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Africanews italiano Giugno 2000 - E



AFRICANEWS - Versione Italiana
Nr.27  - GIUGNO  2000


Burundi
Colloqui di pace: il fattore Mandela
Di Mary Kimani

L'accordo di pace in Burundi ha creato spesso aspettative di successo,
ma da quando i negoziati sono iniziati quattro anni fa deve ancora
essere raggiunto. Ora, comunque, il carisma dell'ex presidente
sudafricano sembra poter mettere d'accordo le parti in campo.



I buoni motivi per essere ottimisti ci sono e sono ovvi; per usare le
parole dell'ex presidente Sylvestre Ntibantuganya si tratta della
"magia Mandela". Comunque si veda il fatto che la soluzione di una
problematica tanto complessa possa ruotare intorno alla personalita'
di un solo individuo, si deve riconoscere che l'ex presidente Nelson
Mandela ha avuto un impatto rilevante sulle Delegazioni del Burundi,
nazione dove hutu e tutsi divisi da rivalita' sanguinose cercano un
accordo.

Ntibantuganya ha detto ad Africanews che Mandela non ha messo i
burundesi con le spalle al muro, ma a faccia a faccia con la verita'.
E' interessante osservare come Mandela si e' mosso con i Delegati; da
una parte l'anziano e venerato Presidente li ha rimproverati per la
mancanza d'impegno e gli interessi egoistici, dall'altra ha
costantemente riaffermato di credere in loro.

L'ex presidente burundese ha anche aggiunto che ci sono stati momenti
in cui i Delegati sono stati fortemente colpiti dalle parole di fuoco
di Mandela; infatti, aver affermato senza mezzi termini la cruda
verita' puo' aver scioccato, ferito, ma ha prodotto al contempo
risultati positivi, convincendo anche i piu' restii nella Delegazione
burundese che Mandela in fondo aveva ragione, che bisognava guardare
alla sostanza di cio' che diceva, la cui finalita' ultima e sincera
era quella di forzare i Delegati ad assumersi le proprie
responsabilita'.

Alle Delegazioni Mandela ha anche fatto presente di aver capito che
essi non sono favorevoli alla leadership collettiva ed al principio di
lavoro di squadra in quanto ogni leader vuole avere l'ultima parola;
aggiungendo anche che nessuna questione nazionale puo' essere risolta
se si ragiona in termini di leadership individuale, senza considerare
la gente comune che in Burundi vive in condizioni estremamente
difficili. Inoltre Mandela si e' spinto a dire ai Delegati che c'erano
degli elementi critici che si aspettavano il loro fallimento, che gli
avevano chiesto su che cosa mai si basasse il suo ottimismo riguardo
una soluzione positiva dal momento che i Delegati a loro avviso
avrebbero affrontato l'esame della bozza di proposta di pace come se
tutti gli aspetti che la compongono fossero stati sollevati per la
prima volta! Aveva anche aggiunto che costoro lo avevano avvertito che
la ragione per cui avrebbero respinto le proposte in ogni caso, buone
o cattive che fossero, risiedeva nel fatto che comunque non si
sposavano coi loro interessi personali.

Nonostante tutto questo Mandela affermava di rimanere ottimista e
carico di speranza, credendo fermamente di essere estremamente vicino
ad un importante passo avanti. C'erano invero buoni motivi di
ottimismo soprattutto perche' dal momento in cui Mandela aveva preso
in mano le redini della trattativa aveva affrontato con determinazione
due argomenti chiave che sembravano essere preclusivi dell'accordo di
pace. Dopo aver parlato ai leader dei due gruppi ribelli: Cossan
Kabura a capo delle Forces for National Liberation (F.N.L) e Jean
Bosco Ndayikengurukiye a capo delle Forces for the Defence of
Democracy (F.D.D.), costoro hanno espresso la loro volonta' di
partecipare ai colloqui di pace.

Ci si aspettava che ci sarebbe stata una forte opposizione al
coinvolgimento dei ribelli specificatamente da parte del Palipehutu e
del CNDD dai quali si erano staccati l'FNL e l'FDD. Il CNDD
precedentemente aveva minacciato di abbandonare i colloqui se avesse
partecipato l'FDD. Ancora una volta la personalita' di Mandela sembra
aver prevalso su queste rigide posizioni. Egli affermo' infatti di
aver invitato i leader ribelli a partecipare a queste discussioni,
convinto che nessuno nelle Delegazioni, desideroso della pace, potesse
obiettare alla loro presenza.

Leonard Nyangoma, il leader del CNDD, aveva detto infatti che loro non
avevano alcun problema con questa partecipazione e quando gli era
stato chiesto un parere riguardo la loro precedente posizione, cioe'
che l'FDD dovesse partecipare come un'organizzazione separata, la sua
risposta era stata semplice: "Abbiamo fiducia in Mandela, egli sapra'
come affrontare la questione".

E' interessante notare che nel corso dell'ultima sessione plenaria dei
colloqui, Mandela aveva lodato la leadership dei ribelli, ma anche
contrastato il loro comportamento con i Delegati presenti alla
Conferenza dicendo: "Essi sono venuti da me ponendo difficili
condizioni per tutti salvo che per loro e gli ho detto che questo non
era la maniera di comportarsi da parte di leader che vogliono l'unita'
e la pace e gli ho chiesto di ritirare le condizioni. Non mi hanno
opposto la rigidita', la cocciutaggine e l'egoismo che vedo
presentarsi qui".

Il portavoce dell'FDD, Ndiho, ha aggiunto che ci sono due condizioni
per il governo, la prima che vengano smantellati i campi di
concentramento di stile nazista dove 200.000 persone vivono senza
cibo, riparo e medicine, la seconda che riguarda la liberta' per i
prigionieri politici. Ndiho inoltre ha riferito che Mandela ha
promesso che fara' del suo meglio per assicurarsi che i campi di
concentramento vengano chiusi e che i prigionieri vengano liberati.
Queste sono le condizioni che intende far rispettare dal Maggiore
Buyoya e dal suo governo militare.

Comunque ci potrebbe essere un ostacolo all'intero processo
consistente nel fatto che mentre gli altri gruppi hanno partecipato a
riunioni nel corso del tempo adattandosi a dei compromessi, i ribelli
arriveranno freschi e potrebbero avere posizioni rigide. Per esempio
Ndiho ha affermato che l'FDD vorrebbe il ripristino della costituzione
del 1992 che venne istituita tramite un referendum, in quanto questo
e' stato il solo governo legittimo eletto per decisione del popolo.
"Speriamo di avere al piu' presto la bozza di compromesso per
studiarla riga per riga e verificare se e' conforme alla Costituzione
del 1992. Se fosse diversa da cio' che il popolo aveva deciso fosse
giusto, la respingeremo", ha affermato il portavoce.

Ora tutto e' nelle mani e nel carisma di Nelson Mandela.

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