Re: [pace] Re: [glt NV] Alberto L' Abate interviene nella lunga violenta discussione su assolutismo o gradualità della nonviolenza.



Anch'io ti ringrazio. Discutere, anche con differenze, è collaborare.
Andiamo avanti con pazienza, coraggio, tenacia, cercando chiarezza. Sto
pensando che la/e sinistra/e dovrebbero formare un unico "partito
costituzionale", perché in gioco è la Costituzione, minacciata al cuore. Il
governo che la svuota è sostanzialmente illegittimo. Il consenso elettorale
non legittima l'illegittimità. E' un tema di riflessione, da chiarire e
sviluppare.
Ciao, Enrico





----- Original Message ----- 
From: "Carlo Gubitosa" <c.gubitosa at peacelink.it>
To: "Enrico Peyretti" <e.pey at libero.it>
Cc: "lista Peacelink Pace" <pace at peacelink.it>; "lista lilliput glt NV"
<glt-nonviolenza at liste.retelilliput.org>; "sinipeppe" <nbawac at tin.it>
Sent: Friday, July 18, 2008 1:04 AM
Subject: [pace] Re: [glt NV] Alberto L' Abate interviene nella lunga
violenta discussione su assolutismo o gradualità della nonviolenza.


> Il 16 luglio 2008 11.31, Enrico Peyretti <e.pey at libero.it> ha scritto:
> > Caro Carlo, (invio questa risposta a tutti tre i gruppi di destinatari a
cui
> > hai scritto tu).
> >    Sono stanco di questa polemica inconcludente, che paralizza le nostre
> > poche forze nonviolente.
>
> Su questo hai ragione, e forse sarebbe meglio lavorare sui molti punti
> di contatto che sulle poche divergenze.
>
> > Avere una convinzione e difenderla non è dogmatismo, non è imporla (non
> > avendo autorità né potere) agli altri. Giudicare sbagliata una scelta
non è
> > giudicare sbagliato chi la fa.
>
> Forse il vero problema e' capire come mai tra gli amici della
> nonviolenza si sono sviluppate persuasioni cosi' profonde e al tempo
> stesso cosi' distanti. Anch'io ho espresso solamente giudizi su azioni
> e non su persone, e mi scuso se i miei toni ti hanno dato
> l'impressione di un attacco individuale. Io ho solo voluto esprimere
> il disagio di sentirmi giudicato male, o meglio di percepire un
> giudizio negativo sulle mie azioni, quando ho semplicemente espresso
> nell'urna cio' che in coscienza sentivo come il male minore.
>
> >    Io (e non solo io) sono stato giudicato "assassino complice di
> > assassini" per avere visto nella politica militare del governo Prodi un
male
> > minore di quello che ora avremo con Berlusconi, su tutti i piani della
> > civiltà umana. Chi è dogmatico e intollerante?
>
> Forse io, perche' quando e' stata bombardata la serbia anch'io mi sono
> sentito complice di assassini per aver legittimato con il mio voto il
> potere che aveva disposto quei bombardamenti. Capisco che questo non
> mi autorizza a giudicare come assassini gli altri che hanno fatto il
> mio stesso errore in buona fede, ma in ogni caso da quella esperienza
> io mi chiedo in che misura il mio voto puo' avallare azioni omicide, e
> sapendo di non poter riuscire a fermare poteri piu' grandi di me, mi
> limito a togliere il mio granellino di sabbia da un piatto della
> bilancia che puo' pendere dalla parte sbagliata.
>
> Piu' ragiono di queste cose con te e piu' mi sembra inutile farlo,
> perche' mi rendo conto che il ragionamento e' molto piu' complesso
> della scelta binaria di dare o non dare un voto al meno peggio, e va a
> toccare scelte individuali di coscienza che proprio in quanto tali non
> possono essere generalizzate o giudicate. Forse il bene collettivo che
> cerchiamo e' proprio in quella strada dove da un lato ci sono i voti
> dati a naso tappato e dall'altro i non voti negati col dispiacere di
> non aver potuto sostenere un progetto di crescita umana in quanto
> assente dai programmi politici.
>
> >    Sono d'accordo con te: il voto è caso per caso, relativamente. Così
ho
> > pensato di dover votare (e ho votato in modo differenziato: uno dei due
voti
> > è stato inutile, ahimé)
>
> Ecco, forse su questo punto ci siamo incontrati davvero, sulla
> necessita' di guardare le persone negli occhi e far incontrare le
> coscienze prima ancora che le persuasioni elettorali.
>
> >    Oggi bisogna essere radicali sulla barbarie al governo, e criticare
il
> > Pd nella sua mollezza, e preparare un'opinione pubblica di giustizia, di
> > democrazia, di concretezza, di valori umani e civili, lontana dal "tutto
o
> > niente", che ottiene il niente (e peggio).
>
> Ma come si fa a riformare un potere politico senza rappresentanza? Nel
> Parlamento Italiano c'e' stata gente come Raniero La Valle, Ettore
> Masina, e tanti altri che comunque costituivano delle voci, un peso
> politico sia pur minimo, davano voce a certe esigenze anche se solo
> con una interrogazione parlamentare. Questa gente, anche se con grandi
> limiti, ha arricchito i partiti di cui faceva parte. Oggi sono tutti
> extraparlamentari o relegati nella sfera puramente intellettuale o di
> testimonianza. Chi c'e' oggi dentro al PD pronto ad ascoltare queste
> nostre riflessioni aiutandoci a dare un voto alle prossime
> amministrative che non sia solo la scelta del meno peggio?
>
> Quando qualcuno nell'area nonviolenta si e' mosso per costruire una
> formazione politica, confesso di aver avuto un sussulto di speranza.
> Poi anche questa iniziativa e' crollata sotto le divisioni, i
> particolarismi e i settarismi che sono il male oscuro che consuma i
> movimenti. Ma allora davvero i partiti e la gestione del potere sono
> quella cosa sporca da cui bisogna scappare?
>
> Io spero proprio di no, e sono fiducioso nel fatto che un giorno si
> potra' votare qualcuno a cuor leggero, magari esprimendo una
> preferenza per una persona anziche' una crocetta su un simbolo di
> partito.
>
> Detto questo, ti ringrazio per la pazienza dimostrata fin qui nel
> leggermi e nel rispondermi.
>
> Un caro saluto
>
> Carlo
>
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