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Africanews italiano Giugno 2000 - D



AFRICANEWS - Versione Italiana
Nr.27  - GIUGNO  2000


Tanzania
Lago Tanganika in pericolo
Di Charles Mubambe

Dieci milioni di persone che vivono delle risorse del lago Tanganika
minacciano l'esistenza di questa massa d'acqua grande quasi dieci
volte il lago di Garda e che contiene specie ittiche uniche al mondo.



Samu Samu Kipaila, un esperto ambientale congolese intervistato a
Mpulungu Harbour sulla sponda zambiana ha affermato che il lago e la
sua vita versano in un equilibrio delicato, che il futuro del lago e'
in pericolo poiche' la sua flora e la sua fauna potrebbero non essere
in grado di adattarsi ai cambiamenti introdotti dall'attivita'
dell'uomo. Infatti, si potrebbero perdere in breve tempo i risultati
di milioni di anni di evoluzione.

Il lago Tanganika e' una risorsa ittica, un'importante via di
comunicazione, una riserva di acqua potabile e non, ma anche un
ricettacolo di scarichi. Disgraziatamente non sono piu' sostenibili le
abitudini ed i comportamenti tradizionali nell'utilizzo delle terre e
delle acque, nonche' le pratiche di smaltimento dei rifiuti, in quanto
queste non reggono piu' al rapido aumento della popolazione intorno al
lago.

Negli ultimi anni l'aumentato fabbisogno alimentare ha notevolmente
accelerato l'erosione dei suoli mentre il nuovo fenomeno
dell'urbanizzazione ha portato con se tutta una serie di minacce come
per esempio gli scarichi di acque nere di provenienza domestica ed
industriale che si riversano in corsi d'acqua che finiscono nel lago.
Il lago Tanganika riempie il suo bacino ricevendo fiumi che raccolgono
le acque di un territorio di 250.000 chilometri quadrati (l'Italia
supera di poco i 300.000 Kmq) appartenenti ai Paesi che lo circondano;
il Rwanda, il Burundi, la R.D. del Congo, la Tanzania e lo Zambia.
Molti fiumi entrano nel lago, ma uno solo ne esce, il Lukuga. Cio'
comporta che i materiali trasportati dai fiumi nell'immenso bacino del
lago si accumulano costantemente essendo scaricati assai lentamente.

I bacini di alcuni importanti affluenti come il Malagarasi ed il
Ruzisi si estendono su terre agricole assai fertili la cui lavorazione
fa si' che gli agenti atmosferici ne asportino lo strato superficiale
facendolo finire nel lago dove si mischia con fertilizzanti ed
insetticidi dilavati dagli stessi bacini imbriferi. James Phiri,
Direttore del Consiglio Ambientale dello Zambia che coordina la parte
zambiana del progetto, afferma che l'accelerazione della
trasformazione ambientale causata dalle attivita' umane e' allo stato
attuale piu' veloce della capacita' di adattamento della fauna e che
sebbene la popolazione costituisca una componente vitale della
biodiversita' della regione c'e' un reale pericolo che attraverso la
sua influenza predominante la biodiversita' si trasformi in
biomonopolio.

Non e' chiaro chi si debba assumere la responsabilita' della cura
dell'integrita' ambientale, mentre un'adeguata informazione riguardo
migliori tecniche agricole non ha raggiunto i contadini, alla maggior
parte dei quali non e' mai stato insegnato come prestare attenzione
alla sostenibilita' a lungo termine delle loro risorse naturali.

Il lago Tanganika e' straordinariamente vecchio. Il suo bacino attuale
e' stato riempito d'acqua per almeno dieci milioni di anni ed alcuni
sedimenti sono due volte ancora piu' vecchi. Il lago, con una
superficie di 33.000 chilometri quadrati (quasi 10 volte il lago di
Garda), ha una profondita' media di quasi 600 metri e massima di
1.500; Il volume totale di acqua ammonta a circa 19.000 milioni di
metri cubi. Molti organismi che vivono nel lago sono unici; per
esempio, vi si trovano almeno 300 specie ittiche, e molte altre ne
vengono continuamente scoperte, due terzi delle quali sono presenti
solo qui. La specie piu' importante, quella dei Ciclidi, e' ricca di
piu' di 200 sottospecie e tutte tranne cinque sono presenti solo in
questo lago. Come per esempio la famosa medusa d'acqua dolce c'e'
abbondanza di specie endemiche anche nella famiglia dei molluschi e
dei crostacei, compreso due serpenti d'acqua unici di questo lago.

I Paesi rivieraschi in un tentativo di migliorare la situazione del
lago hanno avviato un progetto volto a produrre un piano di gestione
regionale sostenibile per il controllo dell'inquinamento e la cura e
la conservazione della biodiversita'. Questo piano ha come scopo
quello di aiutare i Paesi che utilizzano questa immensa risorsa a
mettere in opera un sistema efficiente e sostenibile di gestione e
conservazione della biodiversita' di questa massa d'acqua.

Il progetto, la cui vita e' cominciata nel 1995 e si concludera'
quest'anno, e' finanziato dallo Schema Ambientale Globale (G.E.F)
dell'UNDP (United Nations Development Programme) e viene gestito da
varie Istituzioni dei paesi rivieraschi supportati tecnicamente da
Agenzie internazionali. Coinvolgendo concettualmente le comunita'
locali la strategia progettuale ha affrontato contemporaneamente i
bisogni sia della conservazione sia dello sviluppo, proponendosi di
proteggere il sostentamento delle popolazioni locali.

Il progetto sostiene che per educare l'uomo, l'unico animale in grado
di decidere di cambiare le proprie abitudini rendendole piu'
compatibili con l'ambiente e' necessaria la conoscenza e la
comprensione della complessita' dei mutamenti ecologici. Il progetto
si concentra anche sulla biodiversita' per scoprire quali specie,
combinazioni di specie ed habitat, sono sottoposti a particolare
rischio; sta identificando fonti di inquinamento, valutandone le
conseguenze e individuando misure preventive. Sta anche monitorando la
sedimentazione, cioe' il movimento e l'impatto dei suoli che entrano
nel lago.

Sono stati elaborati due programmi collegati fra loro di educazione
socio-economica ed ambientale intesi ad aumentare in determinati
gruppi di utenti la consapevolezza dei problemi ambientali, ma anche a
facilitare l'introduzione nelle pratiche quotidiane di principi
scientifici di conservazione. Il modo migliore, questo, per far
giocare alla gente un ruolo sempre piu' importante nella ricerca del
giusto compromesso fra sviluppo e salvaguardia dell'ambiente.

All'interno di questi programmi si trovano studi sulle pratiche
agricole e di pesca, sui criteri di individuazione di siti di parchi
nazionali sottomarini, relativi all'importanza dei sistemi legislativi
e della proprieta' della terra, sui bisogni legati alla conservazione
del lago e al suo sviluppo, considerando tutti i problemi del caso,
associati alle lunghe distanze e alla scarsita' di comunicazioni. Il
lavoro viene portato avanti da gruppi di specialisti coordinati con la
sede del progetto a Dar es Salaam, supportati da dipartimenti
governativi, universita', istituti di ricerca ed organizzazioni non
governative. Questi esperti lavorano in stretto contatto con studiosi
internazionali dei rispettivi settori, ma anche con le comunita' che
dipendono dal lago per il loro sostentamento.

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