Diario dal Centrafrica - 11 MARZO 2001




11 MARZO

Seguo a « Radio France Internationale » le vicende del Chiapas, che sono
aggiornate ogni mattina al notiziario delle sette, con descrizione
dell'avanzamento della marcia zapatista a Città del Messico, e li
accompagno con il cuore, sperando do poter organizzare il mio viaggio
laggiù per agosto. Sono contenta che almeno in Chiapas le cose vadano
veramente in una buona direzione, almeno così sembra, visto da lontano.
Conto molto sul mio amico fraterno dl CIDECI sull'aggiornamento da san
Cristobal de las Casas.

Nel nostro clima africano di diperazione ci sono dei momenti di entusiasmo
generale in cui tutto sembra crescere positivamente, anche se poi c'è
sempre qualcosa che riporta alla normalità disperata.

E' ANCORA MENINGITE

Questa ultima settimana è stata particolarmente intensa, affollata e piena
di movimento nella zona degli uffici alla concessione. Il gruppo dell'acqua
potabile finiva un corso di formazione di riparatori di pompe manuali per i
pozzi, che si è concluso con una festosa consegna di trenta biciclette
nuove di zecca appena arrivate dalla Germania. Accanto ai nostri uffici, si
svolgeva un seminario sui diritti umani e l'alfabetizzazione degli adulti,
con una cinquantina di persone arrivate da tutta la regione. Una
delegazione veniva dal Chiad. Noi abbiamo iniziato la settimana con una
grande riunione di due giorni, cominciata domenica con i responsabili di
Bangui, l'equipe di Bocaranga e dei medici italiani che lavorano per COOPI
a Bossangoa e continuata martedì a Bozoum. Abbiamo confrontato dati e
programmi di lavoro. C'era il clima proiettato in proposizioni costruttive
che tanto mi piace. Eravamo in quindici ed ho dovuto risolvere il problema
del pasto, non potendo ricorrere a nessun ristorante. Sono riuscita ad
organizzarmi in tempo e devo ammettere che me la sono cavata abbastanza
bene. Dato che non posso costringere tutti ad essere vegetariani, ho
preparato anche dei piatti di carne che sono stati molto apprezzati, come
però anche il resto.

Ci ha turbato la notizia, arrivata dall'Italia, della morte della madre di
Alfredo, che ci ha subito lasciato per organizzare la sua partenza, anche
se non avrà sicuramente fatto in tempo per i funerali.

Un'altra morte ci ha colto di sorpresa, e questa volta nella porta accanto.
Uno dei partecipanti al seminario sui diritti umani si è sentito male ed è
morto improvvisamente venerdi pomeriggio, aprendo uno squarcio di sgomento
e panico e trasformando in un solo attimo l'atmosfera festosa di fine
seminario. Non ci sono molte possibilità di fare l'autopsia ed è quindi
un'ipotesi difficilmente verificabile, ma pare che sia morto di meningite.
Il medico dell'ospedale ci ha subito cercato, anche per riferire che ha
ricevuto ulteriori segnalazioni di situazioni gravi in alcuni villaggi a
sud di Paoua e che persino il Ministro della Sanità gli aveva inviato un
messaggio perché andasse a controllare. Ha chiesto la nostra collaborazione
e l'appoggio in termini di mezzi di trasporto.

Elisabetta è partita sabato mattina presto con la delegazione dell'ospedale
per la zona indicata, che si trova lungo la strada per Bozoum.

Alla sera è tornata distrutta e scoraggiata. In tutti i villaggi ha trovato
situazioni tremende. Dove quindici, dove venti casi gravi, dove c'era gente
in fin di vita e dove qualcuno moriva proprio davanti a loro o era morto un
attimo prima. Quando fermavano l'auto, la gente disperata ed in preda al
panico la circondava tendendo la mano invocando un vaccino, e si accalcava
tanto da impedire l'apertura dello sportello. In tutte le case oramai ci
sono stati dei morti e tutti hanno il terrore di fare la stessa fine. Per
il momento, anche su consiglio di Elisabetta ho sospeso il programma di
visite ai villaggi, visto che a partire da lunedì avrei dovuto battere
proprio quella zona ed i due animatori che lavorano con me non sono ancora
vaccinati. Inoltre, facendo un'ulteriore apparizione con la nostra auto
avremmo solo continuato ad alimentare false speranze. I vaccini non ci sono
e quando arrivano sono talmente insufficienti rispetto al fabbisogno che
finiscono in un attimo. Con Elisabetta abbiamo deciso che andremo a Bangui
a comprarne una cinquantina almeno per poter vaccinare il nostro personale
e le loro famiglie.