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INCONTRI. ISABELLA CAMERA D'AFFLITTO: LE ROSE PURPUREE DEL CAIRO
- Subject: INCONTRI. ISABELLA CAMERA D'AFFLITTO: LE ROSE PURPUREE DEL CAIRO
- From: Daniele Barbieri <hortybluett at libero.it>
- Date: Tue, 12 Nov 2002 09:50:31 +0100
INCONTRI. ISABELLA CAMERA D'AFFLITTO: LE ROSE PURPUREE DEL CAIRO [Questo articolo abbiamo ripreso dal quotidiano "Il manifesto" dell'8 novembre 2002. L'autrice e' una apprezzata studiosa e fine traduttrice di letteratura araba] "La donna araba e la creativita'", intorno a questo titolo-tema si sono ritrovate in un convegno al Cairo per cinque giorni, alla fine di ottobre, centocinquanta scrittrici e studiose di tutto il mondo arabo. Dal Marocco all'Iran ai paesi della penisola araba il segno delle donne nella letteratura araba e' stato analizzato nella sua ricchezza e nelle sue diversita', geografiche, culturali e politiche. Diverse, infatti, sono le sfide che le donne affrontano nelle varie societa' arabe, sul piano dei comportamenti sociali e su quello legislativo. Un riconoscimento e' andato in primo luogo alle "pioniere" del secolo appena concluso. Come le scrittrici siriane Colette Khuri, presente al convegno, e Ghada Samman che, gia' a partire dagli anni '60, con i loro racconti e romanzi hanno affrontato e infranto molti tabu'. Una ribellione contro i divieti patriarcali che non manco' di fare scandalo ma che e' stata un punto di riferimento per le generazioni successive di scrittrici, e non solo, arabe. Un incontro che ha analizzato i cambiamenti e i paradossi della condizione della donna araba negli ultimi decenni: impedimenti, ostacoli ma anche vivacita' e creativita'. Se le scrittrici dell'Arabia Saudita e dei paesi del Golfo Arabo vivono notevoli costrizioni, e' proprio in questi paesi che negli ultimi anni si registra un sostanziale aumento della produzione letteraria femminile. Una realta' che ha costretto i critici arabi, finora disinteressati ai paesi del Golfo, a rivolgere la propria attenzione verso questa letteratura emergente, e in particolare quella delle donne. E nutrita e' stata la partecipazione delle scrittrici e studiose saudite, tra le quali la potessa Fawziyya Abu Khaled, che ha parlato dell'isolamento che costringe le donne del suo paese a vivere perennemente in condizioni di insicurezza. Per queste scrittrici l'imposizione di evitare i temi legati alla vita sessuale e intima della donna, rappresenta una grave limitazione alla creativita' e si trasforma in un'odiosa auto-censura preventiva. Una realta' quella della penisola araba che risulta spesso sconosciuta alle donne degli altri paesi arabi che talvolta la giudicano attraverso le stesse immagini stereotipate delle/degli occidentali (Rose d'Arabia, e/o 2001). Per Fawziyya Abu Khaled la partecipazione di tante donne alla vita culturale del suo paese e' comunque una sfida straordinaria e sicuramente avra' conseguenze profonde su tutta la societa'. Un altro interessante dato emerso nel convegno riguarda proprio la lingua araba. Le scrittrici, appartenenti a diverse correnti culturali e letterarie, utilizzano l'arabo in modo piu' innovativo rispetto agli scrittori, al punto che le voci femminili provenienti dalla Penisola Araba sono oggi considerate all'avanguardia nella cosiddetta scrittura modernista araba. Il convegno ha anche analizzato la produzione letteraria molto ricca delle irachene. Per molte donne che vivono nell'Iraq della guerra, dell'embargo e dell'insicurezza perenne, scrivere e' diventato uno strumento necessario per esprimere il proprio dolore e le proprie angosce. E, anche se la scrittura non riesce a guarire le ferite che la guerra, la morte e la desolazione portano con se', la creativita' letteraria diventa una forma di sopravvivenza a cui molte si aggrappano. Ilham Abu Ghazalah, scrittrice e accademica originaria di Nablus, ma residente a Ramallah, ha parlato dello stato di emergenza in cui sono costretti a vivere tutti i palestinesi. Un ostacolo pesantissimo alla creativita'. "Come si puo' scrivere - si chiede Ilham Abu Gahazalah - mentre i carri armati circondano la tua casa che non e' piu' un rifugio, ma diventa una trappola mortale? Come si puo' scrivere quando si e' costretti per trenta giorni a non uscire di casa, come e' accaduto a Nablus? In queste condizioni gli orizzonti diventano sempre piu' limitati. Come si puo' scrivere quando la propria citta' e la propria casa vengono distrutte? La distruzione regna nelle strade di Ramallah. Quando ti viene distrutta la casa, il luogo dell'infanzia, dei ricordi, e' come se venisse distrutta la tua stessa memoria. Come si puo' creare, scrivere, quando per andare all'universita', da casa, un percorso di sette minuti, diventa, se tutto va bene, un tragitto di due ore? Non percorriamo piu' strade asfaltate, ma siamo costretti ad arrampicarci su pietre e rocce. Io non riesco piu' a scrivere romanzi, ma solo a tenere un diario, perche' la memoria di cio' che ci sta accadendo non vada perduta. Cio' che piu' mi spaventa e' che questo stato di cose persiste, e sono sempre piu' angosciata perche' la voce dell'uomo arabo non si e' ancora levata in difesa dei palestinesi". Ma nel convegno del Cairo si e' parlato anche molto della scuola e del sistema educativo nei vari paesi arabi. Un sistema che tende ancora oggi a incoraggiare un apprendimento nozionistico, mnemonico, piuttosto che stimolare la capacita' critica del singolo. Un sistema educativo che trasforma uomini e donne in facili prede per i vari movimenti fondamentalisti, come ha denunciato il famoso editorialista di al-Ahram, al-Sayyid Yasin. Questi cambiamenti non si possono piu' rinviare di fronte alla sfida della modernita' che la societa' araba deve raccogliere, e che potra' affrontare e vincere solo con le donne. Nell'orizzonte della modernita' c'e' anche la globalizzazione, tema che gli interventi del convegno hanno declinato come occasione di confronto e dialogo, come incontro e scambio tra culture, pur senza rinunciare alle proprie radici. Con la capacita' di sovvertire gli stereotipi culturali. E a questo proposito lo scrittore marocchino Muhammad Barrada parla della colpa degli arabi, ovvero l'incapacita' di intervenire sull'immaginario occidentale e contribuire a mutare le immagini stereotipate sugli orientali. E Sahar Khalifah, nota scrittrice palestinese, ha sottolineato, con la passione che la contraddistingue, il ruolo che le donne possono e devono svolgere nel favorire una migliore conoscenza dell'altro, senza preconcetti e pregiudizi reciproci, nella speranza che soprattutto la tragedia palestinese venga vista in Occidente nella sua reale dimensione. E la letteratura puo' essere un grande strumento di conoscenza. ------------------------------ RILETTURE. AUGUSTO ILLUMINATI (a cura di): AVERROE' E L'INTELLETTO PUBBLICO Augusto Illuminati (a cura di), Averroe' e l'intelletto pubblico, Manifestolibri, Roma 1996, pp. 224, lire 18.000. Una antologia di scritti del grandissimo intellettuale Ibn Rushd (Averroe' per gli "occidentali" - che peraltro per lui, che viveva in Andalusia, sarebbero stati "orientali"), con una lettura critica che ne evidenzia la forte attualita'. ------------------------------ RILETTURE. MARIANA YONUSG BLANCO: IO NASCO DONNA, E BASTA Mariana Yonusg Blanco, Io nasco donna, e basta, La Piccola Editrice, Celleno (Vt) 1991, pp. 160, lire 22.000. Una antologia delle liriche della poetessa e militante venezuelana-nicaraguense.
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