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Newsletter Anno 5, n. 7 -18 aprile 2007
- Subject: Newsletter Anno 5, n. 7 -18 aprile 2007
- From: "Circolo Africa - Ancona" <segreteria at circoloafrica.org>
- Date: Thu, 19 Apr 2007 18:52:09 +0200
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NEWSLETTER DEL CENTRO DI DOCUMENTAZIONE E RICERCA PER LA CITTADINANZA ATTIVA Anno 5, n. 7 - 18 Aprile 2007 A cura di Gabriele Sospiro Con la collaborazione di: Olivier Gbezera (OG) Gabriele Sospiro (GS) Paolo Sospiro (PS) Lena Alex (LA) Radost Peeva (RP) Silvia Sorana (SS) ************************************************************* INDICE 1. FESTIVAL DEL CINEMA AFRICANO E MILANO CENTRALE 2. MIA ESPERIENZA DELLO SCAMBIO 3. CONCORSO FOTOGRAGFICO 4. FESTA DELL'EUROPA 5. SVE NELL TERZO MONDO 6. GLI EFFETTI DI DIVIETO DI FUMARE 7. ELEZIONI PRESIDENZIALI IN FRANCIA: IL TEMA DELL'IMMIGRAZIONE 8. FESTA DEI POPOLI 2007 9. LA PROVINCIA DI ANCONA E LE PROSSIME ELEZIONI **************************************************** 1. FESTIVAL DEL CINEMA AFRICANO E MILANO CENTRALE **************************************************** Festival del Cinema Africano ad Ancona La sesta edizione del Festival di Cinema Africano di Ancona si è svolta da poco, e anche quest’anno abbiamo provato a far scoprire i diversi aspetti del cinema di quel continente. Anzi, vista la diversità di genere, sembra giunta l’ora di parlare dei diversi “cinema” africani. Cosi siamo passati dalla serietà del classico “Tilaï” di Idrissa Ouedraogo, Gran Premio della Giuria a Cannes nel 1990 che tratta dello scontro tra tradizioni e sentimenti, all’umorismo di “André”, che rompe tutti i cliché di quello che dovrebbe essere un film africano. È un film che tratta dell’Africa, degli africani, girato in Africa o da africani? Che tratta di politica, tradizioni o difficoltà? E, tra l’altro, cos’è africano, chi è Africano? Ari Kruger e Daniel Zimbler del Sudafrica fanno a meno di queste domande per concentrarsi sullo sfortunato André ed i suoi sogni di celebrità. Dal Maghreb ci sono arrivati “Rome plutôt que vous” di Tariq Teguia, sconcertante storia della speranza di un’altrove cosi distante che non compare mai. “Le rendez-vous” di Sarra Abidi tratta di un’altra disillusione, ossia dell’amore ingannatore che si trasforma in un’inquietante passeggiata nella Tunis notturna. “La pelote de laine” di Fatma Zohra Zamoun tratta della difficile vita quotidiana di una donna immigrata in un’anonimo appartamento francese, che tuttavia trova, oltre le parole, un modo di comunicare e di sperare in giorni migliori. Dall’Etiopia, abbiamo avuto la fortuna di proiettare “Menged” di Daniel Taye Workou, vincitore del Premio del Miglior Cortometraggio a Milano, divertente adattamento di una favola etiope che il regista riesce a confrontarre in modo ironico con il mondo ambiguo della cooperazione. Infine, “Milano Centrale” di Alan Maglio, viaggio senza pretese in uno spazio di passagio trasformato in luogo di vita da una popolazione diversa, complessa e che chiede poco di piu che farsi sentire. Cosi abbiamo provato a dare diversi punti di vista su un tema che ci interessa, sperando che la diversità di generi, di provenienze e di tematiche siano riuscite a trasmettere la complessità, spesso trascurata, dell’Africa di oggi. “Milano Centrale”(Alan Maglio) Nel suo primo film, il fotografo Alan Maglio ci mostra un luogo di cattiva riputazione, visibile da molti, ma conosciuto da pochi. Si tratta di “Milano Centrale”, che il giovane regista milanese ci mostra, ci presenta, senza mai aggiungere il suo parere, anzi, lasciando la telecamera riprendere i protagonisti mentre assumono ruoli, finché non tornino improvvisamente alla quotidianità. Questa quotidianità che pochi provano a capire, vedendo spesso quelli che circondano la stazione solo come immigrati, africani, neri, clandestini o ladri, e quasi mai come donne e uomini, giovani ed anziani, con storie, belle o tristi, con lavori, legali o in nero, che ridono e piangono, fieri del paese di origine quanto contenti di vivere in Italia. Un approccio nuovo, originale, senza morale, con l’unico scopo di dare una testimonianza, per quanto piccola, sulla realtà di donne e uomini che il regista conosce da anni e che hanno colto l’opportunità di fare sentire la loro voce, di farsi vedere come sono, cioè come tanti altri. Presente ad Ancona, Alan Maglio ci ha rilevato la sua intenzione di proseguire in questa via, mettendo sotto la luce quelli che alcuni pensano poter conoscere, e giudicare, attraverso i telegiornali e qualche articolo. Un approccio che prova ad andare oltre sia la diffidenza sia il buonismo, per finalmente raggiungere una relazione onesta tra uomini e donne diversi che lavorano e vivono insieme e che sono fermamente intenzionati a costruire insieme una nuova società cosciente dei cambiamenti già avviati da tempo. Si consiglia di visitare il sito del regista e magari richiedere una copia del documentario inviando una mail. Per maggiori informazioni : www.alanmaglio.com Ancona African Movie Festival The sixth edition of the Ancona African Movie Festival took place last week, and, much as the previous years, we tried to offer the opportunity to discover various aspects of African movies. Actually, given the diversity of today’s production on the continent, maybe is it time to move on from the restrictive “African movie” etiquette. Starting with Idrissa Ouedraogo’s classic “Tilaï”, 1990 Grand Prix of the Jury in Cannes, whose subject is the confrontation between tradition and feelings, we closed the festival with “André”, who goes beyond all clichés of what an “African movie” should be. Should it be a movie whose subject is Africa, Africans, made in Africa or by Africans? Whose subject is tradition, politics, or difficulties? And, by the way, what/who is African? Ari Kruger and Daniel Zimbler form South Africa couldn’t care less, as they focus on André’s bad luck in his quest to stardom. From the Maghreb came “Rome plutôt que vous”, by Tariq Teguia, an unsettling search for an elsewhere so elusive it hardly ever appears. “Le rendez-vous” by Sarra Abidi is the story of another disillusion, that of a delusive love that turns into a worrying walk into Tunis’ night life. Fatma Zohra Zamoun covers the daily hardships of an immigrated woman in an anonymous French apartment in “La pelote de laine”, who somehow finds a way beyond words to communicate and hope for better days. We then had the pleasure of screening Daniel Taye Workou’s “Menged”, winner of the Best Short Film prize in Milan, a humoristic adaptation of an Ethiopian fairy tale that the director finds a way to ironically confront with the ambiguities of cooperation policies. Last but not least, “Milano Centrale” by Alan Maglio is an unpretentious journey in a transit area transformed into a space lived and enjoyed by a diverse and complex population, who doesn’t ask for much more than a listening ear (more on this movie in the next article). Hopefully we were successful in displaying various points of view on an issue that concerns us, using the diversity of genres, provenance, and thematic to relay the complexity, often overlooked, of today’s Africa. “Milano Centrale” (Alan Maglio) In his first movie, photographer Alan Maglio shows us a place with a bad reputation, visible to many but known by few. In “Milano Centrale”, the young movie director shows us, presents us the city’s main train station, or rather lets the camera record its outskirts as protagonists take on roles, before suddenly turning back to everyday life. That very everyday life that few try to understand, seeing those around the station only as immigrants, legal or not, Africans, blacks, robbers, while hardly ever considering them as men and women, young or old, with stories, happy and sad, with jobs, legal or not, who laugh and cry, who are proud of their home country and just as happy to be in Italy. A new approach, original, without moral pushed down your throat, whose only goal is to give a testimony, how small it may be, of the realities of women and men that the director has known for years and who seized the opportunity to express themselves and show how they are, like so many others. In attendance in Ancona, Alan Maglio expressed his hope to continue working in this direction, shedding light on those that some think they can know, and judge, by watching the news or reading a couple of articles. An approach that tries to go beyond distrust as much as much as goodism, to finally reach an honest relationship between different men and women that have to interact together, to work together, live together and built a new society fully conscious of the changes long initiated. For more information: www.alanmaglio.com Olivier Gbezera ************************************************* 2. MIA ESPERIENZA DELLO SCAMBIO ************************************************* As my 6th month of my EVS has already started, I had the chance to take part in another fabulous Youth Exchange experience, here in Ancona. As my previous experience in past youth exchanges, I met great, enthusiastic and motivated young people. The most fascinating part of the project was the fast and excellent integration of the participants. Even though coming from very different parts of Europe, the young people managed to create a great working environment together and at the same time to enjoy their free time effortlessly. The integration was natural. It was surprising to realise that they didn’t have to work hard to become closer, it was a smooth and easy process, from which many good friendships were born. I believe that the integration of Europe is in the stake of the opinions of young people, such as these ones. What I saw was openness, friendliness and tolerance, the things that were missing were scepticism, ignorance and prejudices. This made me believe that our cause for the integration of the European nations through the European Union is to give birth to a new generation of free, open and tolerant individuals. This gives us hope to believe that we can have a future as Europeans and a future free of fear, relying on the young people to continue their integration and to discover their similarities and not to contemplate on their differences. Come la mia esperienza precedente che avevo in altri scambi giovanile passati, ho incontrato tante giovane appassionate, entusiastiche e motivati. Durante il mese 6 del mio SVE già ha iniziato, ho avuto l’opportunità di partecipare in nuovo Scambio giovanile meraviglioso, qua in Ancona. L’integrazione era genuina. Stava sorpresendo di trovare che sono non hanno dovuto lavorare duro per diventare più vicino, era un processo facile e liscio da cui tante amicizie sono state sopportate. La parte più affascinante del progetto era il integrazione veloce ed eccellente dei partecipanti. Anche se vengono dalle parte molto diverse di Europa, i giovani sono riusciti a creare una atmosfera buonissima di lavoro insieme e anche sono riusciti di divertire senza pensiero. Io credo che l’integrazione dell’Europa è nell’opinione dei giovanile, come questi. Ho visto socievole, cortesia, affettuosità, le cose che mancavano era ascetismo, ignoranza e pregiudizio. Questo mi fatto credere che nostra causa per l’integrazione delle Nazione Europei mediante l’Unione Europea è per dare nascita a un nuova generazione del popoli liberi, aperti e tolleranti. Questo darci fiducia che noi possiamo avere un futuro libero, senza paura come Europei uniti, contiamo sui giovanile per continuare loro integrazione e scoprire loro somiglianti e non contemplare sul sui differenzi. Radost Peeva ************************************************************************ 3. CONCORSO FOTOGRAGFICO ************************************************************************ Stiamo organizzando la festa dell’Europa che si terrà il 9 maggio 2007, in occasione dell’anniversario del Trattato di Roma del 1957. Si prevede un seminario nel quale si discuteranno le opportunità offerte dall’Unione Europea ai giovani ed il percorso effettuato dall’Unione nell’arco di questi 50 anni. Poi è prevista una serata con aperitivo e concerto. Invitiamo tutti voi a partecipare alla preparazione di questo evento inviandoci foto che possano descrivere, secondo voi, l'europa e il processo di integrazione dell'UE dal punto di vista dei giovani. Nell'occasione si intende premiare la migliore foto o foto collage con un viaggio per due persone in una capitale europea per tre giorni e due notti. REGOLE per partecipare al concorso fotografico: si possono inviare al massimo 3 fotografie o foto collage a persona in forma digitale a : evs at circoloafrica.org con oggetto: Immagini a l'Europa Date un titolo a ogni foto scadenza : 20. Aprile Il premio: due notte/tre giorni in un capitale di Europa x due persone. ************************************* 4. FESTA DELL'EUROPA ************************************* PROGRAMMA 17.30 Seminario: Presentazione della Storia europea e del processo dell 'integrazione della Unione Europea dal titolo “ I giovani e l'Europa a 50° anni dal trattato di Roma" Presentazione de i risultati dello Youth Summit Ancona e Roma Presentazione Programmi europei per i giovani Presentazione esperienze dei giovani Discussione aperta 19.30 Mostra fotografica con Aperitivo: Presentazione delle foto del concorso fotografico Premiazione del vincitore del concorso 20.30 Concerto 22.00 Party Vj e Dj presso il Thermos Via San Martino 10 organizzato dal Circolo Culturale Africa per maggiori informazioni contattateci: Vicolo S. Spiridione 5/a 60100 Ancona Tel./Fax: 071 20 72 585 evs at circoloafrica.org www.circoloafrica.eu ************************************************** 5. SVE NELL TERZO MONDO ************************************************** Il nuova programma di Gioventù offra cooperazione con “altri paesi partner nel mondo”. Questa azione mira a sostenere progetti che promuovono la cooperazione tra i paesi partecipanti al programma (Paesi di UE, Sud Est Europa e dal Est Europa) e tutti altri paesi del mondo con confinanti con l’Unione europea (paesi dal EuroMed). Obiettivi di questa cooperazione nel campo del lavoro giovanile e della politica della gioventù sono: Scambi di esperienze e di buone pratiche nel campo della gioventù e dell’istruzione non formale; Sostegno alla formazione e allo sviluppo di organizzazioni giovanili e di singoli che operano nel campo dell’istruzione dei giovani e dell’istruzione non formale; Sviluppo/rafforzamento di partnership e di reti fra organizzazioni giovanili; Sostegno alla cooperazione tematica in campo giovanile tramite scambi multilaterali e bilaterali. La priorità di Unione ai progetti che coinvolgono i paesi dell’America Latina, dell’Africa, dei Carabi e del Pacifico e dell’Asia. Le candidature ammissibili vengono esaminate sulla base dei criteri di ammissibilità e di assegnazione fissati negli inviti a presentare proposte. Le priorità tematiche e/o regionali saranno fissate annualmente attraverso gli inviti a presentare proposte. I meccanismi di sovvenzione e le regole di finanziamento verranno definiti nel testo dell’invito a presentare proposte. I beneficiari vengono selezionati sulla base degli inviti a presentare proposte annuali. Per ulteriori informazioni sui moduli di candidatura e sui termini, consultare il sito web della Commissione o rivolgersi all’Agenzia esecutiva istruzione, mezzi audiovisivi e cultura a Bruxelles. Per il “ Youth in Action programme guide”: http://ec.europa.eu/youth/yia/index_en.html#guide ******************************************** 6. GLI EFFETTI DI DIVIETO DI FUMARE ******************************************** L’esposizione al fumo di tabacco presente negli ambienti è evidente con il nuovo divieto di fumare in Galles, Regno Unito. L’azione coordinata per “Europa senza fumo” è una delle priorità della politica di UE in tutti paesi membri con suo motivazione limitare “fumo passivo” e diminuire morbosità e mortalità causata di fumo. Tuttavia, oltre a effetti positive ovvi che sono presenti da divieto di fumare attualmente e per il futuro sulla società, cosa è il costo economico? Galles sta unendo nel circolo dei paesi, Irlanda, Italia, Malta, Scozia, Svezia, che già sono adottati il imposto completato sul fumo nei ambienti pubblici. I dati provenienti da alcuni Stati membri da sopra e altri paesi permettono di affermare che l’esposizione al fumo passivo genera costi privati e sociali enormi, ma il costo per l’Unione europea deve ancora essere stimato. I costi diretti connessi all’aumento della spesa sanitaria dovuto alle malattie causate dal fumo e i costi indiretti derivanti dalle perdite di produttività e di entrate fiscali e contributive conseguenti all’uscita dalla popolazione attiva di fumatori e vittime del fumo passivo. Il costo economico è particolarmente elevato per i datori di lavoro; vi concorrono la minore produttività dei lavoratori dovuta alle “pausa sigaretta” e all’aumento delle assenze per malattia, i danni degli incendi provocati da sigarette, i costi supplementari di pulizia e manutenzione connessi al fumo. A lungo termine, il miglioramento della salute derivante da provvedimenti intesi a limitare il fumo potrebbe avere effetti economici rilevanti. Secondo le valutazioni d’impatto effettuate dal governo britannico, i benefici netti a lungo termine di un’efficace normativa antifumo sarebbero compresi tra 1.714 e 2.116 miliardi di sterline all’anno. In Scozia, Galles e Irlanda del Nord i benefici netti dei divieti di fumo ammonterebbero, rispettivamente, a 4.387 e 2.096 miliardi di sterline su un periodo di 30 anni e a 1.101 miliardi di sterline su un periodo di 20 anni. Poiché i provvedimenti antifumo indurranno alcuni fumatori a smettere di fumare o a fumare meno, l’industria del tabacco potrebbe subire una diminuzione dei profitti e, di conseguenza, potrebbe aversi in questo settore una perdita di posti di lavoro. Questo settore, tuttavia, concorre per una quota relativamente modesta all’occupazione totale dell’UE. Nel 2000 gli addetti del settore (coltivazione del tabacco, trasformazione e fabbricazione) rappresentavano lo 0.13% del totale degli occupati dell’EU-15. Inoltre, il denaro attualmente destinato al tabacco sarà probabilmente speso per altri beni e servizi, e questo contribuirà a creare occupazione in altri settori. Una minore spesa per il tabacco significherà anche per gli Stati membri una diminuzione del gettito delle imposte (accise e IVA) gravanti sulle sigarette. È da notare, tuttavia, che nella maggior parte dei paesi UE il gettito di queste imposte, per quanto cospicuo, rappresenta una quota relativamente esigua del gettito fiscale complessivo. Le eccezioni sono la Repubblica ceca, la Polonia e la Grecia, paesi in cui nel 1999 le imposte sulle sigarette rappresentavano rispettivamente il 6, 7 e 9% del gettito fiscale dello Stato. Il divieto di fumare comporterebbe, oltre a una riduzione dei costi sociali del fumo, un aumento del reddito disponibile delle famiglie di fumatori e l’incremento del gettito dell’IVA risultante dagli investimenti e dalle spese che tali famiglie potrebbero effettuare impiegando il reddito supplementare compenserebbe in parte i minori introiti. È da prevedere un calo di produttività per i fumatori che attualmente possono fumare sul luogo di lavoro e che continueranno a fumare, recandosi all’esterno degli edifici per la “pausa sigaretta”. (RP) ********************************************************************** 7. ELEZIONI PRESIDENZIALI IN FRANCIA: IL TEMA DELL'IMMIGRAZIONE ********************************************************************** Il modo in cui il tema dell’immigrazione è stato affrontato nella campagna presidenziale del 2007 è molto interessante e probabilmente rivelatore della mancanza di coraggio dei politici francesi. Tra i principali candidati è possibile rintracciare tre posizioni rispetto al tema dell’immigrazione. La prima è sicuramente quella di Nicolas Sarkozy (Union pour le Mouvement Populaire). La sua proposta di istituire un ministero dell’immigrazione e dell’identità nazionale rappresenta un buon riassunto della sua posizione rispetto al tema, ed è apparsa in seguito ad una serie di misure restrittive sui diritti degli immigrati e sulla loro possibilità d’integrazione. Se queste posizioni corrispondono probabilmente, per Sarkozy, ad una sincera preoccupazione per preservare la coesione sociale, nascondono anche alcuni calcoli: parlare chiaramente su un soggetto così delicato significa non lasciare spazio a Jean-Marie Le Pen (Front National), andare nella direzione del buon senso popolare. Un seconda posizione è quella adottata da François Bayrou (Union pour la Democratie Française) e da Ségolène Royal (Parti Socialiste): una posizione più sfumata, con una maggiore volontà di rispettare i diritti degli immigrati. Ristabilire la regola dei 10 anni per la regolarizzazione e regolamentare alcune categorie di clandestini (secondo determinati criteri), il rifiuto della nozione d’immigrazione “scelta”, la creazione di un visto di andata e ritorno che si adatti alle necessità del mondo del lavoro. I due candidati propongono la realizzazione di un cooperazione all sviluppo con i paesi del Sud, rimanendo tuttavia molto vaghi sul tema. Insomma, due posizioni prudenti, quelle di uno status quo dalle sembianze più umane. Infine i Verdi e la Ligue Comuniste Révolutionnaire (LCR) propongono un terzo approccio al tema. Due idee strutturano le loro proposte. La prima è l’affermazione dei diritti degli immigrati: regolarizzazione di tutti i clandestini, ratifica della Convenzione dei Diritti dei Migranti, diritto di cittadinanza (e dunque diritto di voto) per tutti i residenti, affermazione del diritto di vivere in famiglia e rifiuto delle quote di immigrazione. La seconda è una gestione globale della questione migratoria: annullamento del debito ai paesi del Sud, riforma delle regole del commercio internazionale e politiche di cooperazione allo sviluppo. Dopo il 22 aprile 2007 sapremo quale modello i francesi hanno scelto per rispondere alle numerose questioni poste dall’immigrazione. Présidentielle en France: l’immigration La manière dont le thème de l’immigration est abordé dans la campagne présidentielle 2007 est intéressante, probablement révélatrice du manque de courage des politiques. Parmi les candidats, on peut ainsi dégager trois postures face au thème de l’immigration. La première est celle de Nicolas Sarkozy (Union pour le Mouvement Populaire). Sa proposition de ministère de l’immigration et de l’identité nationale est un bon résumé de sa position sur le sujet, et elle fait suite à une série de mesures restrictives sur les droits des immigrés et sur leurs possibilités d’intégration. Si ces positions correspondent probablement, pour Sarkozy à un souci sincère de préserver la cohésion de la société, elles répondent aussi à plusieurs calculs : parler vrai sur un sujet sensible, ne pas laisser de place à Jean-Marie Le Pen (Front National), aller dans le sens du bon sens populaire. La première est celle de Nicolas Sarkozy. Sa proposition de ministère de l’immigration et de l’identité nationale est un bon résumé de sa position sur le sujet. Elle fait suite à une série de mesures restrictives sur les droits des immigrés et sur leurs possibilités d’intégration. Si ces positions correspondent probablement pour Sarkozy, à un souci sincère de préserver la cohésion de la société, elles répondent aussi à plusieurs calculs : parler vrai sur un sujet sensible, ne pas laisser de place à Le Pen, aller dans le sens du bon sens populaire. Une deuxième posture est celle adoptée par François Bayrou (Union pour la Démocratie Française) et par Ségolène Royal (Parti Socialiste) : une position plus nuancée, avec la volonté de mieux respecter les droits des immigrés. Rétablissement de la règle de 10 ans pour la régularisation et régularisation de certains sans papiers (selon critères), refus de la notion d’immigration “choisie”, instauration de visas aller-retour adaptés aux réalités du monde du travail. Les deux candidats évoquent également la nécessité d’un co-développement avec les pays du Sud, en restant toutefois assez allusifs sur le sujet. En somme, deux positions prudentes, celles d’un statu quo à visage plus humain. Enfin, les Verts et la Ligue Communiste révolutionnaire (LCR) proposent un troisième type de positionnement sur le sujet. Deux idées essentielles structurent leurs propositions . La première est l’affirmation des droits des immigrés : régularisation de tous les sans papiers, ratification de la Convention Internationale des Droits des Migrants, droit à la citoyenneté (et donc droit de vote) pour tous les résidents, application du droit de vivre en famille et refus des quotas d’immigration. La deuxième est une gestion globale de la question migratoire: annulation de la dette des pays du Sud, réforme des règles du commerce international, politique de co-développement. La LCR propose également le remboursement de la dette écologique (en lien avec les dégâts environnementaux issus de la colonisation). Aprés le 22 avril 2007 nous saurons quel modèle les français ont choisi pour repondre aux nombreuses questions posées par l’immigration. (SS) ********************************************** 8. FESTA DEI POPOLI ********************************************** Le riunione per la preparazione e programmazione per la 19°edizione della festa dei popoli sono iniziate. Quest’anno si svolgerà dal 12 al 14 Luglio come tutti gli anni presso il Forte Altavilla di Pietralacroce di Ancona. Invitiamo tutti quelli che vogliono darci una mano a organizzare la festa a chiederci come partecipare all'organizzazione della prossima festa. (LA) ****************************************** 9. LA PROVINCIA DI ANCONA E LE PROSSIME ELEZIONI ****************************************** Partiamo da alcuni dati. Sappiamo che i dati sono da utilizzare con cautela, dicono alcune verità ma ne nascondono molte altre e soprattutto, molto spesso, non ne abbiamo a sufficienza per fare un’analisi approfondita. Vale a dire ci manca sempre un dato o meglio vorremmo sempre qualche dato in più perché il risultato dell’analisi fosse migliore. Tuttavia ciò è quello che abbiamo e dunque non ci resta che farne buon uso. Prendo spunto da una ricerca pubblicata più di un anno fa e alla quale il Comune di Ancona ha dato importanza citandone alcuni risultati nella propria newsletter. Il 3° rapporto sullo stato delle città italiane intitolato “Municipium: le città italiane in movimento” prodotto dal Censis-Rur, stila una classifica che è frutto di un’analisi di numerose variabili. Ancona si inserisce tra le città dello sviluppo, i falchi, insieme a Bergamo, Brescia, Vicenza, Padova, Parma. Insomma insieme al gotha delle province del Made in Italy ed in particolare con il nuovo polo dello sviluppo, il cosiddetto NEC (Nord-Est-Centro). La locomotiva produttiva dell’Italia degli ultimi quindici anni. I falchi in tutto sono 25 città suddivise per la loro componente demografica. Nelle altre sezioni, B2, si trovano Varese, Como, Pavia, Mantova, Bolzano, Trento, Treviso, Udine, Pisa, Siena e Macerata. Infine, nella B3, Aosta, Cuneo, Verbania, Biella, Lecco, Sondrio, Belluno e Pordenone. Queste città sono caratterizzate dal fatto che sono medie rispetto alla popolazione, un tessuto produttivo vario ed articolato ed altre caratteristiche che ne fanno motivo di grande attrattività. Inoltre, la più alta quota di unità locali totale per 1000 abitanti. Più elevata presenza di addetti in ciascun settore, con una elevata presenza di professionisti e nel settore della knowledge economy. Forte consistenza dei depositi bancari e degli sportelli bancari. Basso tasso di disoccupazione. Alta e consolidata vocazione culturale e del volontariato e alta concentrazione di strutture sanitarie, pubbliche e private. Analizzando le diverse variabili si scopre tuttavia che Ancona è al 41 posto su 103, totale province italiane, come consistenza residenziale con 101.545 abitanti, in decremento, e che solo il 16% di essa è rappresentata da giovani tra i 15 – 29 mentre oltre il 23% è al di sopra dei 65 anni. Tale risultato fa scivolare Ancona al 53 esimo posto della classifica. Insomma, una città che sta invecchiando, come tutta l’Italia, ma se appunto facciamo un’analisi per popolazione e successivamente per struttura Ancona perde 10 posizioni. Il tasso di disoccupazione è per la verità molto basso, 4,7; ma ha una bassa percentuale di persone occupate, solo il 46%. Tale dato è indicativo della scarsa partecipazione al mondo del lavoro di oltre la metà della popolazione in età lavorativa. Questo è un problema italiano, tra l’altro in contrasto con l’agenda di Lisbona dell’Unione Europea che intende elevare la partecipazione al mondo del lavoro degli europei fino al 70% della popolazione lavorativa entro il 2010. Anche in questo caso, Ancona si stabilizza al di sopra della sua posizione originaria, 43 esima posizione, con la 49 esima. La raccolta bancaria vede Ancona al 65 esimo posto, dopo Macerata e Pesaro e solo davanti ad Ascoli Piceno, 66 esima. Per quanto riguarda la vitalità economica Ancona si posiziona al 69° con 82 imprese attive ogni 1000 abitanti e soprattutto al 53° posto con 1,9 imprese per 1000 abitanti nella knowledge economy cioè le imprese che fanno ricerca & sviluppo, informatica o telecomunicazioni. Aggiungo che questa speciale classifica indica la propensione all’investimento ed alla ricerca e di conseguenza, da una parte, lo stato di salute dell’economia ma soprattutto, dall’altra, le sue prospettive. Insomma il trend nei prossimi anni. Si rileva che Ancona è la prima città delle Marche, appunto alla 53 esima posizione con Pesaro alla 57 esima, Ascoli Piceno, alla 74 esima, e Macerata, addirittura alla 89 esima. Segno che il mondo economico marchigiano lavora tanto. Cresce, un pochino meno ma soprattutto non investe a sufficienza. I motivi sono diversi e non è questo il momento ed il luogo di approfondire. Tuttavia, la conclusione è immediata: le prospettive non saranno quanto meno eccellenti. Due sono le considerazioni da fare in questo che è un punto cruciale dell’analisi RUR. La prima è che Ancona si posiziona al 54° posto nonostante la presenza di facoltà pseudo-scientifiche, tanto da cambiare il nome dell’Università di Ancona in Università Politecnica delle Marche, con facoltà di Ingegneria, Biologia marina, Agraria, Medicina ed Economia. Un secondo punto invece è cosa succede nel resto di Italia? Sempre prendendo in considerazione le variabili innovazione e sviluppo, si nota che in questa speciale classifica, ripeto indicativa circa il prossimo futuro, numerose sono le città del sud. Fra le prime quindici Napoli, Palermo, Cagliari, Bari, e Catania. Tra le prime trenta Sassari, Salerno, Pescara, Messina e Latina. E soprattutto prima di Ancona Reggio Calabria, Taranto, Cosenza, Siracusa, Lecce, Catanzaro e Caserta. Insomma, da una parte un sud che cresce e dall’altra il mondo economico e quindi del benessere marchigiano che arretra. Tutto ciò contrasta con la rendita del mercato immobiliare dove Ancona, 28 esima, e soprattutto Pesaro, 26 esima, figurano tra le prime trenta. Ben distanti quindi dalle loro posizioni abituali, tra 45 e 60. Rimangono all’interno della media Macerata ed Ascoli Piceno. Il fatto che la rendita sia il settore nel quale Ancona e Pesaro riescono ad eccellere non è sicuramente un dato positivo perché disincentiva gli investimenti e soprattutto allontana dalla regione tutti coloro che intendono stabilirvisi per apportare nuove idee ed attività. Ricordo come l’ex-sindaco Galeazzi apprezzasse ed enfatizzasse il fatto che i valori delle unità immobiliari durante i suoi due mandati fossero cresciuti, sinonimo di benessere. Ciò era vero a metà anni novanta, un pochino meno a fine ed inizio secolo. Ora probabilmente rischia, come dire, di soffocarne la crescita e lo sviluppo. Cosa significa tutto questo? Da alcuni anni l’Unione Europea ha sposato un approccio diverso alla protezione dei suoi cittadini e delle proprie imprese cioè attraverso l’abbassamento delle barriere doganali e innalzamento di barriere all’entrata basato su criteri fondati sulla qualità del prodotto. Cosa significa? Oggi, per vendere in Europa le imprese devono rispettare alcuni vincoli. Per fare un esempio che tutti possono comprendere. In quindici anni nel settore automobilistico si è iniziato a vietare la produzione di auto alimentate con la cosiddetta benzina rossa, successivamente si è passati alla vendita di auto che rispettassero la direttiva comunitaria cosiddetta euro 1, poi euro 2; fino a giungere oggi ad euro 4. Nel frattempo l’Unione Europea e gli Stati membri hanno aumentato i controlli alle auto che non rispettano tali direttive ed in alcuni casi limitandone la circolazione o addirittura vietandola. Questo approccio è valso e vale per l’auto come per il settore dei giocattoli per bambini, per l’alimentazione, per il mobile e così via. Quali sono le linee direttrici che l’Unione Europea segue nel redigere le direttive comunitarie, in questo ambito? Se seguisse quello della protezione delle proprie imprese e lavoratori tout court, come molti auspicano, ciò premierebbe nel breve ma ci farebbe perdere nel medio e lungo periodo. Tra l’altro creerebbe non pochi problemi all’Unione nelle sedi internazionali. Invece l’Unione Europea persegue da sempre, grazie ad alcuni paesi, in particolare quelli scandinavi e del nord Europa, quello della qualità della vita dei propri cittadini, residenti e consumatori. Insomma per sintetizzare maggiore protezione ambientale e della vita umana. Quali sono i risultati di questa politica? Il primo è sicuramente a carico delle imprese europee che sono costrette a mantenersi al passo con le direttive comunitarie visto che il loro territorio o mercato naturale è appunto quello europeo, costringendole ad investire nella ricerca per innovare i propri prodotti da immettere in un mercato sempre all’avanguardia. Tale svantaggio si traduce però nella produzione di prodotti di maggiore qualità che permettono alle stesse di essere all’avanguardia anche a livello mondiale. Inoltre costringe le imprese extra-europee ad adeguarsi o ad uscire dal mercato europeo. Ecco qui la prima barriera che l’Unione pone tra i propri consumatori e le imprese extra-europee; tutelando, allo stesso tempo, le imprese ed i consumatori europei che possono continuare a scegliere ed acquistare i migliori prodotti in circolazione al mondo. Inoltre, permette ai lavoratori europei l’innalzamento del proprio reddito e della qualità del loro lavoro, riducendo di conseguenza il rischio della perdita del proprio posto di lavoro. Ciò, nel lungo periodo aumenta l’autostima dei lavoratori europei. Un terzo aspetto è quello del miglioramento della qualità ambientale del territorio e della vita dei cittadini, residenti e consumatori in Europa. Quarto, costringe i produttori extra-europei e gli altri paesi ad adeguarsi a standard di vita e di protezione ambientale superiori anche alla loro condizione odierna di sviluppo, culturale e capacità produttiva. Dall’altra parte, l’Unione Europea non lascia, come molti sostengono, i propri cittadini e imprese soli in balia del mercato, della concorrenza e dell’avidità delle imprese stesse. Garantisce finanziamenti alle imprese per la ricerca e lo sviluppo; alle associazioni dei consumatori i fondi per svolgere indagini e promuovere la propria attività di controllo sulle imprese. Inoltre, lo stanziamento di fondi per migliorare la preparazione formale ed informale dei propri lavoratori e studenti. Sostegno per l’attività di tutela dei lavoratori ai sindacati. In questo modo, costringendo di fatto le imprese a competere nel mercato europeo mentre garantisce a quelle europee incentivi per adeguare o sviluppare i propri prodotti. Dunque quali sono le conclusioni da trarre e quali richieste fare alla politica in vista delle prossime elezioni amministrative prima che la campagna elettorale porti confusione? In un fase difficile della congiuntura internazionale e di difficoltà interne a livello europeo, italiano e marchigiano, la paura non deve farla da padrone. Oltre la crisi vi è sempre il bel tempo, se si lavora il giusto e soprattutto bene. Non si deve cedere al facile guadagno bensì chiedere alle imprese e ai lavoratori marchigiani maggiore impegno nella ricerca e nello sviluppo di prodotti migliori, non solo dal punto di vista del design bensì della innovazione. Soprattutto nella direzione dettata dall’Unione Europea cioè maggiore tutela del territorio, del lavoratore e dei consumatori. In cambio garantire maggiori finanziamenti per raggiungere tali obiettivi. Inoltre, maggiore apertura all’immigrazione, se possibile anche di alto livello formativo e professionale. Ridurre al minimo i costi burocratici. Maggiore informazioni alla cittadinanza ed alle imprese per quelle che sono le opportunità poste in essere dall’Unione Europea. Fa piacere che il Sindaco Sturani durante la campagna elettorale abbia aperto un serio dibattito in seno alla cittadinanza su alcuni importanti temi e crediamo che lo stesso debba fare la Casagrande. Tuttavia crediamo anche che i dati sopra indicati debbano essere presi in seria considerazione e da questi partire per un’analisi veritiera sullo stato di salute della Provincia di Ancona. Essa è una provincia benestante e che negli anni ha fatto scelte coraggiose tuttavia sta attraversando, come molte altre, un momento difficile. Solo in questo modo, è possibile uscire da questa situazione in modo positivo. La consapevolezza e la programmazione riducono nei cittadini la paura rispetto al futuro, all’innovazione e di conseguenza la xenofobia ed il razzismo. Migliorando così, nel tempo, il tenore e la qualità della vita dei propri cittadini. Una provincia aperta al mondo ed all’innovazione è territorio naturale di coltura di sviluppo. Ci si domanda quindi come intende il futuro Presidente della Provincia portare la nuova Ancona del dopo terremoto e frana e quindi dell’emergenza ad una provincia capoluogo di regione che metta in rete le conoscenze dell’università, delle imprese e delle istituzioni? PS ************************************************************************* Il numero 7 di questa newsletter è stato spedito a 10.500 indirizzi, per segnalazioni e suggerimenti scrivete a segreteria at circoloafrica.org. Il prossimo numero uscirà : il 1 Maggio 2007. --------------------------------------------------------------------- The number 6 of this newsletter has been sent to 10.496 addresses. For suggestions please contact: Circolo Culturale Africa via San Spiridione, 5/a 60100 Ancona Italia Tel. +39/071/2072585 Web site: www.circoloafrica.eu **************************************************************************** Nel rispetto della Legge 675/96 sulla privacy, a tutela di persone e altri soggetti rispetto al trattamento di dati personali, questo indirizzo e-mail proviene da richieste di informazioni o da elenchi (newsgroup). Per cancellarsi è sufficiente inviare un'e-mail a: segreteria at circoloafrica.org con la richiesta CANCELLAMI. If you do not want to receive any more our newsletter please send an email requesting DELETE ME. *************************************************************************
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