CONGO-DEM.REPUBLIC,
25 MAG 2000 (0:50)
SUD KIVU: KATOGOTA , UN MASSACRO CHE L’RCD VUOLE
COPRIRE (STANDARD, PEACE/JUSTICE) |
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I militari della Rcd (Coalizione
democratica congolese), che si oppongono al governo di Laurent Désiré
Kabila, presidiano l’area attorno al villaggio Katogota dove hanno
perpetrato, nella notte tra il 14 e il 15 maggio scorsi, un massacro di
grandi proporzioni. Alle fonti della MISNA, che per loro incolumità non
possono essere rivelate, sono giunte impressionanti liste delle vittime:
vi figurano nomi come: Bapemacho, 14 anni; Butoyi, 13; Cadeau e Boboto,
figli di Fitina che ancora li allattava… Al momento, sono ancora centinaia
le persone della comunità locale censite che non rispondono più
all’appello. Il flusso di informazioni, che esponenti della società civile
stavano faticosamente raccogliendo e inoltrando per documentare le
dimensioni e la natura dell’eccidio, si è per il momento interrotto. Le
cause sono principalmente legate alle difficoltà logistiche provocate
dalla fitta presenza di militari dell’Rcd e al regime di terrore che la
loro presenza e il loro comportamento hanno stabilito in una zona peraltro
di non facile accesso, 60 chilometri a sud di Bukavu e 90 a nord di Uvira
nel Sud Kivu, non lontano dalla frontiera ruandese. Settore geografico
certamente strategico per gli equilibri interni ed esterni dell’ex Zaire.
Nonostante le difficoltà, esiste già una lista di oltre 50 nomi di vittime
in cui sono compresi interi nuclei familiari falciati a colpi d’arma da
fuoco o di machete o, a quanto è stato visto da testimoni oculari,
affogati nelle latrine e spinti all’annegamento nel fiume Ruzizi. In
questo corso d’acqua sono spariti per sempre decine di abitanti della zona
di Katogota. Le fonti della Misna, con tutta la prudenza del caso,
continuano a fare il possibile per documentare quel che veramente è
accaduto nella notte dell'orribile mattanza. Un rapporto su quel che è
accaduto in questi ultimi mesi nel Congo Orientale - diffuso tra il 16 e
il 17 maggio dall’organizzazione indipendente per la difesa dei diritti
umani “ Human Right Watch “ e basato su un’indagine svolta nel Kivu del
Nord e del Sud – fa comunque comprendere che tutto è possibile in un’area
del paese in cui i militari dell’Rcd di base a Goma uccidono e praticano
regolarmente ogni forma di violenza contro tutta quella parte della
società – ed è la più ampia – che non percepiscono come loro alleata. Già
a febbraio anche il “Washington Post Foreign Service” aveva scritto: “ Dal
luglio scorso, almeno 7000 persone sono state uccise e 150.000 cacciate
dalle loro case in remoti villaggi nelle foreste sul lago Alberto nel
Congo nordorientale …” Anche questo un massacro compiuto giorno per giorno
per mesi e che documentare in modo certo e minuzioso sarà forse
impossibile. (CO) |
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