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Diario dal Centrafrica - 11 MARZO 2001
- Subject: Diario dal Centrafrica - 11 MARZO 2001
- From: Enrico Marcandalli <ramalkandy at iol.it>
- Date: Sat, 07 Apr 2001 14:13:54 +0200
11 MARZO Seguo a « Radio France Internationale » le vicende del Chiapas, che sono aggiornate ogni mattina al notiziario delle sette, con descrizione dell'avanzamento della marcia zapatista a Città del Messico, e li accompagno con il cuore, sperando do poter organizzare il mio viaggio laggiù per agosto. Sono contenta che almeno in Chiapas le cose vadano veramente in una buona direzione, almeno così sembra, visto da lontano. Conto molto sul mio amico fraterno dl CIDECI sull'aggiornamento da san Cristobal de las Casas. Nel nostro clima africano di diperazione ci sono dei momenti di entusiasmo generale in cui tutto sembra crescere positivamente, anche se poi c'è sempre qualcosa che riporta alla normalità disperata. E' ANCORA MENINGITE Questa ultima settimana è stata particolarmente intensa, affollata e piena di movimento nella zona degli uffici alla concessione. Il gruppo dell'acqua potabile finiva un corso di formazione di riparatori di pompe manuali per i pozzi, che si è concluso con una festosa consegna di trenta biciclette nuove di zecca appena arrivate dalla Germania. Accanto ai nostri uffici, si svolgeva un seminario sui diritti umani e l'alfabetizzazione degli adulti, con una cinquantina di persone arrivate da tutta la regione. Una delegazione veniva dal Chiad. Noi abbiamo iniziato la settimana con una grande riunione di due giorni, cominciata domenica con i responsabili di Bangui, l'equipe di Bocaranga e dei medici italiani che lavorano per COOPI a Bossangoa e continuata martedì a Bozoum. Abbiamo confrontato dati e programmi di lavoro. C'era il clima proiettato in proposizioni costruttive che tanto mi piace. Eravamo in quindici ed ho dovuto risolvere il problema del pasto, non potendo ricorrere a nessun ristorante. Sono riuscita ad organizzarmi in tempo e devo ammettere che me la sono cavata abbastanza bene. Dato che non posso costringere tutti ad essere vegetariani, ho preparato anche dei piatti di carne che sono stati molto apprezzati, come però anche il resto. Ci ha turbato la notizia, arrivata dall'Italia, della morte della madre di Alfredo, che ci ha subito lasciato per organizzare la sua partenza, anche se non avrà sicuramente fatto in tempo per i funerali. Un'altra morte ci ha colto di sorpresa, e questa volta nella porta accanto. Uno dei partecipanti al seminario sui diritti umani si è sentito male ed è morto improvvisamente venerdi pomeriggio, aprendo uno squarcio di sgomento e panico e trasformando in un solo attimo l'atmosfera festosa di fine seminario. Non ci sono molte possibilità di fare l'autopsia ed è quindi un'ipotesi difficilmente verificabile, ma pare che sia morto di meningite. Il medico dell'ospedale ci ha subito cercato, anche per riferire che ha ricevuto ulteriori segnalazioni di situazioni gravi in alcuni villaggi a sud di Paoua e che persino il Ministro della Sanità gli aveva inviato un messaggio perché andasse a controllare. Ha chiesto la nostra collaborazione e l'appoggio in termini di mezzi di trasporto. Elisabetta è partita sabato mattina presto con la delegazione dell'ospedale per la zona indicata, che si trova lungo la strada per Bozoum. Alla sera è tornata distrutta e scoraggiata. In tutti i villaggi ha trovato situazioni tremende. Dove quindici, dove venti casi gravi, dove c'era gente in fin di vita e dove qualcuno moriva proprio davanti a loro o era morto un attimo prima. Quando fermavano l'auto, la gente disperata ed in preda al panico la circondava tendendo la mano invocando un vaccino, e si accalcava tanto da impedire l'apertura dello sportello. In tutte le case oramai ci sono stati dei morti e tutti hanno il terrore di fare la stessa fine. Per il momento, anche su consiglio di Elisabetta ho sospeso il programma di visite ai villaggi, visto che a partire da lunedì avrei dovuto battere proprio quella zona ed i due animatori che lavorano con me non sono ancora vaccinati. Inoltre, facendo un'ulteriore apparizione con la nostra auto avremmo solo continuato ad alimentare false speranze. I vaccini non ci sono e quando arrivano sono talmente insufficienti rispetto al fabbisogno che finiscono in un attimo. Con Elisabetta abbiamo deciso che andremo a Bangui a comprarne una cinquantina almeno per poter vaccinare il nostro personale e le loro famiglie.
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