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Diario dal Kenya: kikuyu
- Subject: Diario dal Kenya: kikuyu
- From: "Carlo Mafuta" <kasscarlo at yahoo.it> (by way of Enrico Marcandalli <ramalkandy at iol.it>)
- Date: Fri, 09 May 2003 08:54:58 +0200
Jambo rafiki!! Oggi finalmente un pò di sole è uscito anche qua... Giusto un poco, ora il cielo è di nuovo grigissimo, quasi nero, e credo che presto pioverà... Oggi però, mentre camminavamo in campagna faceva davvero caldo. Ad un certopunto, mentre visitavamo un gruppo di donne abbiamo dovuto spostare le sedie
all'ombra. Una bella giornata oggi. Tranquilla. E' sempre bello andare viada Nairobi. Basta davvero fare pochi chilometri che tutto intorno cambia, la
gente, il paesaggio, i profumi, i suoni, il cielo... Praticamente eravamo dall'altra parte delle Ngong Hill, ma ancora in territorio Kikuyu (una tribù kenyana). Ancora qualche chilometro e saremmoarrivati in territorio maasai. E' una zona un pò di tensione, a causa delle incursioni
maasai che ogni tanto arrivano per rubare mucche. Piccoli fastidi comunque in confronto alla violenza di Nairobi... Pensavo di dover visitare un progetto qui vicino a Riruta, invece abbiamo dovuto prendere due matatu e fare quasi un'ora e mezza di strada per arrivare in questo posto. Sono andato con la solita shosho Rosabelle (finalmente ho imparato il nome...), a Gitau, uno di KARDS (una piccola organizzazione di Nairobi), e a due ragazzi di una organizzazione che si occupa di prevenzione per l'AIDS qui a Riruta. Appena arrivati lì, subito ho sentito di essere in campagna, lontano dallo squallore della città. I bambini un pò intimoriti dal bianco, gli anziani che si fermano per salutarti e darti il benvenuto, il profumo dell'erba,delle piante, di campagna, l'aria pulita non ofuscata dallo smog, lo sguardo
che arriva lontano, la gente vestita un pò più poveramente ma senza troppe differenze tra uno e l'altro... Ci siamo messi a camminare lungo una strada rossissima. Il fango già asciutto da quel poco di sole che c'era. Poi il cielo si è aperto, ed un sole caldo caldo finalmente ci ha salutato dopo giorni di nuvole grigie. Incontriamo gruppi di bambini che si fermano a guardarmi e che non rispondono ai nostri saluti, tanto sono stupiti! Alcuni mi pare cha siano un pò spaventati... Poi arriviamo nella casa di una delle donne del Umoja Women Group. Una casa povera, con i muri di latta e legno. Ma un grosso campo intorno dove la donna coltiva patate, granturco, sukumawiki e fiori. L'attività principale del gruppo, ma anche la più recente è coltivare fiorni da esportare in Europa. Ognuna coltiva una parte del suo terreno a fiori e poi fanno le spedizioni insieme dividendosi i guadagni a seconda del numero di figli. Le altre donne erano già lì. Unaquindicina circa. Erano nella stanza principale della capanna che parlavano.
Subito tutte in piedi per salutarci e per farci un pò di spazio. Ci hannospiegato cosa fanno, come funziona il gruppo, quando è nato... Ogni volta mi
emoziono a vedere queste mamme, ormai di una certa età, che si organizzano per aiutarsi a vicenda. E ogni volta gli incontri più belli sono quelli conle donne. Sarà che non incontro spesso uomini. Ma mi pare che comunque siano
loro le più attive. Anche Matteo, quando mi parla dei gruppi che incontra aKibera, mi parla quasi sempre di donne... Sono sempre più convinto che siano
loro a mandare avanti questo paese. Ma probabilmente funziona così in tutto il mondo... Anche in Italia... Dopo ci hanno offerto il the, con alcune patate dolci bollite. L'abbiamo preso, e poi ci siamo spostati a casa dellazia di una delle responsabili, la più giovane, Mary Wangiku. In questa zona,
pur essendo a una trentina di chilometri da Nairobi (una delle piùimportanti città dell'Africa) molta gente non conosce neanche lo swahili. Si
parla solo Kikuyu. Quasi tutte queste mamme parlavano solo kikuyu. La capanna in cui abbiamo fatto pranzo era una capanna tradizionale: pareti in fango con il telaio in legno e pietra, tetto in legno e paglia. Anche qui nessun uomo. C'erano la mamma di Mary, con 4 sorelle. Abbiamo mangiato patate con cavolo e chapati. Shosho Rosabelle si è messa a parlargi di micro finanza. E' interessante vedere come lei approcci con queste donne per cercare di insegnargli qualcosa. Col primo gruppo, mentre parlavamo il the si è messa a spiegare l'uso delpreservativo (non ho capito tanto il motivo, visto che erano donne di 40, 45
anni, magari sarebbe stato più utile spiegarlo alle figlie...).E ora microfinanza... Davvero una nonna, che cerca di insegnare alle donne più
giovani... Mentre lei le parlava di risparmio, marrygoround, investimenti e percentuali (in modo semplice, ma in kikuyu) io mi sono messo a guardare le foto appese sulla parete di fronte a me. Sembrava una genealogia della famiglia. In alto due foto vecchissime, datate 1946. Una coppia maasai. Mi ha spiegato Gitau, che sono i bisnonni della padrona di casa. Sono infatto abbastanza comuni i matrimoni misti. Poi tante foto di bambini, vecchi, acolori, bianco e nero, alcune sbiadite, altre con colori intensi, immezzo un
poster di Kenyatta, una foto della'lbero sacro alla loro tribù, e una fotodi un guerriero mau-mau. Era la foto di uno degli ufficiali dell'esercito di
liberazione del Kenya (Kenyan forest army) che ha combattuto la guerra dei mau-mau. Con la scritta sul fondo: "Impiccato ai colonialisti il... 1957". Già , quella è stata una delle zone in cui si sono svolti gli episodi più cruenti della lotta di liberazione. E ora mi accolgono in questo modo meraviglioso. Sono strani questi africani. Ma mi ha emozionato vedere quelle foto risalenti alla guerra contro gli inglesi, un pò come in Italia ricordare la lotta partigiana. Un momento eroico di questo popolo...Anche Gitau è di questa zona. Tornando a prendere il nostro matatu si ferma a
guardare una donna che sta seminando in un campo... E' sua nonna! Andiamo a salutarla. Spero che non ci inviti per un altro the, non ne posso più di berlo. Se penso a quanto lo odiavo... Una donna straordinaria: 95 anni ed è lì a lavorare il campo a piedi nudi. Una forza, un entusiasmo che mi spiazza. Continuo a dirmi che ha 95 anni e mi pare impossibile... Grandiosa. Ci invita per la prossima volta a pranzo a casa sua. Ora non può deve finire di seminare prima di sera, prima che inizi a piovere... La salutiamo e la lasciamo lavorare... 95 anni!! E poi matatu e di nuovo qua. Una super doccia per rilassarmi un poco e poi subito qua a scrivere per non dimenticare nulla... Nonostante la pioggia ormai quasi continua la vita a Nairobi continua a correre frenetica come sempre.E il nostro lavoro continua tra fango, impantanamenti vari, strade bloccate,
reti idriche in tilt e innondazioni. Ma presto tornerà il sole. Un abbraccio a tutti Carlo ---------------------------------------------------------------- Enrico Marcandalli (ramalkandy at iol.it) - http://www.peacelink.it ----------------------------------------------------------------
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