" sta dando qualche tenue
risultato.
alcuni giorni e' emerso, ache se in modo del tutto episodico, il fenomeno
scandaloso dei "paradisi fiscali", strumento assolutamente funzionale al
sistema della 2libera circoalzione delle merci e dei capitali". Oggi, come si
puo' vedere leggendo l'articolo che segue, emerge prepotente la necessita' di
regolare el multinazionali.
che ai poteri deboli degli stati e delle organizzazioni internazionali si stia
affacciando il dubbio che andando avanti di questo passo si arriva solo al
disastro?

BUONA LETTURA
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"LA REPUBBLICA ". Mercoledi', 28 Giugno 2000.
Una gabbia dell'Ocse per le multinazionali
Varato il codice. Letta: .Stop al mordi e fuggi.Il documento prevede clausole
vincolanti di ordine sociale e ambientale
di RICCARDO DE GENNARO
ROMA - Una .gabbia. per le multinazionali. Le rivolte di Seattle e di Bologna
cominciano a dare i primi frutti, scatta l'ora delle regole anche per le
maxi-imprese che hanno interessi in piu' Stati. I governi dei paesi piu'
industrializzati del mondo, unitamente a Brasile, Cile, Argentina e Slovacchia,
hanno sottoscritto ieri a Parigi, in sede Ocse, una Carta che prevede una serie
di princi'pi etici ai quali i gruppi multinazionali dovranno adeguarsi. Si tratta
di una sorta di Codice di condotta, che contiene in primo luogo importanti
clausole d'ordine sociale e ambientale, anche se non prevede alcun sistema di
sanzioni per le imprese inadempienti, delegandone presumibilmente la
formulazione ai singoli Stati.
Il documento, che e' possibile leggere nella sua versione integrale sul sito
Internet .www.oecd.org., e' un vero e proprio decalogo, che impone in particolare
alle multinazionali i doveri dell'informazione sindacale, della trasparenza
contrattuale, della parita' di trattamento dei lavoratori, del rispetto dei
consumatori, dell'ambiente e delle leggi nazionali, della lotta alla corruzione
e allo sfruttamento del lavoro minorile, della lealta' concorrenziale.
L'obiettivo e' quello di richiamare all'ordine, come sottolinea il ministro
dell'Industria e del Commercio estero, Enrico Letta, le multinazionali .mordi e
fuggi.. Letta, che ha firmato il documento per l'Italia, non ha dimenticato il
caso Goodyear, la multinazionale americana che nei mesi scorsi ha chiuso di
punto in bianco lo stabilimento di Cisterna di Latina, dopo avere
abbondantemente lucrato con gli aiuti statali.
Dopo il varo della carta dei princi'pi Ocse, alla quale ha tentato di opporsi il
Messico, che ha manifestato il timore di irritare le multinazionali sul suo
territorio, tocchera' ora ai governi istituire gli opportuni strumenti per il
rispetto del Codice di condotta, ovvero una sorta di Garante, di .difensore
civico. nei confronti degli abusi delle multinazionali. .Noi procederemo
subito., promette Letta, il quale parla di un .nuovo clima. e precisa: .Un anno
fa una cosa del genere non sarebbe mai passata, ma grazie al lavoro svolto a
Bologna si e' potuto trovare un consenso internazionale..
La soddisfazione per l'approvazione del documento, che nelle aspettative dei
firmatari dovrebbe contribuire a rendere meno tesi i rapporti tra le
organizzazioni internazionali e i movimenti ambientalisti e sindacali, ha spinto
i partecipanti al summit di Parigi ad assumere l'impegno di rilanciare in tempi
rapidi i negoziati per la liberalizzazione del commercio mondiale. Letta auspica
che questo possa accadere entro l'anno, ma il direttore generale della Wto, Mike
Moore, ricorda che in mezzo ci sono le elezioni americane e che dunque e' piu'
probabile che la ripresa dei negoziati, dopo il fallimento di Seattle, avvenga
piuttosto nel 2001.
Nel frattempo, i governi dovranno dare corpo alla Carta contro .multinazionale
selvaggia., affinche' i .princi'pi. restino, come spesso e' accaduto, lettera
morta. Gli smacchi recentemente subiti dai vari Paesi da parte delle
multinazionali, che per lungo tempo hanno avuto mani libere nell'aprire e
chiudere stabilimenti in ogni angolo del mondo, usufruendo di ricche
agevolazioni e aiuti fiscali, dovrebbe tuttavia spingere governi e sindacati a
una maggiore vigilanza sul comportamento delle multinazionali, raddrizzando i
rapporti di forza e spuntando loro l'arma del ricatto occupazionale.
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Quando il semaforo scatta sul verde
passa la lepre sul fondo si perde.
 


PIER LUIGI GIACOMONI
rhenus@libero.it

Net-Tamer V 1.11.2 - In Prova

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