Re: scelte di pace indeboliscono la pace



...condivido ! Come ho scritto nelle precedenti risposte, non possiamo
tagliare il ramo sul quale siamo seduti. Occorre valutare il "dopo" dell'
azione degli 8 senatori.
Quale sarebbe o potrebbe essere quel "dopo".  E' così difficile immaginarne
le difficoltà  enormi? E' difficile immaginare che la posizione dell' Italia
in Afganistan peggiorebbe anzichè migliorare ?

Contruiamo la Pace giorno per giorno nel nostro ambiente, facciamola
crescere e dilatarsi, allora sarà più facile imporre ai nostri governanti
soluzioni di Pace.

Perchè non riprendiamo fuori le lezioni di Dom Milani a proposito della
coscientizzazione ?

Franco
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To: <pace at peacelink.it>
Sent: Sunday, July 02, 2006 10:11 PM
Subject: scelte di pace indeboliscono la pace


>
> Alberto Cacopardo scrive:
> Caro Angelo, cara Nella, caro Alfonso e cari
> tutti,
> ho apprezzato molto di quello che dite. Sapete bene quanto
> condivida la radicale condanna della missione ISAF, complice della
> colpevolissima Enduring Freedom, e quanto sia forte la mia indignazione
> per l'odiosissima politica estera USA. (E quanto mi senta lontano da
> chi, come fa il buon Padellaro sull'Unita' di oggi, rimastica beoti
> stereotipi sulla minaccia talebana).
> Non condivido pero' le vostre
> conclusioni. Ritengo che in questo momento anche noi, come pacifisti e
> come sinistra critica, abbiamo il compito di partecipare all'impresa di
> tenere insieme un governo che va da Dini-Mastella-Bonino a Bertinotti-
> Diliberto-Malabarba. Non possiamo dimenticare che qualsiasi senatore ha
> il potere di far cadere il governo se decide di impuntarsi: non
> possiamo essere noi a dare questo esempio a chi potrebbe seguirlo per
> tutt'altri fini.
> Il compromesso che e' stato raggiunto, senza invio di
> caccia e senza aumento di truppe, e' decisamente sbilanciato a nostro
> favore e rappresenta comunque una netta svolta nella politica estera
> italiana.
> I nostri otto senatori hanno fatto un gesto nobile e utile.
> E' un gesto che puo' contribuire ad avviare la nostra politica estera
> su binari migliori. Adesso mi auguro che, davanti al rischio di una
> maggioranza ad hoc con Casini, si ricredano. Se lo fanno (nei modi
> opportuni), avranno voce in capitolo per impedire ulteriori
> deragliamenti futuri. DUNQUE CI FARANNO PIU' FORTI. Se non lo fanno,
> D'Alema andra' per la sua strada e la causa della pace sara' piu'
> debole.
> Un abbraccio,
> Alberto Cacopardo - Gruppo Scint, Firenze
>
>
> Alfonso Navarra risponde:
>
> Caro Alberto,
>
> dopo un periodo di
> intorpidimento intellettuale all'interno della concezione della storia
> e della politica come "scienze materialistiche", fondate sulla analisi
> e la previsione dei "rapporti di forza", ora sono arrivato alle
> seguenti conclusioni, che ritengo essenziali per una "rivoluzione
> intellettuale e morale" nonviolenta:
>
> - non esiste possibilita' di
> previsione "scientistica" delle conseguenze delle nostre azioni, in una
> realta' sociale dominata dalla complessita' e dal caos;
>
> - ragion per
> cui possiamo metterci il cuore in pace: oltre che giusto e' anche
> intelligente seguire il motto : "FA QUEL CHE DEVI, ACCADA QUEL CHE
> PUO'"
>
> - questo motto, di Ernesto Rossi, significa che perseguiamo una
> politica che tende all'omogeneita' mezzi-fini, quindi non separata
> dall'etica: cio' che si accorda con la nostra coscienza "persuasa",
> maturato in profondita', va sempre portato avanti;
>
> - diciamo che, come
> regola generale, a buone azioni seguono buoni effetti a catena; a
> cattive azioni, pur commesse con buone intenzioni, seguono cattivi
> effetti;
>
> - nello specifico, i ragionamenti "machiavellici" sul governo
> mi entusiasmano molto poco. Ma, seguendoti sul tuo piano scivoloso,
> constato, ad esempio, che il "compromesso" che tu apprezzi e' stato per
> l'appunto dovuto alla "obiezione" degli otto senatori: senza di essa
> avremmo inviato, come Italia, i caccia AMX in Afghanistan;
>
> - cio' che
> tu paventi come ipotesi peggiore, ammesso che si realizzi, potrebbe
> essere meno spaventoso di quanto credi. Una maggioranza che arriva a
> porre la fiducia per partecipare alla GUERRA UNICA, GLOBALE, PREVENTIVA
> E PERMANENTE proclamata da Bush (ufficialmente contro il terrorismo,
> praticamente per il petrolio), forse e' bene che imbarchi l'UDC e perda
> pezzi della sinistra radicale;
>
> - se l'UDC viene annesso alla
> maggioranza sarebbe la disgregazione della Casa delle liberta' e la
> fine del berlusconismo: non mi sembra poi un gran male, anzi. A me
> invece sembra proprio un incubo assoluto che, dopo una campagna
> elettorale che l'Unione ha condotto con sventolio ossessivo di bandiere
> e slogan arcobaleno, si arrivi all'unanimita' parlamentare per i
> "crediti di guerra"!
>
> - il tuo quadro politico "peggiore" in realta'
> potrebbe essere migliore di quanto pensi. Ed io insisto affinche' i
> deputati ed i senatori obiettori continuino a puntare i piedi. Ti
> assicuro che faro' grande pressing in questo senso. Essi debbono dire
> chiaramente e pubblicamente all'attuale maggioranza: nessuno ci provi a
> farsi beffe del popolo italiano. Nessuno ci provi a chiedere voti di
> fiducia su guerre, manomissioni di costituzione, grandi opere che
> violentano comunita' locali (come la TAV), tasse e salassi ai soliti
> noti - il popolo del lavoro dipendente, che suda e che soffre. La
> responsabilita' di violare gli impegni che avete preso con il popolo,
> nel vostro stesso programma, sarebbe tutta vostra e noi non la
> avalleremmo;
>
> - che cosa succederebbe dopo questa dichiarazione
> pubblica di deputati e senatori dalla schiena dritta?
> Ipotesi a: la
> maggioranza degli inciucisti abbozzerebbe. Molto bene, no? L'asse del
> governo sarebbe spostato in direzione degli autentici bisogni della
> gente.
> Ipotesi b- la maggioranza degli inciucisti imbarca l'UDC che
> spasima per questo. Il centro-destra si disarticolerebbe.   I
> "renitenti" espulsi diventerebbero il punto di riferimento per una
> autentica opposizione  popolare al neoliberismo e alla guerra. Credi
> che sarebbe un male assoluto? Ne sei proprio convinto?
> Ripeto che per
> me il male assoluto e' che non ci sia NESSUNA rappresentanza per, ad
> es., l'istanza della pace. Non un voto - che so - per dire no al una
> guerra che e' unica anche se articolata su piu' fronti. Deficit
> democratico da incubo, appunto.
>
> A me sembra che la vecchia cultura
> delle fumosita' simboliche e del politicismo non faccia vedere a tante
> persone di spessore morale ed intellettuale, come te, il pericolo che
> stiamo correndo nella realta', non nel mondo delle rappresentazioni:
> non c'e' una guerra iraqena ed una guerra afghana, ma un'unica guerra
> che, grazie anche all'acquiescenza del nostro governo, sta per
> diventare anche iraniana e israeliana: un unico, tragico, devastante,
> conflitto mondiale di civilta'.
>
> Mi dispiace, ma stavolta non possiamo
> essere per la mezza pace e per la mezza guerra: la natura delle cose ci
> dice che oggi o si e' per la pace o per la guerra. Leggi il direttore
> di Limes: la NATO deve togliere la castagne dal fuoco per gli americani
> in crisi in Afghanistan nella loro strategia bellica globale.
> Se
> avalliamo la "guerra unica al terrorismo" non abbiamo la "riduzione del
> danno" (questa e' una vera invenzione retorica da Telegatto!), conceto
> che non puo riguardare gli equilibri politici ma deve essere misurato
> sulle vittime.
> La "guerra unica al terrorismo" che, nei fatti,
> avalleremo produrra' danni concreti e maggiori ai bambini iraqeni,
> afghani, palestinesi, iraniani, eccetera (muiono in stragrande
> maggioranza sempre i dimenticati civili, specie se poveracci) , e ci
> precipitera' in un terrificante scontro di civilita'. Se non invertiamo
> la rotta.
>
> Carissimo, avro' torto, ma ti prego di credere che la mia
> posizione nasce da lunghe analisi realistiche e sofisticate (anche se
> ora sommariamente espresse) e soprattutto da una revisione radicale,
> molto sofferta, degli schemi mentali con cui mi approccio alla realta'
> politica e sociale.
> Ripeto il mio consiglio: prova a sospendere il
> giudizio e a riflettere su questo semplicissimo quesito: perche' la mia
> cultura attuale mi porta a credere che agire in modo lineare per la
> pace, "senza se e senza ma", possa portare a rendere piu' debole la
> causa della pace?
> C'e' o non c'e' qualcosa che non quadra? A te l'ardua
> risposta.
>
> Un saluto e un abbraccio,
> Alfonso Navarra
>
> --
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