Re: [glt NV] Alberto L' Abate interviene nella lunga violenta discussione su assolutismo o gradualità della nonviolenza.



Il 16 luglio 2008 11.31, Enrico Peyretti <e.pey at libero.it> ha scritto:
> Caro Carlo, (invio questa risposta a tutti tre i gruppi di destinatari a cui
> hai scritto tu).
>    Sono stanco di questa polemica inconcludente, che paralizza le nostre
> poche forze nonviolente.

Su questo hai ragione, e forse sarebbe meglio lavorare sui molti punti
di contatto che sulle poche divergenze.

> Avere una convinzione e difenderla non è dogmatismo, non è imporla (non
> avendo autorità né potere) agli altri. Giudicare sbagliata una scelta non è
> giudicare sbagliato chi la fa.

Forse il vero problema e' capire come mai tra gli amici della
nonviolenza si sono sviluppate persuasioni cosi' profonde e al tempo
stesso cosi' distanti. Anch'io ho espresso solamente giudizi su azioni
e non su persone, e mi scuso se i miei toni ti hanno dato
l'impressione di un attacco individuale. Io ho solo voluto esprimere
il disagio di sentirmi giudicato male, o meglio di percepire un
giudizio negativo sulle mie azioni, quando ho semplicemente espresso
nell'urna cio' che in coscienza sentivo come il male minore.

>    Io (e non solo io) sono stato giudicato "assassino complice di
> assassini" per avere visto nella politica militare del governo Prodi un male
> minore di quello che ora avremo con Berlusconi, su tutti i piani della
> civiltà umana. Chi è dogmatico e intollerante?

Forse io, perche' quando e' stata bombardata la serbia anch'io mi sono
sentito complice di assassini per aver legittimato con il mio voto il
potere che aveva disposto quei bombardamenti. Capisco che questo non
mi autorizza a giudicare come assassini gli altri che hanno fatto il
mio stesso errore in buona fede, ma in ogni caso da quella esperienza
io mi chiedo in che misura il mio voto puo' avallare azioni omicide, e
sapendo di non poter riuscire a fermare poteri piu' grandi di me, mi
limito a togliere il mio granellino di sabbia da un piatto della
bilancia che puo' pendere dalla parte sbagliata.

Piu' ragiono di queste cose con te e piu' mi sembra inutile farlo,
perche' mi rendo conto che il ragionamento e' molto piu' complesso
della scelta binaria di dare o non dare un voto al meno peggio, e va a
toccare scelte individuali di coscienza che proprio in quanto tali non
possono essere generalizzate o giudicate. Forse il bene collettivo che
cerchiamo e' proprio in quella strada dove da un lato ci sono i voti
dati a naso tappato e dall'altro i non voti negati col dispiacere di
non aver potuto sostenere un progetto di crescita umana in quanto
assente dai programmi politici.

>    Sono d'accordo con te: il voto è caso per caso, relativamente. Così ho
> pensato di dover votare (e ho votato in modo differenziato: uno dei due voti
> è stato inutile, ahimé)

Ecco, forse su questo punto ci siamo incontrati davvero, sulla
necessita' di guardare le persone negli occhi e far incontrare le
coscienze prima ancora che le persuasioni elettorali.

>    Oggi bisogna essere radicali sulla barbarie al governo, e criticare il
> Pd nella sua mollezza, e preparare un'opinione pubblica di giustizia, di
> democrazia, di concretezza, di valori umani e civili, lontana dal "tutto o
> niente", che ottiene il niente (e peggio).

Ma come si fa a riformare un potere politico senza rappresentanza? Nel
Parlamento Italiano c'e' stata gente come Raniero La Valle, Ettore
Masina, e tanti altri che comunque costituivano delle voci, un peso
politico sia pur minimo, davano voce a certe esigenze anche se solo
con una interrogazione parlamentare. Questa gente, anche se con grandi
limiti, ha arricchito i partiti di cui faceva parte. Oggi sono tutti
extraparlamentari o relegati nella sfera puramente intellettuale o di
testimonianza. Chi c'e' oggi dentro al PD pronto ad ascoltare queste
nostre riflessioni aiutandoci a dare un voto alle prossime
amministrative che non sia solo la scelta del meno peggio?

Quando qualcuno nell'area nonviolenta si e' mosso per costruire una
formazione politica, confesso di aver avuto un sussulto di speranza.
Poi anche questa iniziativa e' crollata sotto le divisioni, i
particolarismi e i settarismi che sono il male oscuro che consuma i
movimenti. Ma allora davvero i partiti e la gestione del potere sono
quella cosa sporca da cui bisogna scappare?

Io spero proprio di no, e sono fiducioso nel fatto che un giorno si
potra' votare qualcuno a cuor leggero, magari esprimendo una
preferenza per una persona anziche' una crocetta su un simbolo di
partito.

Detto questo, ti ringrazio per la pazienza dimostrata fin qui nel
leggermi e nel rispondermi.

Un caro saluto

Carlo