R: [africa] Le verità scomode che nessuno osa rivelare sui massacri in corso in RDC



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Obasanjo: l’ultima carta dell’Occidente nell’orrore congolese  	  
Scritto da Angelo D'Addesio su Legnostorto  
martedì 18 novembre 2008
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Olusegun Obasanjo
La comunità internazionale si gioca le sue ultime carte e schiera l’ennesimo capo di stato in pensione, quell’Olusegun Obasanjo, ex presidente della Nigeria che nei suoi otto anni di leadership è riuscito nell’impresa di “democratizzare” a modo suo la Nigeria, lasciandola con una crescita economica annua del 6%, ma con il peso della corruzione e della guerriglia del Niger. Lo scorso sabato Obasanjo ha incontrato il presidente congolese Kabila, domenica si è recato nel Nord Kivu per parlare con il leader dei ribelli del Congresso Nazionale del Popolo Nkunda, elegante ed ufficiale per l’occasione ed in ultimo ha parlato con il presidente ruandese Kagame, cercando di strappare a tutti una proposta di cessate il fuoco che avrebbe dovuto concretizzarsi in queste ore oltre a quella di un comitato multipartitico per trattare la pace.
Le richieste del generale Nkunda sono identiche a quelle lasciate in sospeso colpevolmente nei precedenti accordi di Goma del 23 gennaio scorso: integrazione dei ribelli nell’esercito regolare, garanzie di amnistia per la sua persona (su cui pende un mandato di cattura del Tribunale Penale Internazionale per crimini contro l’umanità), uno statuto autonomo per il Kivu sia sul piano amministrativo che su quello economico, con la necessità di rinegoziare i contratti con le aziende, perlopiù cinesi, che sono attive nella zona nell’estrazione di coltan, oro, uranio e rame, oltre al solito investimento sul petrolio, rintracciato nelle vicinanze del Lago Edward, in prossimità del confine ugandese.
Dall’altro lato Kabila dovrebbe ammorbidire la sua posizione nei confronti di Nkunda rispetto a qualche settimana fa, quando affermò che il generale Tutsi non aveva alcun titolo per trattare e di come i veri colpevoli fossero Ruanda ed Uganda, le cui truppe sconfinano nel territorio con pretesti tutt’altro che attendibili. Il Ruanda afferma di voler definitivamente catturare o eliminare la minaccia delle Forze Democratiche del Ruanda, ribelli fuoriusciti di etnia hutu interhamwe, considerati responsabili del genocidio dei Tutsi nel paese nel 1994; l’Uganda mirerebbe invece a respingere altri ribelli, quelli dell’Esercito di Liberazione del Signore, guidati da Joseph Kony ed attivi nell’Ituri, regione a nord del Kivu.
In questo balletto di criminali, alla fuga di 1,5 milioni di sfollati ora si aggiunge anche il grave pericolo del colera che si sta diffondendo a macchia d’olio, soprattutto nelle città più a nord, isolate e sottoposte a continui scontri ed in alcuni casi alle azioni di terrore del CNDP (come è accaduto a Kiwanja, dove è in corso un’indagine dell’Onu per distruzioni e violenze su civili). Proprio nelle città più a Nord, il “cessate il fuoco” tanto sperato non è arrivato. Le milizie di Nkunda continuano ad attaccare Kanyabayonga e Rwindi, difese dalle milizie “partigiane” locali Mai Mai e dopo aver occupato Rutshuru ed al di fuori della città di Goma, dove trovano ancora la debole opposizione dell’esercito regolare e della missione Onu, sono ormai ad un passo dall’egemonica posizione in tutto il Nord Kivu, “…e nel frattempo continuano a tagliare collegamenti, medicine e risorse alimentari verso il Sud Kivu, dove i prezzi sono
 diventati impossibili e dove comunque solo chi ha mezzi riesce a giungere dal Nord-Kivu”, come racconta Padre Giovanni da dieci anni a Bukavu. “La verità è che Nkunda, un sedicente liberatore, è sostenuto da molti amici, a partire dal Ruanda e dalle multinazionali che operano al confine, che riescono ad esportare a costi bassissimi, sfruttando le zone impervie e lacustri, ingenti quantità di coltan, utilizzato per computer, cellulari, oltre a diamanti, oro, cassiterite e molte grandi potenze sono dalla loro parte… A meno che la strategia americana ora non cambi”, ci dice sempre il Padre Saveriano, che nella sua missione continua strenuamente a proteggere ed aiutare donne e bambini, questi ultimi sempre più a loro agio con un fucile, pronti a combattere e, se più grandi, incantati dal “coraggio” dei ribelli di Nkunda o dei Mai Mai.
È un paesaggio da guerra fredda fra poveri, con Ruanda ed Uganda  – che sono foraggiate da finanziamenti della Banca Mondiale e dell’FMI ed hanno appoggiato le grandi multinazionali perlopiù americane e francesi interessate ai minerali ed all’oro –, e l’alleanza cinese con il Congo, prima a gennaio con la promessa di un prestito di 10.000 milioni di dollari per gli investimenti governativi e poi con il grande accordo con la compagnia di stato mineraria congolese: estrazioni in cambio di 2.400 miglia di strade, 2.000 miglia di ferrovie, 32 ospedali, 145 centri di soccorso e due università… Il modello cinese invade l’Africa, alla faccia di Bretton Woods e dell’esportazione di democrazia. 


--- Mar 18/11/08, Antonella Zarantonello <antozeta at yahoo.it> ha scritto:

> Da: Antonella Zarantonello <antozeta at yahoo.it>
> Oggetto: [africa] R: [africa] R: [africa] Re: [africa] Re : [africa] Re: [africa] Una guerra Bugiarda. Le   verità scomode che nessuno osa rivelare sui massacri in   corso in RDC
> A: africa at peacelink.it
> Data: Martedì 18 novembre 2008, 12:11
> Esiste si è risorto in ciascuno di noi e sopratutto in
> quelli come Paul Rusesabagina che in Rwanda ha salvato molte
> vite rischiando la sua,e in molte altre persone come lui che
> ogni giorno stanno accanto ai popoli oppressi,  il risorto
> è in noi...Antonella
> 
> --- Mar 18/11/08, Cristina Bianchi
> <cristina.bianchi at volontariamo.it> ha scritto:
> 
> Da: Cristina Bianchi
> <cristina.bianchi at volontariamo.it>
> Oggetto: [africa] R: [africa] Re: [africa] Re : [africa]
> Re: [africa] Una guerra Bugiarda. Le verità scomode che
> nessuno osa rivelare sui massacri in corso in RDC
> A: africa at peacelink.it
> Data: Martedì 18 novembre 2008, 10:22
> 
> E invece sì che esiste ed esiste perché ci sono ancora
> persone come te che
> provano su di sé tutte le bruttezze del mondo e
> l'incapacità di
> sopportarle.
> Ma c'è qualcuno ( e non solo dio, ma anche tanti
> uomini) che hanno le
> spalle
> più grosse di noi (es. paul roussesabagina in rwanda,...)
> cristina
> 
> -----Messaggio originale-----
> Da: africa-request at peacelink.it
> [mailto:africa-request at peacelink.it] Per
> conto di Giulia Manzini
> Inviato: lunedì 17 novembre 2008 22.31
> A: africa at peacelink.it
> Cc: africa at peacelink.it
> Oggetto: [africa] Re: [africa] Re : [africa] Re: [africa]
> Una guerra
> Bugiarda. Le verità scomode che nessuno osa rivelare sui
> massacri in corso
> in RDC
> 
> Scusate se la butto su piano teologico: l'umanità è
> irredimibile 
> indipendentemente dalla esistenza o inesistenza di dio. Io
> non credo più 
> nell'umanità e se dio esistesse davvero gli
> consiglierei di non stare a 
> guardare il più temibile animale e peggiore saccheggiatore
> di tutti i tempi:
> 
> non il tirannosauro ma l'uomo. Non credo più
> nell'uomo e non  vorrei 
> trovarmi mai nei panni di dio, al quale auguro di non
> esistere per evitargli
> 
> la mostruosa storia dell'umanità intera. Scusate per
> la divagazione e per
> lo
> 
> sfogo. Giulia Manzini, Gazzetta di Modena.
> ----- Original Message ----- 
> From: "Aimé Ntumba" <aimentumba at yahoo.fr>
> To: <africa at peacelink.it>
> Sent: Monday, November 17, 2008 10:10 PM
> Subject: [africa] Re : [africa] Re: [africa] Una guerra
> Bugiarda. Le verità 
> scomode che nessuno osa rivelare sui massacri in corso in
> RDC
> 
> 
> > E se bugiarda fosse anche l'Europa che sta
> prendendo la propria
> vendetta 
> > su kabila, reo di aver firmato contratti miliardari
> con i cinesi laddove 
> > l'Europa si attendeva l'esclusività sulle
> materie prime!
> >
> > E se Kabila stesso fosse stato stato eletto tramite
> elezioni 
> > "democratiche" BUGIRADE che erano la più
> grande truffa subita
> dai 
> > congolesi dopo la secessione del Katanga e
> l'uccisione di Patrice
> Emery 
> > Lumumba!!!
> >
> > Aimé Mukaya Ntumba
> >
> >
> > --- En date de : Lun 17.11.08, risa gm
> <risagm at gmail.com> a écrit :
> >
> >> De: risa gm <risagm at gmail.com>
> >> Objet: [africa] Re: [africa] Una guerra Bugiarda.
> Le   verità scomode
> che
> 
> >> nessuno osa rivelare sui massacri in   corso in
> RDC
> >> À: africa at peacelink.it,
> chiara.castellani at peacelink.org
> >> Cc: conflitti at peacelink.it, pace at peacelink.it
> >> Date: Lundi 17 Novembre 2008, 10h50
> >> ciascuno di noi ha una responsabilità storica e
> personale :
> >>
> >> "..Allora come più manifestamente oggi è
> una guerra
> >> > economica, sicuramente strumentale agli
> interessi
> >> strategici del nord del
> >> > mondo e, come tutte le guerre, inutile e
> combattuta
> >> CONTRO i più poveri,
> >> > che ne furono le vere vittime... (vedi di
> >> seguito)"
> >>
> >> (rino sanna)
> >>
> >> ----- Original Message ----- 
> >> From: "Chiara Castellani"
> >> <chiara.castellani at peacelink.org>
> >> To: <africa at peacelink.it>
> >> Cc: <conflitti at peacelink.it>;
> >> <pace at peacelink.it>
> >> Sent: Saturday, November 15, 2008 7:31 PM
> >> Subject: [africa] Una guerra Bugiarda. Le verità
> scomode
> >> che nessuno osa rivelare sui massacri in corso in
> RDC
> >>
> >>
> >> > Una guerra Bugiarda. Le verità scomode che
> nessuno
> >> osa rivelare sui
> >> > massacri in corso in RDC
> >> > Il 5 maggio del 1997 era la volta
> dell'AFDL. Tutti
> >> a Kenge si ricordano di
> >> > come la marcia inarrestabile di Kabila e
> compagni si
> >> è improvvisamente
> >> > arrestata proprio a Kenge perché la ragion
> di Stato
> >> ha voluto che lo
> >> > scontro finale e il massacro avesse luogo ben
> lontano
> >> dalla Capitale sede
> >> > di negoziati febbrili, e forse anche ben
> lontano dagli
> >> occhi del mondo
> >> > diplomatico e dai riflettori dei media. Il
> massacro si
> >> è consumato nella
> >> > cappella Kimbangwista, a camp SAS, a Pont
> Wamba, a
> >> Tiabakweno,
> >> > nell'indifferenza delle forze in campo e
> nel
> >> silenzio complice dei media.
> >> > L'AFDL ha quindi ripreso la marcia verso
> Kinshasa
> >> quando l'ordine di chi
> >> > teneva i fili del gioco, le pedine dello
> scacco matto
> >> al dittatore
> >> > morente, è stato di nuovo ingiunto. Quando
> poche
> >> settimane fa è stato
> >> > ingiunto a Nkunda di riprendere le armi e di
> mettersi
> >> di nuovo in marcia
> >> > verso Kinshasa, la storia di 12 anni fa è
> ripresa, e
> >> se la comunità
> >> > internazionale non interviene a tempo per
> arrestare
> >> questa marcia,
> >> > l'epopea di Nkunda e dei suoi miliziani
> rischia di
> >> ripetere l'epopea di
> >> > Kabila padre e dell'AFDL nel 1996. Se non
> sappiamo
> >> raccogliere e
> >> > riscoprire nella sua immutata attualità la
> denuncia
> >> formulata allora da
> >> > Mons. Munzihirwa, che venne ucciso nel 1996
> proprio
> >> per aver identificato
> >> > i veri mandanti internazionali di quella
> >> "balcanizzazione" del Congo che
> >> > si voleva allora far passare come una
> "guerra di
> >> liberazione" da un
> >> > dittatore malato di cancro terminale, saremo
> >> condannati a rivivere quei
> >> > massacri di 12 anni fa. Allora come più
> >> manifestatamente oggi è una guerra
> >> > economica, sicuramente strumentale agli
> interessi
> >> strategici del nord del
> >> > mondo e, come tutte le guerre, inutile e
> combattuta
> >> CONTRO i più poveri,
> >> > che ne furono le vere vittime. Dopo
> l'assassinio
> >> di Mons. Munzihirwa,
> >> > durante più di un decennio, il punto di
> vista dei
> >> congolesi sulla vendetta
> >> > di Kagamé per il "genocidio Tutsi"
> a spese
> >> delle popolazioni inermi del
> >> > confine è stato messo a tacere, perché era
> una
> >> verità scomoda per chi
> >> > sosteneva Kagamé e per le multinazionali che
> >> profittavano della guerra per
> >> > vendere armi in cambio di materie prime.
> Complice
> >> questo silenzio imposto,
> >> > le milizie di Laurent Nkunda armate da
> Kagamé e dal
> >> nord del mondo
> >> > proseguono indisturbate la loro azione
> militare, oggi
> >> contro Goma, domani
> >> > forse contro Kinshasa. E' la storia di
> una guerra
> >> infinita che si raccende
> >> > in fuochi devastanti su braci mai
> definitivamente
> >> spente. Perché troppi
> >> > burattinai del nord ricco continuano a
> soffiarci
> >> sopra.
> >> > La guerra si è di nuovo accesa nel
> "cuore delle
> >> tenebre" laddove i
> >> > microfoni e le telecamere non giungeranno
> mai. Laddove
> >> l'ignoranza o il
> >> > silenzio complice hanno permesso la morte in
> 10 anni
> >> di 5 milioni di
> >> > civili, di cui almeno 400.000 uccisi da colpi
> di arma
> >> da fuoco, gli altri
> >> > sterminati dalla fame e dalle epidemie
> dilaganti nei
> >> campi rifugiati o
> >> > nelle foreste dove le milizie armate delle
> differenti
> >> fazioni in campo
> >> > continuavano a respingerli. Secondo le cifre
> >> dell'International Rescue
> >> > Committee, l'ONG americana che ha cercato
> di
> >> quantificare l'eccesso di
> >> > morti nella regione, la guerra che martirizza
> le
> >> popolazione dell'Est
> >> > della Repubblica Democratica del Congo fin
> dal '96
> >> è il conflitto in
> >> > assoluto più sanguinoso in termini di vite
> umane di
> >> civili dopo la seconda
> >> > guerra mondiale. La guerra del Congo è un
> lento
> >> genocidio, un massacro a
> >> > "bassa intensità", che lascerà
> cicatrici
> >> profonde nella memoria storica
> >> > delle popolazioni dei Grandi Laghi. Ben
> presto lo
> >> vedremo inquadrato nella
> >> > lettura strumentale dell'Africa come il
> continente
> >> nero violento e
> >> > selvaggio. Una semplificazione che impedirà
> di
> >> leggere la complessità del
> >> > conflitto e delle forze in campo. me, dove il
> mercato
> >> illegale di armi ha
> >> > moltiplicato il milizie e i pretesti per la
> violenza
> >> contro il popolazioni
> >> > inermi. Per chi ha il coraggio di aprire gli
> occhi e
> >> di prestare ascolto
> >> > alle testimonianze terribili nella loro
> semplicità
> >> delle vittime, dei
> >> > rifugiati, si riceve la tragica certezza di
> trovarsi
> >> invece di fronte a
> >> > una guerra di saccheggio, mascherata dietro
> il
> >> pretesto della vendetta
> >> > etnica del popolo Tutsi. E più di una
> potenza
> >> straniera mantiene il caos a
> >> > proposito con il silenzio, l'omertà, il
> menzogne,
> >> il commercio d'armi in
> >> > cambio di quel coltan così prezioso per i
> telefonini
> >> portatili e i
> >> > microprocessori.
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